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6 Marzo 2022

Svegliandomi tastai subito il lato destro del letto, trovandolo vuoto.
Dusan era già sveglio.

Si alzava sempre prima di me, incredibile.

Mi presi cinque minuti per stiracchiarmi e controllare i messaggi su whatsapp, poi mi alzai dal letto.

La suite del J Hotel non era grandissima, in questi mesi Dusan mi aveva confessato che si era trovato bene ma non vedeva l'ora di andarsene, sperava che oggi la casa che saremmo andati a vedere fosse quella giusta.

Mi diressi verso il piccolo salotto che comprendeva due divani, la televisione e un tavolo.
Superata la porta andai verso la macchinetta del caffè posizionata in un angolino vicino la finestra e nel mentre vidi che la porta del bagno era aperta; una volta preso il caffè, buttai il bicchierino e mi diressi verso quest'ultimo.
Trovai il mio fidanzato di fronte allo specchio. Era scalzo, a torso nudo e indossava solo un paio di pantaloncini dell'Adidas. Il mio sguardo perlustrò la sua schiena nuda e il modo in cui le sue ossa e i muscoli tonici correvano e scattavano sotto le increspature della pelle liscia.
Era fresco di doccia, potevo dirlo dall'umidore dei suoi capelli che risultavano più scuri e dall'odore intenso e pulito di sapone che riempiva la stanza.
Inspirando profondamente mi avvicinai piano, senza farmi notare.
Era impegnato a radersi, con un sottofondo musicale reggaeton.
Mi alzai in punta di piedi per picchiettargli la spalla. «Ah sei sveglia» si girò verso di me con ancora metà viso pieno di schiuma da barba. «Non ti avvicinare più di così» gli misi una mano sul petto per respingerlo. «Altrimenti?» Lasciai che mi accarezzasse i capelli, poi mi baciò la fronte.
«Devo farmi una doccia, quanto ti manca?» chiesi sorridendogli.
«Puoi farla anche adesso» mi sorrise dallo specchio.
«Io credo di no»
«Nulla che non abbia già visto»
«Ti do cinque minuti per finire» mi incamminai verso la porta, non prima di avergli dato una sculacciata.
«Rimpiangerai questo momento Dahlia» quello che disse risultò lontano, avevo già chiuso la porta.


Eravamo appena arrivati, ci trovavamo poco fuori dal centro storico di Torino.
«Ti tremano le mani» Dusan mi prese la mano e me la strinse tra la sua «Sei emozionata?» mi guardò sorridendo.
«Tu no?» gli sorrisi, in risposta mi baciò delicatamente le labbra.
«Ragazzi buongiorno» ci girammo verso l'agente immobiliare che era appena arrivato e ci presentammo.

Dal momento che Dusan mi aveva affidato il compito di trovargli casa, fin dal primo momento mi ero sempre concentrata su case che avevano minimo tre camere da letto, tre bagni, un giardino e sopratutto con uno spazio per una palestra domestica.
Quando eravamo arrivati mi ero subito resa conto che quella che stavamo per vedere era ben diversa da tutte le altre, superava di gran lunga le mie e le sue aspettative.

Una volta superato il grande cancello nero d'entrata, a pochi passi da noi c'era la villa, circondata da un ampio giardino dove oltre il recinto la vista era mozzafiato, si riusciva a vedere la Mole Antonelliana.

La villa era stata costruita da pochi anni, aveva un design moderno e si sviluppava in quattro piani.
Le foto non le facevano giustizia. Salendo i gradini del portico anteriore avevo la netta sensazione che questa casa fosse stata costruita per qualcuno forte, alto e robusto che avrebbe riempito lo spazio senza esserne sopraffatto, proprio come Dusan.

«Questa è l'entrata e ci troviamo già al terzo piano» ci spiegò l'agente immobiliare.
Una volta superata l'enorme porta blindata mi focalizzai sul pavimento e le pareti, era tutto in marmo bianco.
Mentre guardavo le enormi porte in legno fiancheggiate da finestre in vetro, non potevo fare a meno di sentirmi un po' sopraffatta. Tuttavia, sollevai il mento verso il mio ragazzo e un'esclamazione di sorpresa mi sfuggì dalla bocca quando entrai nella cucina.
«Porca miseria» ansimai.
Era stupenda.
Gli alti soffitti e il bianco delle pareti la facevano sembrare luminosa, ariosa e accogliente. Non era arredata del tutto ma i massicci mobili e le ampie finestre che si affacciavano sul giardino le davano un'aria davvero elegante.
«Questo piano comprende il salone con un caminetto, la cucina, un bagno e due camere per gli ospiti» spiegò l'agente.
Dopo aver visto il salone arredato per il momento solo con un divano ad angolo in pelle nera e una TV maxischermo passammo velocemente a tutti gli altri spazi elencati.
«Seguitemi, vi porto al quarto piano.»
Dopo aver perlustrato tutto il terzo piano, la vera magia si avverò quando arrivammo all'ultimo piano.
«Lì c'è la camera padronale» ci indicò l'ultima stanza in fondo al corridoio.
Ci incamminammo e quando entrammo mi ritrovai davanti la camera dei miei sogni.
Lo spazio era confortevole ma non piccolo. Era grande quasi quanto casa mia a Londra, a dire la verità.
Le pareti erano di un grigio non troppo scuro, che dava la giusta luce alla stanza già abbastanza illuminata dalla luce naturale del sole.
Era spoglia, con solo un letto king size al centro attaccato al muro e niente più, ma la parte bella era il soffitto a specchio proprio sopra di questo.
Seguii Dusan lungo il corridoio nella stanza. Entrammo nella prima porta sulla sinistra: era il bagno, tutto ricoperto di lucide piastrelle bianche, con un lavandino incassato nel ripiano e la doccia circondata da specchi... era sexy da morire.
«Dobbiamo uscire da qui» si girò verso di me «I miei pensieri sono diventati impuri» mi sussurrò.
«Porco» gli schiaffeggiai il braccio.

Poi uscendo dal bagno, raggiungemmo la cabina armadio dove un intero lato era in vetro trasparente e si affacciava sulla camera come una gigantesca vasca per pesci.
«Un'altra cabina più grande si trova vicino le camere dei bambini» ci raggiunse l'agente immobiliare. «Vi mostro tutto, poi passiamo ai due piani inferiori»
Le due stanze erano anch'esse molto grandi, una con le pareti di un blu confetto e l'altra di un rosa cipria e a dividerle c'era il bagno condiviso.
«Queste per il momento non ci servono» disse Dusan mettendomi un braccio sulle spalle «Ma sono molto belle.»
Andammo a vedere anche l'altra cabina armadio, decisamente più grande della prima e poi scendemmo al secondo piano.
«Lo sapevo!» esclamò Dusan una volta arrivato.
Il secondo piano era interamente dedicato ad un campo da basket ed una palestra domestica «Non è un vero proprio campo da basket ma c'è abbastanza spazio per fare due tiri» gli sorrise Giacomo, l'agente immobiliare.
«Il soffitto mi sembra abbastanza alto» rispose Dusan.
«Si intende anche di basket?» gli chiese Giacomo.
«Ci giocavo prima ci cimentarmi nel calcio»
«Allora questa casa sembrerebbe perfetta per voi»

Sorrisi, lo pensavo anch'io.

«La palestra ha tutti gli attrezzi per svolgere un buon allenamento»
«Andiamo al piano terra, quello del relax» lo seguimmo verso le scale che portavano al primo piano.

Una volta arrivati davanti a noi ci si presentò una piscina con spa, sauna e bagno turco, il tutto direttamente affacciato sul giardino che potevamo ammirare anche da qui grazie ai muri interamente in vetro.
«Wow» esclamai.
Passai davanti a tutti e due e andai verso la porta vetrata per aprirla. Sorrisi quando sentii un profumo di fiori provenire dall'esterno. Sembrava quasi un sogno.
Mi raggiunse Dusan «È quella giusta?»
«È stupenda ma la decisione è tua»

«La voglio»
Si girò verso Giacomo, il quale gli si illuminarono subito gli occhi. «Eccellente. Sarei felice di presentare un'offerta ai miei clienti.»
«Gli offro la cifra richiesta, ma voglio concludere la trattativa entro due settimane, così che possa trasferirmi il prima possibile»
«Li chiamo subito e vi farò sapere» rispose con cautela.
«Grazie»

Una volta salutato Giacomo, entrammo in macchina.
«Il mio conto corrente subirà un grosso colpo grazie a te.»

Scoppiai a ridere.

Non avrei mai pensato che sarei arrivata a questo punto della mia vita a soli ventun anni.
Eppure, eccomi qui.

Avevamo entrambi gli occhi scintillanti e i sorrisi raggianti.

L'avevamo trovata.









Ciaooo
scusate l'assenza ma non è stato facile scrivere questo capitolo.
nel mese di ottobre sono diventata zia, ho ripreso le lezioni e per non farmi mancare nulla nell'ultima settimana sono risultata positiva al covid, che tuttora ho.
mi ero ripromessa di velocizzare la storia per concluderla a breve ma purtroppo questo mese è stato veramente allucinanteee.

spero di poter pubblicare più spesso, magari più di un capitolo alla settimana.

intanto vi lascio questo, spero vi piaccia!
come sempre se vi fa piacere lasciate una stellina e un commento.

un bacio.

INSTAGRAM|| DUŠAN VLAHOVIĆDove le storie prendono vita. Scoprilo ora