Numerose grida e schiamazzi divertiti squarciarono l’aria di un caldo pomeriggio di metà luglio. Una risata più forte e acuta delle altre attraversò il cortile che si estendeva dietro la stravagante costruzione.
Un bolide potente, comparso dal nulla, inseguiva uno gnomo da giardino, che impaurito correva nell’erba alta nascondendosi al suo aggressore.
« L’ho mancato per poco! » Fred Weasley sulla sua vecchia scopa planò verso il basso, sfiorando con i piedi l’erba fresca. « Stupido gnomo! »
La Tana si era trasformata in un improvviso campo di Quidditch e i gemelli si stavano allenando con Ginny.
« È tutta l’estate che ti alleni, Fred! La verità è che quello gnomo è più veloce del tuo tiro ». Ginny sghignazzò con aria divertita. Con un gesto della mano si portò indietro i lunghi capelli rossi che brillarono al sole.
Infuriato il fratello le lanciò un bolide così potente e quasi invisibile che la mancò per un soffio.
« Ma sei impazzito!? Potevi uccidermi… » la piccola Weasley si piegò sulla sua Comet e scese in picchiata inseguendo Fred.
Dall’altro lato del cortile George ululò dal ridere. « Fratello, aiutami! Non stare lì impalato. Fa’ qualcosa! Fermala! George... »
Fred accelerò velocemente e la sua scopa puntò verso l’alto sorvolando la piccola foresta al limite delle colline vicine.
« Adesso sai cosa prova quello stupido gnomo ogni volta che lo riconcorri! » Ginny si era avvicinata di parecchio. Era diventata molto abile e veloce negli ultimi mesi. Ad un colpo di scopa del gemello, schizzò anche lei a sud verso le colline.
Harry aveva assistito a tutta la scena da lontano. Tra il divertito e il curioso raggiunse George al centro del cortile che si piegava in due dalle risate.
« Spero che Fred sia più fortunato… » disse il mago con gli occhiali indicando alla sua destra il piccolo gnomo rosso steso per terra. Alla fine il bolide lo aveva centrato in pieno.
« È la fine che si merita! Harry, bentornato! » George scese dalla sua scopa e batté affettuosamente la mano sulla sua spalla. « Finalmente sei venuto! Possiamo allenarci sul serio, adesso… »
Harry sorrise al battitore della sua squadra di Quidditch di Grifondoro. Un’altra risata lo raggiunse poco dopo. Fred aveva seminato Ginny, scagliando un incantesimo di Confusione sulla Comet.
« HARRY POTTER, IL MAGO CON GLI OCCHIALI! » scandì le lettere una alla volta. « Non vedevo l’ora! Adesso posso smettere di rincorre gli gnomi! » Fred abbracciò l’amico con grande entusiasmo. « Ti aspettavamo con ansia. Tra due giorni arriveranno i giocatori della vecchia squadra, sarà come una volta! Sarà una vera partita di Quidditch, come ai vecchi tempi… Papà ha trovato in un vecchio magazzino a Cornk Land alcuni manici di scopa e li abbiamo messi a nuovo… »
« Secondo Charlie sono appartenute alla vecchia squadra dei Jekley. Quando il loro Capitano morì, i giocatori si ritirarono da ogni torneo e dalla Coppa del Mondo e il gruppo si sciolse. Che peccato! Da allora le loro scope sono scomparse… » concordò George agitando la bacchetta per far rinvenire lo gnomo tramortito.
Harry era arrivato da poco a casa del suo amico Ron. Il signor Weasley si era presentato a Privet Drive con la sua Anglia e aveva parcheggiato nel vialetto dei Dursley. Vestito con un abito anonimo da Babbano, Arthur era andato a prendere il giovane mago per invitarlo al Campionato giovanile di Ruba Palla Volante, un gioco che andava in voga tra le streghe e i maghi più adulti.
