E mi svegliai di colpo, la sveglia impostata alle 7 il giorno prima mi aveva svegliato da il mio mondo dei sogni anche se in effetti nn sogno quasi mai granché anzi sogno,sogno qualcosa di vivido.
I miei sogni sono sempre molto scuri poco chiari, da ciò che ricordo io però quell'ombra è piacevole, molto spesso mi domando se forse ciò che sogno lo dimentico semplicemente.
Come un pensiero poco utile ma mi piacerebbe ricordare, ricordare quei piccoli momenti indelebili.
Era una mattina quando guardavo il soffitto pensando se dovessi alzarmi oppure no, quel giorno non avevo proprio voglia di alzarmi dal letto perché ero molto stanca perché la notte prima avevo guardato troppo Netflix. La prima cosa che feci prima di alzarmi dal letto fu prendere il mio cellulare e guardare l'orario... oddio era tardissimo dovevo sbrigarmi dissi mentre guardavo le 14 chiamate perse di Nadia, mi lavai e mi vestii velocemente e scesi giù le scale lì c'era mia madre che apriva la porta di casa a Nadia che si era teletrasportata come un fulmine davanti alla mia porta. Nadia mi disse che ero sempre in ritardo e che mi dovevo muovere la mattina e io gli risposi che io la mattina andavo con calma perché nel mio cervello si riattiva diversamente dal suo e si prendeva tutto il tempo possibile per riavviarsi.
Nadia mi prese per un braccio e mi porto fuori ma io avevo dimenticato lo zaino. Lei mi guardava sconcertata non sapeva se picchiarmi prima o dopo aver preso lo zaino o direttamente in classe quando il prof ci sgriderá.
Allora salimmo sui nostri skateboard e come fulmini andammo a scuola. Il nostro prof era assente quindi non solo non ci misero il tardo e non ci sgrido nessuno ma soprattutto Nadia non mi picchio fortunatamente, quando mi picchiava aveva certe mani pesanti che Dio se l'era scordato. La giornata scolastica passo molto velocemente anche perché la maggior parte del tempo io dormii.
Non mi è mai piaciuta la scuola, la trovavo troppo noiosa e antiquariata, non capisco perché noi giovani studenti dovremmo spaccarci la schiena su una scrivania senza fare nulla dalla mattina alla sera e sentire questi prof che parlano di cose totalmente inutili, se un giorno volessi avere un figlio di certo non gli andrò a raccontare del teorema di Pitagora oppure delle equazioni dei monomi oppure di certo non diventerò scienziata che mi serve sapere la componente di ogni gas, potrei continuare con questi esempi all'infinito ma so quanto è noioso quando le persone si dilungano.
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la principessa vampiro
VampireNel lontano paesino di Puertosca una ragazza di 16 anni si fa domande esistenziali, sola nella sua cameretta. Lilia era una ragazza dalle poche parole con candida pelle bianca, lentiggini sparse un po' dappertutto, labbra sottili occhi verdi e capel...