La campanella suonò e V come un razzo mise tutto nello zaino e corse via.
Voleva andar via al più presto da quel posto, si sentiva così oppressa, così fuori luogo. Non era di certo a suo agio, ma quel giorno non vedeva l'ora che arrivasse sera per fare gli auguri alla rossa.
Difatti era il suo compleanno e quella sera avrebbe festeggiato i suoi 18 anni. E aveva invitato tutti, sarebbe stato un buon modo per legare con lei e anche con gli altri, ma soprattutto con lei.
Ma non poteva fare affidamento solo su di lei, doveva imparare a farlo anche su se stessa, da sola, sulle proprie forze. Per far in modo che non accadesse ciò che passò il giorno prima.
La rossa infatti non era lì in piazza con gli altri, non si sa se non ne sapesse nulla, o proprio andò via per evitare il tutto. Ma Cheryl, quella che aveva conosciuto finora, l'avrebbe mai lasciata da sola in mezzo ai lupi?Merda ma cosa mi metto pensava sul bus.
Era il primo diciottesimo a cui andava. Non aveva outfit molto adatti.
O perlomeno, quali sono i vestiti adatti per un diciottesimo?!
Che poi diventò talmente un'abitudine, che alla fine risultarono preoccupazioni inutili. Ma voleva fare colpo, com'è giusto che sia.
Ma se poi mi vesto più bella della festeggiata?
Continuava a farsi mille paranoie.Tornata a casa non pensava ad altro.
Iniziò a svaligiare tutto l'armadio pur di cercare un vestito adatto ad una festa di compleanno.
E finalmente lo trovò, un vestito di sua madre. Nonostante avesse l'età, sembrava così nuovo e intatto, come se fosse immortale. Di colore verde elettrico, lungo e senza maniche, con lo scollo a V.
"Dove vai così bella?" le chiese sua madre
"ad un diciottesimo, mamma" rispose Veronica.
"Oh ma questo vestito è mio, lo utilizzai a capodanno quando avevo più o meno la tua età, forse un po' di più-
-ti sta molto bene tesoro"
"grazie"
"divertiti e fai la brava e scrivimi se devo venirti a prendere"
"si ma tranquilla, grazie,ciao" salutò così sua madre, ed uscì di casa.Per fortuna il luogo dell'evento non era molto distante, perciò decise di andare a piedi.
Ad un certo punto sentì un clacson suonare e Veronica sussultò.
La macchina accostò, si abbassò il finestrino-
"Veronica cosa fai da sola così bella?! Sali su che ti do un passaggio!" era proprio lui, di nuovo. Reggie.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte ed entrò in auto.
"grazie, effettivamente già mi stavano facendo male i piedi per i tacchi, ah! sei il mio salvatore" disse sorridendo.Durante il tragitto ascoltarono un po' di musica, ma tra loro ormai non c'era più niente da dire, solo un certo imbarazzo, dovuto a non si sa cosa.
Arrivarono nel luogo dell'evento e iniziarono i primi saluti e conoscenze.
E poi la vide, lei, scendere dalle scale con un vestito rosso.Si avvicinò verso Veronica e Reggie per salutarli e farsi dare gli auguri e i regali.
"hey em...auguri" disse la ragazza interrompendo il contatto visivo tra lei e Reggie.
"Oh V! ciao! grazie, sono felice tu sia qui" rispose Cheryl, dandole due baci sulla guancia.
Ah- è felice. forse è l'unica, dopo tutto...
"ho assegnato i posti ad ognuno, tu sei a questo tavolo-" si avvicinò per parlarle piano all'orecchio "vicino a Reggie, spero non sia un problema" e le fece l'occhiolino.
Cos- ma, perché, in che senso
"sono confusa" rispose la mora. E Cheryl rise, una risata nervosa, o lo sembrava.
"e tu a che tavolo sei?" chiese.
"beh lo stesso dove sei tu e gli altri, lo sai che non le sopporto, sono delle papere in classe" e Veronica ridacchiò.La festa iniziò, c'era della buona musica dal vivo con un dj, i palloncini, color argento, bianco e nero, i tavoli tondi con tovaglie bianche. Era tutto così elegante, che sembrava quasi un matrimonio.
No way che farò un compleanno così, too embarrassing omg...e poi non verrebbe nessuno.
Se torno a New York per quel giorno faccio prima e sicuramente mi diverto.
Sì, Veronica era diventata insicura, incerta, non amava più stare al centro dell'attenzione. Fly low, voleva volare basso, non voleva problemi, ma per quanto cercasse di andare d'accordo con tutti, accadeva l'effetto contrario, è come se i problemi le si attaccassero come calamite, e si chiedeva spesso cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto questo.
Forse era solo il destino, forse aveva grandi progetti per lei, ben altre sfide, che per superarle avrebbe dovuto superare prima queste, che in confronto non erano nulla ai problemi della vita, quelli dall'età adulta in poi.
In effetti, più cresciamo e più vogliamo tornare indietro, al contrario dei bambini.
Ma tutto questo avrebbe potuto capirlo solo dopo, per ora erano solo teorie, illusioni, pensieri in overthinking.
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Cuore in 40ena
ChickLit«[...]mi manca provare quel sentimento, è come una droga che piano piano ti distrugge l'anima, vuoi liberartene ma allo stesso tempo non puoi farne a meno, e una volta andato, lo rivuoi indietro.» FF su Riverdale; #cheronica 🤯 La protagonista è Ver...