Gli zii erano stati abbastanza cordiali da far entrare in casa lo strambo uomo, amico del nipote, e offrirgli del the. Emozionato e curioso come un bambino, per tutto il tragitto di ritorno Arthur Weasley gli aveva fatto il terzo grado sulla funzionalità di un’aspirapolvere elettrica e di un fornetto microonde.
Rivolse uno sguardo sbalordito ai gemelli, mostrando interesse per la storia che gli stavano raccontando.
« Le avete già usate? » chiese Harry con curiosità. Non vedeva l’ora di poterle ammirare dal vivo. Pensò alla sua Firebolt distrutta e si rabbuiò per un momento. Immerso nei suoi pensieri , non si rese conto di un bolide potente e preciso che puntava verso di lui.
« Harry! » gridò qualcuno alle sue spalle. Si girò e il bolide lo investì in pieno.
Bang! Il colpo fu terribile. Un dolore lancinante si propagò dal centro del petto e si diffuse nello stomaco e lungo l’addome.
Harry strabuzzò gli occhi, sentì il cuore in gola e cadde pesantemente all’indietro. Rotolò per alcuni metri nell’erba e poi si accasciò al suolo immobile. Perse la cognizione del tempo e per quelli che parvero pochi istanti o lunghe ore vide solo buio intorno a sé.
Sembrava di trovarsi in uno dei suoi sonni senza sogni. Poi sentì qualcosa di caldo sul suo viso. Quel contatto così sconosciuto ma familiare allo stesso tempo gli ricordò che era vivo. Riconobbe delle mani piccole e delicate.
« Mi senti? Harry, svegliati! Harry… » Qualcuno urlava il suo nome. La voce che aveva parlato era disperata e preoccupata.
« Non risponde! Non risponde! » L’urlo divenne un sussurrò e poi un singhiozzo. « Mamma, vieni… » Il tocco delicato divenne più saldo. Le mani, che prima lo avevano sfiorato, iniziarono a scuoterlo con più forza, prese dal panico.
« Apri gli occhi, Harry! » sussurrò la voce femminile. « Harry, riesci a sentirmi? »
Un rantolo uscì dalla sua bocca. Il dolore al petto era terribile. Si mosse piano e afferrò la mano che stringeva la sua. A quella stretta Ginny, china su di lui, scoppiò a piangere spaventata.
« Ginny… ti sento… » riuscì con fatica a pronunciare poche parole. Un’altra fitta di dolore lo colpì di nuovo.
« Mi… mi dispiace. È stata colpa mia. Non sapevo… il bolide… Fred… » farfugliò la ragazza, provando a scusarsi tra i singhiozzi.
Harry aprì gli occhi e la luce accecante lo invase. La testa girava forte e lentamente la vista tornò nitida. Riconobbe Fred e George in lontananza che correvano seguiti dalla signora Weasley. Si mise a sedere con gran fatica mentre Ginny al suo fianco tirava su con il naso. Le strinse di nuovo la mano e la osservò per un istante. Voleva consolarla, dirle qualcosa ma era confuso e dolorante. Non riusciva a ragionare.
Molly Weasley strattonò Ginny e si chinò su di lui preoccupata.
« Harry caro, come stai? Ma cosa è successo? Vieni, andiamo dentro. Una delle mie tisane alle erbe e un po’ di riposo ti aiuteranno. George … Fred… qui. Forza! »
Aiutato dai gemelli, Harry si alzò da terra e si mise in piedi.
« Ehi, Harry, hai la testa più dura di quella dello gnomo abbattuto da Fred. Ho impiegato diversi minuti per farlo rinvenire… » sghignazzò George al suo fianco, mentre attraversavano il cortile.
Harry provò a ridere ma una nuova fitta partì dal suo costato. Lentamente risalirono il vialetto ed entrarono nel salotto. Un odore di crostata al limone e di siero di cedro invase le sue narici. Con qualche sforzo arrancò fino al divano e si accasciò sui morbidi cuscini consunti.
La mamma dei gemelli lo aiutò a stendersi, con un colpo di bacchetta ripulì il sangue dal suo viso e placò il dolore all’addome con un incantesimo di Rilassamento. Poi pose tra le sue mani una tazza fumante ricca di qualche erba medica.
« Bevi, Harry caro, prima che si freddi. Starai meglio… » disse in tono premuroso prima di sparire in cucina.
In quel momento Ron corse giù per le scale. « Ero in camera e ho sentito mamma chiamare il tuo nome a gran voce… Harry, cosa è successo? Che hai combinato? Miseriaccia… » Il suo miglior amico gli rivolse uno sguardo preoccupato e interrogativo.
« Il benvenuto di Ginny! Voleva vendicarsi… » sbottò Fred con il suo solito tono divertito.
Lo sguardo di Ron passò da Harry a Fred. « Vendicarsi?! E di cosa? »
« Di tutto il tempo perso dietro a te! Attento alle donne, non bisogna mai farle arrabbiare, Potter! » George e Fred ulularono insieme e scoppiarono a ridere pensando ai problemi adolescenziali della sorella minore.
Imbarazzato, Harry rivolse uno sguardo incerto all’amico che non aveva compreso le parole dei fratelli. Stava per tuffarsi sulla tazza ancora fumante tra le sue mani, quando con la coda dell’occhio vide una massa di lunghi capelli rossi attraversare il piccolo ingresso della casetta e sparire in giardino. Ginny aveva assistito al separietto dei gemelli.
Poco più tardi, mentre il sole arancione inondava di raggi dorati il salotto della Tana, la mamma di Ron avvisò i ragazzi che il marito avrebbe tardato e che era ora di mangiare.
La cena fu così piacevole che Harry dimenticò il dolore al petto. Molly Weasley aveva preparato lo stufato di carne e patate con un contorno di peperoni ripieni di verdura. L’allegria della famiglia e l’atmosfera calorosa della Tana scaldarono il suo cuore. Il giovane mago mangiò di gusto tutto quello che aveva nel piatto e riuscì perfino ad ingurgitare due fette di crostata, uno dei suoi dolci preferiti.
Fred e George litigavano per uno stupido giocattolo di gomma che avrebbe dovuto spruzzare gel di lumaca, mentre Ron era intento a sventrare la terza fetta di carne.
Rilassato e felice, osservò la scena davanti a lui e soltanto allora si rese conto dei due posti vuoti a tavola. Ginny non era uscita dalla sua camera per cenare con la sua famiglia. Harry si rabbuiò e si sentì in colpa. Sapeva che la ragazza si sentiva responsabile di quanto accaduto. Avrebbe voluto parlare con lei, almeno provare a spiegare che non era arrabbiato, poi Ron lo distrasse dai suoi pensieri proponendogli una partita a scacchi magici.
Dopo diverse partite perse, Harry rinunciò a sfidare ancora una volta Ron e insieme si incamminarono verso la soffitta per andare a dormire. La stanza di Ron era stata riordinata da poco e il suo amico gli mostrava trionfante il nuovo poster dei giocatori Dubliners, che aveva vinto a gobbiglie giocando contro Charlie.
« Ascolta, Harry, guarda qui… anche questo Spioscopio è nuovo! Non trovi sia fantastico?! La vecchia zia Muriel ci ha raccontato che… » Ron si tuffò in una lunga conversazione in cui sciorinava nomi ed eventi di poca importanza.
Harry era stanco e avrebbe preferito di gran lunga andare a dormire ma non voleva offendere il suo miglior amico che era al settimo cielo per tutte le nuove cianfrusaglie che finalmente possedeva.
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Un'estate alla Tana
FanfictionHarry trascorre le vacanze estive alla Tana, vivendo la vita di un ragazzo normale. Senza la magia, che non può essere usata lontano da Hogwarts, il nostro mago è un ragazzo che vive gelosie e difficoltà come tutti, scoprendo anche l'amore. Ed è pro...