L'ultimo Dicembre.

678 42 11
                                    

Arriverà il momento in cui nessuno saprà mai come abbiamo fatto a conoscerci.

Neanche te ed io.

Ma non per questo vorrei non averti mai conosciuto.

Anzi, non me ne pento per niente, potessi ritornerei alla prima volta che ti vidi e a quel 31 dicembre di un anno fa per impedirti di lasciarmi sola a ricordare.

E indubbiamente ripeterei tutti gli errori che ho commesso con te e senza di te, mille e mille altre volte.

Fuori nevica e le strade piene di lampioni evidenziano i candidi fiocchi di neve che uno ad uno si succedono frettolosi di raggiungere terra.

Le macchine si muovono caute in quell'euforia avvolte dal clima festoso di quell'ultimo giorno dell'anno.

Ma per me è semplicemente passato un anno dal tuo lascito.

Ricordo come innocente ridevi di me quando, appena arrivata a Seoul, il mio coreano non lo capiva nessuno.

Nessuno tranne te, te che mi diedi una mano a sollevare quella valigia così pesante lasciandomi basita.

Già, perché non sapevi di trovarti davanti ad una tua grande fan.

- Sei il mio ultimate - ti dissi tra un sospiro e un sussulto, e tu semplicemente mi guardasti fiero di te.

Al solo pensiero del tuo sguardo mi viene da sorridere, ma so che non è un bene.

Non va bene perché questi sorrisi sono l'unica cosa che mi è rimasta di te.

Quel giorno andammo a berci un bubble tea assieme: era come se fossimo nati per tenerci compagnia.

Tu con il tuo modo di fare così buffo ed io con la mia risata facile.

Quando si vuol dire "Dio li fa e poi li accoppia ", ecco: noi ci eravamo trovati.

Ma così, come è stato semplice trovarci, il destino ha deciso che dovevamo separarci in qualche modo, attendendo il momento per lui più opportuno per adempiere al suo "dovere ".

Dopo il Bubble tea ti diedi il mio numero di telefono, ma il risultato fu che non ci sentimmo per un mese intero finché, la fortuna volle farci rincontrare di nuovo in aereoporto.

Quella volta però ti aiutai io, poiché distratto dal telefono ti stavi dimenticando della tua valigia.

Arrivai difronte a te con essa e mi ti parai dinanzi con fare goffo.

Alzasti lo sguardo stupito, ma non di esserti quasi giocato la valigia, ma di avermi di nuovo lì davanti in carne ed ossa.

E fu proprio questo stupore misto ad impulsività che ti spinsero a biaciarmi contro ogni mia aspettativa e previsione.

Ti spinsi immediatamente lontano e ti guardai così contrariata, che tu spaventato di quello che avrei potuto fare, ti ripresi la valigia in tutta fretta. Ammetto che il bacio non mi fu per nulla dispiaciuto, ma ebbi talmente tanta paura di ciò che poteva significare che mi girai e me ne andai in silenzio.

"Non sono la persona giusta per te " pensai in quel momento mentre in lacrime cercavo l'uscita.

Ma ormai ti conoscevo già fin troppo bene: sapevo mi avresti seguita sino a casa.

E proprio lì, per impedirmi di entrare, mi afferrasti un polso con delicatezza ma decisione, bloccandomi ad un passo dalla porta. -Non scappare, ti prego - lacrime ripresero a scorrermi sul viso, mentre tu sussurrandomi dolci parole mi facesti girare verso di te -Scusa se ti ho fatto piangere, non pensavo che con un bacio ti avrei sconvolta - questa tua frase mi fece sorridere e presa dal momento ti baciai inaspettatamente, proprio come tu feci con me.

Ciò che non possiamo perdere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora