Rimasto da solo, il giovane si strinse nella felpa e si guardò intorno. Il quartiere dove abitava Hermione era carino e ben tenuto. Trascinò il pesante baule e la gabbia fino al basso cancello della villetta dei Granger.
Il vento si era alzato e la notte incombeva. Il giovane mago risalì il vialetto, immaginando l’espressione stupita della sua amica. Si figurò con lei e i suoi genitori a tavola a discutere dello studio dentistico o di medicine.
Bussò alla porta eccitato e attese ma non successe nulla. Provò di nuovo ma nessuno aprì l’uscio di casa. La villetta era deserta e buia. Nessun rumore proveniva dalla casa. Poi Harry pensò che i Granger potevano ancora essere in giro per l’Europa.
« E adesso che faccio? » chiese a se stesso maledicendo il suo orgoglio.
Poteva tornare da Dursley nella noiosa Privet Drive e trascorrere lì gli ultimi giorni di vacanza ma non aveva alcuna intenzione di sopportare i soprusi e le ramanzine dello zio.
In realtà, lui aveva una casa. Quella di Sirius era a Londra…
Sarebbe stato terribile rimettere piede a Grimmuald Place, ritornare lì dove era stato felice con il suo padrino. I ricordi presero il sopravvento e il dolore ritornò di nuovo. Le mancanze, la solitudine, la famiglia…
Un sonoro crac nell’ombra poco distante lo distolse dai suoi pensieri. Qualcuno si era materializzato a pochi metri da lui. Afferrò la bacchetta pronto a combattere quando una voce familiare lo chiamò.
« Harry, perché non mi hai chiamato? Testardo come al solito… » Remus Lupin camminava a passo lento verso di lui, sorridendo.
« Lupin! Che ci fai qui? Come… » chiese Harry felice di rivedere l’amico del padre.
« Pensi che potremo mai lasciarti da solo?! Ginny ha contattato Tonks e ci ha detto che stavi venendo qui. Ho parlato con Silente. Andiamo! »
« Silente?! Dove? »
« Vuoi restare qui? I Granger sono ancora in vacanza e non penso tu voglia trascorrere la notte in strada. È vero, non c’è la luna piena ma qui fuori ci sono altri pericoli, soprattutto per te! Andiamo… »
Harry era titubante. « Ecco, Lupin, io non me la sento… »
« Harry, andiamo a casa mia… » sussurrò il suo vecchio professore. « Non preoccuparti, starai bene… »
Il ragazzo con gli occhiali sorrise all’uomo. Gli era grato per non aver parlato di Sirius e della sua morte. Il giovane mago si aggrappò al braccio di Lunastorta e insieme di Smaterializzarono per poi apparire qualche secondo dopo nel viale di un piccolo cottage di pietra.
« Benvenuto nella piccola dimora dei miei nonni, giovane Potter! » sorrise Remus allargando le braccia.
Harry si guardò intorno meravigliato. Non sapeva di preciso dove si trovassero ma il villino in pietra era antico e delizioso. Lo steccato in legno e gli alberi alti davano un tocco rupestre alla solitaria casetta. Il tetto era fatto di tegole sporgenti in coccio rosso e le finestre avevano davanzali in legno di quercia.
« Lupin, che bella! Non sapevo… »
Il mago fu interrotto dall’uscio che si apriva alle sue spalle. Una donna piccola e dalla chioma rosa gli corse incontro soffocandolo in un abbraccio di benvenuto.
« Tonks! »
« Tu sei un pazzo! » lo rimproverò Ninfadora Tonks, la cugina di Sirius. « Ti metti sempre nei guai! Ci hai fatto preoccupare… Vieni, entriamo in casa e raccontaci quello che è successo… » La giovane strega lo prese sotto braccio e lo condusse in casa, seguita da Remus.
Il piccolo cottage era ammobiliato con vecchi mobili dell’800 francese. Una credenza consunta ma di un piacevole colore azzurro si abbinava alle tende e al tappeto al centro del salotto. Un fuoco scoppiettante ardeva nel camino in pietra rotondo.
Dopo essersi rifocillati con una buona porzione di pudding gallese, Tonks preparò il the e si accomodò nella poltrona accanto alla finestra che dava sul vialetto.
Harry solo in quel momento si rese conto dell’aspetto provato e stanco di Lupin ed ebbe la consapevolezza che tutti in quella stanza stavano soffrendo molto per la perdita di Sirius.
Era arrivato il momento per liberare finalmente il dolore che aveva dentro, condividere con le persone che più lo avevano amato la sensazione di vuoto e l’assenza che la sua scomparsa aveva lasciato.
Cercò nella sua mente il ricordo più bello che aveva del suo padrino e alla fine ne scelse due. Il primo fu nel momento in cui avevano sorvolato la Foresta Proibita e il Lago Nero cavalcando Fierobecco e il secondo quando Sirius gli chiese di andare a vivere con lui a Grimmuald Place e creare insieme la loro famiglia.
Mentre ricordava e raccontava, le lacrime così a lungo trattenute inondarono il suo viso e i suoi occhi verdi. Tonks e Lupin ascoltarono in silenzio e condivisero a loro volta altri ricordi di Sirius, i momenti trascorsi insieme e le follie fatte da ragazzini.
Sirius era sempre stato gradasso, affascinante e sicuro di sé. Possedeva la bellezza dei Black ma aveva maturato il coraggio e la vivacità vivendo con i Potter.
Era sempre stato discolo ma intelligente, generoso ed estremamente incurante delle regole. A 16 anni era scappato di casa, rifiutando l’oscurità e rinnegando la sua famiglia. Brillante, a volte superbo ma sempre amichevole, aveva il sogno di girare il mondo sulla sua moto volante.
La notte trascorse tra risate, lacrime e tanti ricordi da raccontare. Soltanto alle prime luci dell’alba, quando il sole fece timidamente capolino nel piccolo cottage, illuminando di oro le tende azzurre, Harry si addormentò consapevole che il dolore si stava tramutando in una dolce malinconia e che sarebbe stato di nuovo bene.
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Un'estate alla Tana
FanfictionHarry trascorre le vacanze estive alla Tana, vivendo la vita di un ragazzo normale. Senza la magia, che non può essere usata lontano da Hogwarts, il nostro mago è un ragazzo che vive gelosie e difficoltà come tutti, scoprendo anche l'amore. Ed è pro...