L'uomo scollegato

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Fisso il soffitto,non avevo mai notato quella ragnatela li,tutta sola.
Non mi va di scendere dal letto...è troppo freddo il mondo fuori,in tutti i sensi.
Poggio il piede sul pavimento freddo,i calzini ormai mi hanno abbandonato,ora sono li in mezzo alle coperte chissà dove...Corro veloce in cucina e salgo sul divano.Le pareti grigie mi assalgono.Mi stringo le ginocchia al petto,il pigiama non riscalda mai abbastanza.Mamma mi sente e mi raggiunge in cucina.Si siede accanto me è mi stringe,il braccio intorno al collo,senza sorridere però.
-Sei pronta?-
Sapevo che me l'avrebbe chiesto,ma lo sa lei,lei è pronta quanto me a quello che oggi sarebbe accaduto.Mi premo le mani sulla faccia e fisso il pavimento.Le piastrelle lucidissime,quadrate,stamattina il loro bianco risplende ai primi raggi del sole.Mamma pian piano mi stringe sempre più forte.Le piastrelle bianche,no,si fanno poco nitide,opache.Sbatto le palpebre.Non la guardo negli occhi.Sospira -ti voglio bene, non ti dimenticherò sei stata la cosa più bella che mi è capitata.L'idea di separarci...beh...non è facile neanche per me accettarla.Ma se io non lo avessi fatto in passato, non sarei qui,con te ora.-Sorride,ma è un sorriso forzato -ora vai a prepararti- Mi alzo e vado in bagno.Nel grande specchio noto la mia immagine riflessa.La fisso.E lei mi guarda come se avesse paura di me.O sono io che sono terrorizzata.Gli occhi azzurri,ma non azzurri,più chiaro di un azzurro intenso,si avvicinano al trasparente.I capelli castani mi scivolano sulle spalle, ogni mattina spettinati come mai.Prendo la spazzola e mi pettino freneticamente staccandomi intere ciocche di capelli.Mi riosservo.Cerchi neri mi evidenziano gli occhi come solchi.Pallidina.Ecco così. È quella la ragazza spaventata che c'è nello specchio.Proprio non vorrei essere nei suoi panni.
Mi vesto.Un paio di leggins neri e una maglia grigia con i fiori,quella che mi aveva regalato mamma l'anno scorso.
Piccoli passi raggiungono la camera.La porta si apre e mi giro di scatto.È la mia piccola sorellina che mi viene incontro -buongiorno!-La sua vocina stridula mi perfora un timpano,ma non mi dispiace.Anzi.La abbraccio.E insieme raggiungiamo la porta di casa.Mamma ci raggiunge.-Tutte pronte?-
Annuisco e usciamo.Cominciamo a camminare.Mia sorella saltella e io cerco di calmarla.Le trecce gli volano ovunque,anche in faccia.Ma sembra che non gli dia molta importanza.Ci dirigiamo sempre più avanti,fino a raggiungere il grande palazzo grigio:Il Palazzo del Destino.Un po banale come nome,potevano inventarsi qualche altra scemenza.Il portone altissimo,ma non troppo.Il palazzo alto,ma un po' basso.
Mamma mi tira a sé e mi abbraccia.Vorrei poter portarli con me,magari in tasca,gli abbracci così,quando occorre li prendi e risenti l'emozione che fanno.Credo questo sia l'ultimo suo.Stringo mia sorella.Mi allontano e gli faccio cenno con la mano. -Torna presto-sorride,cosi non è per niente d'aiuto...mi mancherà anche lei, il suo buongiorno la mattina,quando lanciava gli spaghetti nei capelli...
Entro.Vedo subito la mia migliore amica,che sta in classe con me.Mi abbraccia.Mi unisco al gruppo che si è formato con i ragazzi della nostra classe e altri che non conosco.C'é un sacco si gente intorno,saranno un centinaio e cerchiamo di stringerci nell'enorme sala.Poi arriva una signora vestita di grigio,con una camicetta a righe e una gonna che le arriva alle caviglie.Si avvicina al microfono e subito nella sala cala il silenzio.Avrá una cinquantina d'anni e le rughe evidenti sulla faccia le scorrono sul viso.Comincia a parlare,ha una vocina stridula,ma sa farsi sentire. -Cari ragazzuoli,sono contenta che quest'anno siete così tanti!-Sorride,ma è un sorriso odioso.Estrae una pergamena dalla tasca-Allora,il regolamento prevede di leggere la storia del nostro bellissimo continente!Cominciamo a leggere.- Spazientita cerca inutilmente di aprire completamente la pergamena,ma non ci riesce. -Comincio a leggere- Lo dice con tono più alto. -"Anni orsono ,dopo la terza guerra mondiale,le bombe nucleari e" bla bla bla,si abbiamo capito...allora "l'unico continente che rimase integro fu l'America del Nord,dove ci troviamo noi ora.La gente era impaurita,così per cercare di distrarre la popolazione si creò un nuovo sistema,il nostro sistema.Molti sembravano contrari ma alla fine vinse la maggioranza.Il continente del sud,il più povero,e quello del nord,benestante.Sia il nord che il sud dovevano avere lo stesso numero di bambini maschi e femmine.Cosa che andò a buon fine.Questo perché,all'età di diciotto anni,i ragazzi sarebbero dovuti venire qui,come avete fatto voi, e fare un test.Il test che avrebbe individuato le loro caratteristiche più profonde e li avrebbero indirizzati alla persona con cui,secondo il test,hanno più affinità.Il nome deve essere dato,non dai genitori,ma dal collegato a cui si è stati asseganti"- Infatti io non ho un nome
