Amici

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Nei quattro giorni successivi Lupin trascorse molto tempo fuori casa e Tonks si prese cura di Harry dedicandogli le attenzioni di una sorella maggiore. Il giovane mago aveva notato il legame che si era creato tra lei e Remus, l’amore che forse li univa ma non chiese mai nulla.
   Osservava in disparte e sperava che il cuore buono del suo professore preferito avesse finalmente potuto trovare la pace accanto alla dolce Tonks.
   « Harry, sta’ fermo! I tuoi capelli sono indisciplinati tanto quanto te. Se ti muovi non riesco a tagliarli! » Tonks rinunciò poco dopo al tentativo di dare un ordine alla sua chioma ribelle.
   « Non ci riuscirai mai! E prima che tu me lo chieda, niente gel o creme… »
   Tonks stava per ribattere quando Lupin entrò in casa con un sorriso contagioso. « Harry, ho una… anzi, due sorprese per te! »
   « Cosa? » chiese il giovane sfuggendo alle grinfie di Tonks.
   La porta di casa si aprì e Hermione corse ad abbracciarlo. La foga della sua amica era stata così forte che caddero pesantemente all’indietro finendo a gambe all’aria sul tappeto rotondo.
   « Harry, che bello vederti! Come stai? Perché sei andato via? Io ero in Europa e quando sono tornata e mi hanno raccontato tutto… Io… io… avrei dovuto lasciare una chiave di emergenza sotto il vaso della pianta di menta in giardino. Ma perché non mi hai scritto? Sarei tornata subito… mi hai fatto preoccupare e… » disse Hermione senza più fiato.
   « Hermione, calmati! Anche tu mi sei mancata! Sto bene… »
   « Sì, lo vedo! Scusami, ero così agitata… tutti lo eravamo… »
   « Come stai? Il tuo viaggio? Raccontami… » propose Harry liberandosi dalla stretta opprimente dell’amica e prendendole la mano.
   « Oh, il mio viaggio è andato bene. Mamma e papà sono felici. Ti racconterò tutto con calma più tardi. Adesso qualcuno vorrebbe parlare con te… » sussurrò Hermione titubante. « Promettimi che non ti arrabbierai e che ascolterai in silenzio… »
   « Cosa? »
   « Prometti! » ripeté di nuovo l’amica.
   « Prometto! » concordò Harry.
   « Hai promesso, Harry! Puoi entrare, Ron… » disse Hermione aprendo l’uscio di casa.
   Ron Weasley entrò impaurito e remissivo. I capelli rossi erano stati sistemati e gli occhi azzurri erano dispiaciuti e imbarazzati.
   « Ciao, Harry… »
   Alla vista inaspettata del suo amico, Harry reagì di istinto.
   « Non adesso! Non è il momento, Hermione… » sentenziò in tono duro.
   « Harry… » Hermione puntò il dito verso di lui, « l’hai promesso! Concedigli solo pochi minuti. Ti prego, ti prego… »
   « No! Andate via, non ho voglia di litigare! »
   « Ti farò i compiti per un mese… » propose Hermione.
   « E io ti cederò la mia stanza a Natale quando verrai a casa. Sono venuto in pace, Harry… » esclamò Ron.
   « Non voglio la tua stanza! »
   « Harry, ti prego… fidati di me! » insistette Hermione ancora una volta.
   Il giovane mago si guardò in torno in cerca di una scappatoia. Gli occhi di Hermione erano supplichevoli e la sua amica difficilmente si sbagliava. Sbuffò ma alla fine cedette alle sue richieste.
   « Lo faccio solo perché non ci vediamo da tre mesi. Solo perché mi sei mancata… » disse Harry ignorando lo sguardo dell’amico. Si voltò e si sedette nella poltrona in attesa.
   « Da… da dove comincio...? » chiese Ron più a se stesso che ai suoi amici.
   « Dalla pozione… » propose Hermione con un sorriso incoraggiante.
   « Harry, scusa, io non volevo cacciarti di casa. Mi pento di tutto quello che ho detto e ho fatto in quei giorni. Non ero in me… » Ron sospirò nervoso.
   « Che vuoi dire? Ti hanno stregato…? » disse Harry senza sarcasmo nella voce.
   « In un certo senso… » sorrise l’amico e poi iniziò a parlare accompagnando il duo discorso con grandi gesti e qualche buffa espressione.
   Ron raccontò di cosa era accaduto dopo la sua partenza dalla Tana. Arthur era tornato a casa e aveva avvisato Ginny di mandare un gufo ai gemelli per chiedere loro se avessero notizie di Harry. La moglie lo aveva lasciato a casa di Hermione ma poi si era ricordata della vacanza dei Granger. Era ritornata indietro convinta di trovarlo nel vialetto ma aveva scoperto che non c’era.
   In preda al panico, aveva pensato che fosse stato catturato da qualche Mangiamorte ed era tornata a casa in lacrime. Così i Weasley avevano contattato l’Ordine per avvisare della situazione e per avere notizie. Nessuno sapeva nulla, avevano controllato dai Dursley e a Grimmuald Place, per poi recarsi dai Lovegood e persino da zia Muriel ma di Harry nessuna traccia.
   C’era soltanto un ultimo posto da controllare, il negozio dei gemelli a Diagon Alley. Quando Fred era andato alla Tana per comunicare l’esito negativo, Molly era sbiancata e aveva cominciato ad inveire contro Ron. Le cose non potevano andare peggio: Silente era in viaggio e Harry Potter non si trovava.
   Qualcosa non tornava nel comportamento di Ron perché era confuso e non aveva capito la gravità della situazione. Durante il litigio con la madre era scivolato a terra e si era addormentato all’istante. Quando si era ripreso, non aveva memoria degli avvenimenti degli ultimi giorni. L’ultima cosa che ricordava era quella di trovarsi nel retrobottega del laboratorio dei Tiri Vispi Weasley, mentre beveva un sidro di arancia da una delle caraffe di vetro… poi il vuoto.
   Soltanto in quel momento era venuta a galla la verità. George aveva confessato che la caraffa in magazzino conteneva una pozione sperimentale che lui e Fred avevano inventato. Si trattava di un sidro della Rabbia che andava perfezionato poiché gli effetti sugli umani non erano ancora stati collaudati. La pozione portava chi la assumeva a provare gelosia e ira con effetti collaterali di rabbia, scontrosità e violenza per diversi giorni senza rendersene conto.
   «… e avendo bevuto quell’intruglio sono stato stregato… STREGATO, HARRY! Io non ero io… » esclamò Ron infine. 
   Harry, che aveva ascoltato tutto il racconto senza proferire parola, aveva gli occhi spalancati e non riusciva a credere a quello che era accaduto.
   « Non ricordo esattamente cosa ho fatto e ho detto ma da quello che mi hanno raccontato, ho esagerato… Scusami, davvero! Io tengo alla nostra amicizia più di qualsiasi altra cosa e non voglio perderla. Non ti avrei mai cacciato di casa… se acchiappo i miei fratelli, questa volta li ammazzo… » minacciò Ron.
   Finalmente libero e senza più paure attese in silenzio e con lo sguardo teso la risposta del suo migliore amico.
   Harry osservò i suoi amici e fece lo stesso con Tonks e Lupin che risposero sereni al suo sguardo. Si prese la testa tra le mani e scoppiò a ridere all’improvviso.  Tutta la delusione e la rabbia si erano dileguate in un attimo e si erano trasformate in una voglia matta di ridere. Con le lacrime agli occhi guardò il suo compagno di scuola.
   « Cosa ha fatto tua madre a Fred e George? »
   « Li ha banditi di casa e ha sequestrato il negozio. Mio padre ha chiamato Makewell dal Ministero per controllare tutto quello che hanno creato e messo in vendita. Tiri Vispi Weasley è chiuso al momento e i gemelli sono da zia Muriel… » confessò Ron.
   «… Non ci posso credere! Ok… »
   « Ok… cosa? »
   « Ok, ho capito… Va bene! » ripeté Harry.
   « Non sei più arrabbiato?! » Ron lo guardò esterrefatto.
   « Non più e adesso che so la verità non posso che ridere! »
   « Quindi mi perdoni? Siamo di nuovo amici? »
   « Ron, noi siamo sempre stati amici. Beh… non è stato un bel momento ma non eri tu. E lo capisco… »
   « Grazie, Harry! Sei il migliore… » Lo sguardo di Ron si estese in un bel sorriso rilassato.
   Hermione in lacrime afferrò Ron e abbracciò Harry con forza.
   « Ragazzi… sono… sono così felice che abbiate risolto tutto! Non osavo immaginare cosa poteva succedere… »
   Harry imbarazzato sciolse l’abbraccio in silenzio e sorrise.
   « Sì, sono contento anch’io. Deve essere stato terribile… » si scusò Ron.
   « Siamo di nuovo insieme e voi siete qui. Questo per me conta più di tutto il resto! » confidò Harry a voce bassa mentre vide Lupin sorridere sotto i baffi.
   « Perfetto! Tutto è andato bene! Noi andiamo ad avvisare tua madre. Parlate con calma… »
   « No, Remus. Devo parlare io con lei. È ancora arrabbiata con me… » ammise Ron. « Ci vorrà un po’ per farle digerire la situazione. È stata veramente male e devo correre ai ripari finché sono in tempo! Andiamo? » si rivolse al suo amico.
   « Dove? »
   « Ovviamente a casa, Harry! »
   « No, mi dispiace! » intervenne Tonks nella discussione prima che Harry potesse rispondere. « Resti qui ancora un po’! »
   Tutti la guardarono sorpresi.
   « Voglio farti vedere una cosa! » mentì Ninfadora. « Voi andate alla Tana! Ci vediamo domani! »
   Lupin uscì di casa e si smaterializzò con Ron e Hermione.
   « Tonks… cosa succede? » chiese il mago con gli occhiali una volta rimasti soli.
   « Stai bene? »
   « Si, adesso. Davvero… »
   « Perfetto! Allora ci vediamo stasera e porterò qualcun altro con me! Adesso resta qui e non ti muovere! »
   Harry stava per chiederle spiegazioni ma la risata di Tonks non glielo permise. « No! È una sorpresa… Lo scoprirai più tardi! » lo salutò e si smaterializzò anche lei.

Un'estate alla Tana  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora