Il corteggiamento.
Eren aveva una bizzarra espressione sul volto, pareva come in una fase di sollievo a seguito di una lunghissima tortura, ma vi era pure della tenue incredulità nei suoi occhi... come se non si aspettasse nemmeno di giungere a quel giorno.
Arrivai di fretta, stavo correndo a perdifiato nella speranza che le mie gambe fossero più veloci degli occhi di mio padre o delle guardie. Infatti temevo proprio che uno dei soldati di ronda mi riconoscesse e mi riportasse da lui.
Ero sola mentre mi dirigevo alla clinica, non volevo coinvolgere nessuno nella mia follia. È un pensiero maligno, ne sono consapevole, ma credo che le guardie, alla vista di una marleyiana sola, avessero perso interesse nella ricerca... per loro era un'esperienza di gran lunga più entusiasmante riportare a casa una marleyiana e massacrare di legnate un eldiano.
Quando giunsi nel vecchio cortile che clinica e ospedale condividevano, con mia sorpresa, non avevo trovato nessuno. Era deserto, come se persino i malati cronici si fossero rinsaviti alla maniera di Lazzaro e fossero andati alla fiera.
- Sono qua.
Puntuale come sempre, la pacata voce di Kruger giunse alle mie orecchie, facendomi sussultare.
Era su un balcone e si stava appoggiando al parapetto di marmo diroccato.Mi domandai come facesse a fidarsi così ciecamente di quell'edificio tanto rovinato e vecchio. Ma, forse, più che fiducia era disperazione la sua... come se anche cadere e morire gli offrisse a sua volta uno spiraglio di speranza.
- Sali. Non dovrebbero farti storie.
E infatti non me ne fecero, dopotutto sono una marleyiana.
Ricevetti giusto qualche occhiataccia sghemba mentre salivo le polverose scale di pietra."Noi odiamo fare i turni in questo postaccio e lei ci viene pure durante il giorno libero" queste erano le frasi delle mie compagne, le altre future infermiere. Probabilmente quelle persone di turno in clinica stavano pensando la medesima cosa... soprattutto quando spiegavo di essere in visita percepivo il pungente fastidio dei loro sguardi su di me.
Mentre varcavo la soglia della stanza di Eren avevo letteralmente il cuore in gola. Sentivo le palpitazioni risuonare in ogni antro del mio corpo... persino nella punta delle dita. L'eccitazione per quell'incontro era tanta e il fatto che mi stesse invitando nella sua stanza, nella sua intimità, non faceva altro che amplificare quell'orchestra di sensazioni.
Esordii con un timido saluto, facendo curiosamente capolino da dietro la porta e squadrando la sua camera. Era ordinata, il letto era rifatto e le bianche coperte non presentavano la minima piega, come se non avesse mai riposato da quando aveva terminato la guerra, come se avesse trascorso tutto il tempo chino sulla panchina in cortile.
Sui due piccoli comodini non vi era nulla, giusto un campanello di servizio che, quasi sicuramente, non usava mai. Le pareti erano d'un accecante bianco ospedaliero, avrei voluto imbrattarle per quanto erano fastidiose alla vista.
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Ali di Piombo |𝒜𝓉𝓉𝒶𝒸𝓀 𝑜𝓃 𝒯𝒾𝓉𝒶𝓃
Fanfiction• 𝑬𝒓𝒆𝒏 𝒙 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓 • Una deludente e nebbiosa mattinata a Liberio fu l'inizio. Quando il tuo paese è spezzato a metà da continui conflitti e l'unico amore della tua infanzia diviene irriconoscibile per colpa della guerra e dell'oppressione...