•10• Niente privacy

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Tornai a casa con la mente a pezzi, avevo solo una gran voglia di distendermi e liberare la mente. Ma la vita non era semplice e quando più si era intenti ad allontanare qualcosa o qualcuno più quest'ultimo te lo trovavi sotto casa con un paio di buste della spesa in mano ad aspettarti sull'uscio del portone d'ingresso.
"Pensavo che voi vip aveste una vita frenetica, sempre indaffarata."
Lui mi sorrise e indicò le buste che manteneva in una mano. "Ero a casa e volevo cucinare gli spaghetti al pomodorino fresco però poi ho pensato chi meglio di un'Italiana sa cucinarli?"
Mi avvicinai al portone e sospirai divertita.
"Caro, hai dei pregiudizi sulla mia gente."
Dopo aver chiuso la porta di casa alle mie spalle diedi istruzioni a Tom di tagliare i pomodorini e di riporli in una padella con il giusto condimento, nel frattempo io mi immersi nella calda atmosfera del mio bagno.
Appoggiai la fronte alle mattonelle mentre il getto d'acqua colpiva in modo ripetuto il mio corpo, inspirando profondamente.
Quando uscii dal bagno avevo raccolto i capelli bagnati in un codino e avevo indossato, come al solito, una tuta comoda.
Mi sedetti a tavola, avendo bisogno di qualche istante per riacquistare lucidità dopo una lunga giornata di lavoro. Mi alzai intenzionata a fare la mia parte per quella cena imprevista ma notai con mio grande piacere che era già quasi pronta.
Aggrottai le sopracciglia "Non ti serviva il mio aiuto, in fin dei conti."
"Scherzi? Sono bravissimo a cucinare" fece una breve pausa "ma volevo avere una scusa per vederti." Si girò nella mia direzione per scrutarmi. "Oggi essere ignorato da te è stato str.."
Lo interruppi con una domanda molto specifica "Come va con Zawe?" Lui posò il cucchiaio di legno che stava usando per mescolare il sughetto creatosi dai pomodorini.
"Non sarei venuto qui se non avessi chiuso definitivamente con lei." Sentii la sua voce aumentare di qualche tonalità. "Odio me stesso per averti ferito la sera in spiaggia, avevi una strano sguardo."
"Tom è cosi strano ciò che sta succedendo tra di noi, non so se è la cosa giusta." Dissi abbassando il capo. Parlava la mia parte insicura.
"Spiegati." Interloquí porgendomi il piatto fumante e dall'odore invitante.
"Tu sei tu, sei famoso, sei desiderato da tutti, sei elegante, estremamente sensuale, sei di un altro livello, sei cosí maturo e io..sono io." Dissi tutto d'un fiato e mi resi conto di aver detto troppo. Non volevo rendermi vulnerabile davanti i suoi occhi. Lui rise mentre si leccó un rivolo di sugo rimasto tra la sua barba.
"Tu invece sei diversa da tutte coloro che ho conosciuto, sei semplice, sei bella, estremamente sexy. Hai questa dobbiamo personalità: sai comportarti come un uomo ma anche da donna sofisticata. Sei coraggiosa e intraprendente. Non puoi riassumerti con io..sono io."
E prima che potessi controbattere aggiunse "E posso essere Tom Hiddleston sui grandi schermi ma sono un umano e la cosa che mi piace tra noi che per te sono solo Tom."
"Io volevo essere solo una tua amica." Solo allora alzai lo sguardo e l'osservai gustarsi quel piatto. Io ancora non avevo dato una singola forchettata perché sentivo lo stomaco sottosopra e quella conversazione non aiutava a sbloccarlo.
Lo guardai ridere. "Devo dire la veritá, io non l'ho mai pensato. Quel bigliettino ce l'ho ancora nel portafogli. Quel gesto banale ma allo stesso tempo esilarante mi ha fatto sentire spensierato e attratto da te."
Solo allora cercai di mangiare qualcosina, per il resto della cena parlammo delle nostre lunghe giornate.
Gli porsi un caffè dopo il pasto e lui strizzó gli occhi quando lo bevve tutto d'un fiato.
"È molto forte, di solito sono abituato a prendere caffè in tazze più grande." Io roteai gli occhi al cielo.
Ah...gli inglesi.
"Infatti quello non è caffè. Sono brutte copie che vogliono far passare per caffè, come la pizza. Orrenda." Dissi imitando un brivido di disgusto.
"Un giorno mi porterai a vedere la tua città?"
"Non ti piacerà."
"Voglio conoscere le tue origini e soprattutto tua madre."
Gesticolai un NonSeNeParlaProprio con l'indice a mezz'aria e risi "Ma sei pazzo, mi prenderebbe a sberle sapendomi con un vecchietto."
Lui si indicò il petto e guardó alle sue spalle come se quella parola non lo riguardasse minimamente.
"Non so a chi ti fai riferimento, ma io non vedo nessun vecchietto in questa stanza. Solo una donna fantastica.." si sedette sul divano e mi afferrò sistemandomi sulle sue gambe. "E un uomo sexy."
Iniziò ad accarezzarmi il viso e con il polpastrello delineò il contorno delle mie labbra, fu allora che le assaggiai senza il sapore del mare che coprisse il tutto.
Le mie mani accarezzarono ogni centimetro della sua barba, fino ad arrivare alla base del collo.
Sentivo le sue dita accarezzarmi la schiena, trasalii quando avvertii la sua pelle a contatto con la mia sotto la maglietta.
Fu allora che decisi di sfilarla senza ulteriori convenevoli. Lui mi guardò, passando le sua mano sul mio décolleté, con un gesto fugace mi indusse a cambiare posizione. Mi trovai in un attimo supina sul divano, mentre lui tempestava di baci ogni millimetro del mio corpo come se avesse bisogno di assaporarlo tutto.
Involontariamente gli strinsi i capelli e lo invitai a raggiungere nuovamente il mio livello.
Lui si sfilò, a sua volta, la maglietta e fu qualcosa di indescrivibile sentire il suo corpo tonico comprimersi con il mio.
Avvolse la sua mano attorno il mio collo e solo allora gemetti, pensai a quanto fosse bravo a far sentire una donna viva e desiderata.
Era fuoco e acqua allo stesso momento. Dolce ma anche impetuoso nell'attimo giusto.
Mi alzai dal divano e lo invitai nel mio letto, lui mi seguì a ruota non staccandomi gli occhi da dosso.
Fu qualcosa di stupefacente.

𝑼𝑵𝑹𝑬𝑨𝑳𝑰𝑺𝑻𝑰𝑪.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora