Erwin smette improvvisamente di muoversi, il suo volto si vela di rabbia e disperazione. Con forza stringe i pugni afferrando il lenzuolo e serra i denti mettendo in risalto la mandibola non ignorabile.
Sento il suo corpo tendersi e vibrare, la preoccupazione mi prevade "Erwin..." sussurro cercando di capire che gli passa per la mente, ma mi interrompe non lasciandomi finire la frase.
"Cento persone sono morte" asserisce quasi impassibile facendomi gelare il sangue nelle vene.
Rimango a fissarlo interdetto per diversi secondi prima di affermare "Sì, è vero" in modo molto cauto.
"Anche tu eri in pericolo" continua questa volta lasciando trapelare una sfumatura autoaccusatoria nel tono della voce.
"Non essere stupido. Non sono così debole..." replico in modo stizzito e irritato, passandomi una mano tra i capelli, non accetto che mi si ritenga così incapace, men che meno se colui che lo afferma è Erwin.
Il biondo sospira pesantemente prima di afferrare con forza la mia spalla malridotta. Il dolore dovuto alla stretta di Erwin arriva istantaneo e diretto, un gemito sofferente sfugge alle mie labbra. Cerco inutilmente di scostare la mano del biondo dalla mia spalla, ma il dolore mi paralizza e mi risulta difficile anche solo riusicire ad afferragli il polso.
"Hai un bel coraggio a dirlo nelle condizioni in cui ti trovi" mi risponde con un sorriso amaro a tendergli le labbra. Il ciuffo di capelli biondi gli nasconde parzialmente gli occhi, ma riesco a notare che non riesce a guardarmi in volto, come se il senso di colpa per la missione appena conclusa lo facesse sentire in difetto rispetto a me.
Finalmente lascia la presa alla mia spalla, tiro un lieve respiro di sollievo anche se la ferita continua a fare male. Erwin alza lo sguardo fissandomi negli occhi, il mare azzurro delle sue iridi è scosso dalla tempesta delle sue emozioni. Lo vedo esitare prima di prendere un grosso respiro e continuare a parlare.
"Levi" sospira "Ho paura di perderti" dice mentre con le dita ricomincia a sfiorare le bende sulla mia spalla accarezzandole.
"Ecco perchè..." sussurra lasciando la frase in sospeso. Il suo sguardo si sposta dai miei occhi alla mia ferita, le dita che prima mi accarezzavano cominciano ad affondare nella mia carne, stringendomi con più forza di prima la spalla.
Il dolore che provo in questo momento è a dir poco insostenibile "Fermati! No! Erwi..." lo supplico con la voce rotta.
"Va tutto bene, finirà presto... insieme alla tua carriera militare" proferisce con la voce calma, mentre un'espressione sollevata fa distendere le sue labbra in un piccolo sorriso soddisfatto.
Sono incredulo, se anche potessi muovermi liberamente non saprei cosa fare. Erwin è stato l'unico che ha avuto fiducia in me, l'unico che vedendomi ha capito che potevo essere qualcuno di migliore e che potevo dare qualcosa in più a questo mondo. Ed ora è proprio lui a voler togliermi tutto.
"Perché? Non eri tu quello che mi ha dato quelle ali?" riesco a sussurrare con un groppo in gola. Deglutisco, come se questo semplice gesto possa controllare il turbine delle mie emozioni e riprendo a parlare. "Mi hai detto di volare libero per amore dell'umanità. E l'hai detto a me, che non avevo niente"
Sono in preda alla disperazione, le parole mi escono di bocca incontrollate, voglio solo poter stare al suo fianco, voglio continuare ad essergli utile. "Posso ancora volare. Voglio volare. Perché se no...allora io... no...." le parole diventano sconnesse, il dolore, la paura, lo sconforto e l'angoscia non mi fanno ragionare lucidamente. Le lascrime mi inumidiscono gli occhi, ma cerco di ricacciarle indietro, strofinandomeli con il dorso della mano.
"Per favore... fermati... combattere è l'unica cosa che ho. Se non posso combattere allora... Non sono degno di stare al tuo fianco..." dico con la voce incrinata. Non avrei mai voluto mettermi così a nudo davanti a nessuno, non avrei mai voluto che mi vedesse così, dolorante e disperato, ma avrei fatto di tutto per restargli vicino, fino alla fine.
Le mie ultime parole sembrano averlo scosso, perchè d'un tratto lascia la presa e si solleva mettendosi seduto sui talloni. Si fissa la mano ormai sporca del sangue che era riuscito a trapassare le bende sulla mia ferita, il suo sguardo si riempie di terrore e comincia a scuotere la testa in segno di dinego sussurrando 'no' alternati a 'che cosa ho fatto'.
Dopo diversi secondi sembra riscuotersi dallo stato di trance e autocondanna in cui era caduto, mi guarda e finalmente mi rivolge la parola. "Scusami... Anche se dovrei già essere abituato a perdere ciò che è importante per me... Non sono adatto a essere un comandante per aver lasciato che i miei sentimenti personali si intromettessero in un momento come questo."
Con un piccolo gesto gli sposto di lato il ciuffo che gli ricopre la fronte "Non morirò finché non me lo dirai. Qualunque cosa accada" mormoro in modo determinato, e cominciando ad accarezzargli dolcemente la guancia aggiungo con timido sorriso "Anche questa volta... sono tornato tutto intero, no?"
"Già... Hai ragione" mi risponde Erwin ricambiando il sorriso. Ma il suo sguardo torna a rabbiuarsi "Mi dispiace che anche tu debba soffrire così" prosegue in un soffio.
Il mio pensiero corre subito ai ragazzi, a Petra, a Erd, a Gunther, a Auruo. Le immagini di questo pomeriggio sono ancora vivide, solo a ripensarci mi sembra di rivivere tutto da capo. So che i fatti accaduti mi accompagneranno per tutta la vita, come potrei mai dimenticare il corpo di Gunther appeso ad un albero con la collottola tagliata, il busto tranciato di Erd per terra, i resti esanimi di Auruo tra l'erba della foresta e il corpo di Petra ancora schiacciato ad un albero e con il viso insanguinato, il suo sguardo esplimeva alla perfezione quanto terribili erano stati i suoi ultimi momenti.
Sono stato io stesso a dire ad Eren prendere una decisione per cui non si dovesse pentire in futuro, ma sono io l'ipocrita che ora si pente di aver lasciato sola la sua squadra. Se non mi fossi separato da loro, se solo non fossi tornato dal gigante femmina... E non avrei mai dovuto abbandonarli una seconda volta, non avrei mai dovuto lasciare i loro corpi in balia dei giganti, non avrei mai voluto ascoltare la voce piena di dolore del padre di Petra mentre mi leggeva la lettera speditagli dalla figlia.
"Va bene. ci sono abituato." replico aggrottando le sopracciglia cercando di scacciare quei terribili ricordi dalla mia mente.
Ma la mia mente invece di concentrarsi sul presente corre ancora più indietro nel tempo. La mia vita non è mai stata semplice, mia madre, Kenny... E quando finalmente pensavo che le cose sarebbero migliorate, quando ho incontrato i miei primi amici, quando ho incontrato lui che mi ha messo un cielo sopra la testa, ecco che è arrivata la prima missione, quella maledettissima prima missione. La missione che ha dato inizio a tutto, al mio odio verso i giganti e al mio odio verso l'Armata e alla mia voglia di vendetta.
Sbatto velocemente le palpebre per tornare alla realtà e lasciarmi i ricordi dolorosi alle spalle "A proposito, dì Erwin..." affermo lascivamente cambiando discorso mentre incrocio le gambe cingendogli i fianchi "Il tuo cazzo è dentro di me da un po', sai?" concludo con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
Con un colpo secco muovo le gambe che gli circondano il busto verso di me, facendogli perdere l'equilibrio e facendolo cadere su di me.
"H-hey, non scuotermi!" si lamenta ridacchiando e controllando preoccupato di non avermi fatto male urtando la mia spalla durante la caduta, ma di tutta risposta comincio a muovere i fianchi sotto di lui.
Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro "Continuiamo da dove avevamo interrotto. Ficcalo dentro di me come fai sempre." Gli afferro il lobo dell'orecchio tra i denti e lo mordicchio lievementre esortandolo a riprendere a scoparmi con la stessa passione di prima.
Erwin ridacchia in tono sommesso, afferra il mio viso con una mano e con il pollice mi accarezza la guancia. Un sorriso dolce nasce sulle sue labbra rosee prima che si avvicinino alle mie sforandole con un lieve e tenero bacio. Si allontana leggermente dal mio volto, ricominciando ad accarezzarmi il volto, mi sposta delicatamente la frangia dalla fronte giocando con i miei capelli e guardandomi come se fossi la cosa più bella del mondo mi sussurra "Sei davvero forte, lo sai?"
Ma io sono davvero forte? Merito davvero il suo rispetto e il suo affetto? Voglio solo dimenticare per un momento questo mondo crudele. E più di ogni altra cosa: ho più paura di deluderlo che di morire.
FINE.
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Spero che questa oneshot vi sia piaciuta, quindi se avete voglia vi sarei grata se mi lasciaste un feedback accendendo la stellina o lasciando un commento 💬
Baci, Cel4ena
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Let Me Fly ~Eruri~ || Oneshot
FanfictionDopo una missione ce n'è sempre un'altra, ma se questa volta fosse stata l'ultima? Non si è mai pronti a perdere ciò che si ama di più al mondo ed Erwin non vuole più correre il rischio. AVVERTENZE: può contenere spoiler, si consiglia la lettura sol...