Stupida. Ecco cosa ero.
Ho perso tutto dentro a quelle quattro mura. Orgoglio, purezza, dignità, me stessa.
Sento di aver saltato così tante tappe della mia vita che pagherei oro per ritornare indietro.
Mi guardo allo specchio.
Ero solo una ragazzina di sedici anni. Così ingenua e pura. Così bisognosa di amore. Da quel momento sono cambiata, sia mentalmente che fisicamente.
A stento mi riconosco nel riflesso di fronte a me. Le mie mani salgono con lentezza verso la scollatura, abbassando di poco il bordo della maglia.
Un livido violaceo campeggia sulla mia pelle e ricopre l'intera spalla destra.
Il dolore, fisico e psicologico, si fa sentire tutto d'un colpo quando, con due dita sottili, lo sfioro appena.
E come un flash tutto ritorna. Sento il bruciore forte della sconfitta invadermi i sensi e le paure insinuate nella mia testa esplodere con una violenza inaudita. Mi stavo auto distruggendo.
Non avrei potuto continuare in quella direzione. Dovevo fare un cambiamento radicale.
Intanto gli occhi si inumidiscono sotto il peso dei ricordi e delle paure. Li chiudo forti, assaporando sulle labbra il gusto salato, e fin troppo conosciuto, delle lacrime.
Avevo amato una persona che mi ha distrutta completamente, che aveva fatto di me ciò che più desiderava.
Dopo che mia lasciò mio padre, avevo passato gli anni a cercare in qualsiasi uomo una figura paterna.
Fino a quando non avevo conosciuto
Jason Hill, un ragazzo inglese di 28 anni.
Certo, tra di noi c'era una bella differenza, 12 anni.
Ma con lui mi sentivo protetta e capita.
Mi sentivo speciale per qualcuno.
Mi sentivo apprezzata e sopratutto credevo di essere amata.
Non capisco, perché non riesco a dimenticare? Le ferite sono così profonde da non riuscire a rimarginarsi in fretta, o solo sono ancora troppo fresche?~ spazio autrice~
Non ho resistito a postare una nuova storia.
Spero che vi incuriosisca.
Continuerò non appena ci saranno dei voti e dei commenti.
Grazie a tutti.
Bianca 🙊