-È quasi finito ragazzuoli,non vi preoccupate...allora dov'ero arrivata...ecco qui! "É tecnicamente testato che la persona a cui si viene asseganti è quella perfetta,quindi vi auguriamo di passare una vita felice dove prosperino principi di pace e armonia" ecco qui è finito.Ora dirigetevi verso quella stanza la- indica un corridoio buio sulla destra -Li vi diranno la persona a cui siete 'collegati'!Vi auguro una vita felice dove prosperino principi di pace e armonia- Fa una risata frenetica e se ne va.Mi guardo intorno,tutti si dirigono verso il corridoio e io li seguo.Ho perso di vista la mia migliore amica,fantastico.La cerco invano...ma poco dopo mi rassegno e continuo a camminare.Mi guardo intorno e lo vedo,"panciamolle" così lo avevamo soprannominato,in assenza di nomi.Io sono stata soprannominata "occhi di ghiaccio".Ma torniamo a noi.Panciamolle è il bulletto della nostra classe e non la finisce mai di raccontare stupidaggini,quella di ieri però mi ha colpito molto...ci ha raccontato della storia dell'"Uomo scollegato"...la storia racconta di quest'uomo che fu l'ultimo del suo anno a fare il test;il test però non andò buon fine,perché non riuscì a trovare nessuno a cui collegarlo.Ci doveva essere stato un errore quell'anno,c'era un ragazzo in più e il governo lo considerò un errore che non poteva permettersi.Così lo uccisero...lo sanno tutti che è solo una frottola,ma chi l'ha detto che non potrebbe accadere?Un piccolo errore che farebbe rischiare una vita.Non ci penso e guardo Panciamolle.Sembra preoccupato,impaurito.Non l'avevo mai visto così,lo vedevo sempre con quella sua aria da duro.Sento un suono,una campanella e mi giro.Vedo che tutti si mettono in fila e li imito.Tutto a un tratto mi preme la testa.Voglio tornare a casa.Guardo davanti a me e vedo Panciamolle.Lo chiamo e lui si gira.Ha paura,si vede.-Sei pronto per trovare il tuo collegato?-Dico -Occhi di ghiaccio quanto tempo.No,non proprio.Odio questo sistema.-
Lo guardo perplessa-Come mai?- -Nessuno mi deve imporre chi é la persona piú adatta a me.Deve essere qualcosa che mi parta da dentro.-In qualche modo lo capisco,in fondo quello che volevo io era rimanere a casa con la mia famiglia,non andare a vivere con chissa quale sconosciuto -Ti capisco...--No,nessuno mi capisce...io gia sapevo con chi avrei voluto stare- Una strana curiositá mi pervade.Siamo amici da una vita,chissa perché non me ne ha mai parlato -E chi sarebbe questa persona?- Lui mi guarda per un attimo negli occhi.Mi scontro con i suoi che sono verde smeraldo e che mi guardamo imploranti.Subito si gira e io imparo che forse una volta tanto dovrei starmene n po zitta.L'orologio appeso al muro segna le 10:15.Lo guardo e subito dimentico il brusio dei ragazzi che parlano,nella mente rimbombano solo i suoi rintocchi,un ritmo perfetto e fastidioso.Mancano una ventina di persone e riesco a vedere il macchinario per i test.Vedo una ragazzina che sale.É lei,la mia migliore amica,soprannominata "la biondina" per i suoi capelli biondi.Mi sono sempre piaciuti i suoi occhi,sicurissimi e a mandorla,ha origini giapponesi.Ma non so altro sulla sua provenienza e non so quasi nulla sulla Terza guerra mondiale...sarà che alle persone non piace molto parlarne,o ne sanno quanto me.Sta salendo su una specie di bilancia con davanti uno scanner,la sta analizzando.Lo scanner si spegne,il test è finito.Poi da un macchinario esce un foglio,tipo uno scontrino pieno di numeretti.Ci hanno spiegato a cosa serve quello,ricordo le parole della prof:"vi sarà dato uno scontrino pieno di numeri,indicano i corridoi che dovete seguire.Affianco alla macchina per i test ci sarà un corridoio che si diramerà in altri corridoi numerati.Voi dovete seguire la vostra sequenza di corridoi per poi raggiungere la vostra stanza.Quella è la stanza dove vi incontrerete con il collegato.Se siete ragazzi dovete portare il vostro collegato con voi,ripercorrendo al contrario il percorso.Se siete ragazze,beh,dovete solo farvi guidare"
La ragazza scende ed entra nel corridoio,riesco a vedere per poco la sua ombra,che poi si perde in fondo a quel tunnel sempre più buio.
La fila si fa sempre più corta.
É il mio turno.
Chissà,il mio collegato mi presenterà mia suocera,cosa che io non farò.Chissà,sarà giapponese come la mia migliore amica o...si interrompono i miei pensieri e salgo sulla bilancia.Lo scanner mi analizza.Sento un brivido lungo la schiena,poi una piccola scossa e lo scanner si ferma.Un dolore fortissimo sulla schiena,casco a terra.Mi gira tutto.Mi viene da vomitare.
Alzo la testa e osservo il monitor.FAILED.C'é scritto FAILED.

||Ditemi se volete che posti il prossimo capitolo|| :)

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