•6•Autostima, dove?

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Erano riusciti a costruire un vero e proprio ecosistema galleggiante.
L'area di Thamesmead si presentava a prima impatto come una palude ma con elementi architettonici contemporanei.
La scarsa luce non mi diede la possibilità di scrutare l'immensità di quel posto ma potei ammirare i laghi e i canali posti per tutta l'area interessata. In base a quello che lessi su un cartello introduttivo erano intenti a creare una zona dove potevano crescere piante autoctone delle zone umide, aumentando la biodiversità e fornendo un "Trampolino di lancio" per la fauna selvatica in tutto il sistema di canali artificiali.
Lo guardai e non so perché lo ringraziai per avermi fatto conoscere quel posto.
"Sì non sono luoghi che trovi tra le attrazioni principali!" Spiegò lui con assoluta fermezza.
"Se ci fosse stato lo avrei saputo, siccome le ho visitate quasi tutte." Dissi ridendo.
Tagliò corto a quella conversazione e si affrettó a sedersi verso una panchina in legno, posta vicino la riva di un canale.
Quella sera la definii perfetta siccome ero in compagnia di un uomo molto interessante, di un luogo meraviglioso appena scoperto e la luna era piena.
Il cielo illuminava flebilmente l'atmosfera che c'era attorno a noi.
Quando mi sedetti sulla panchina percepii il freddo intrappolato dentro di essa e un brivido mi percorse la spina dorsale manifestandolo, in modo involontario, anche tramite linguaggio del corpo.
Tom mi osservò e capii subito il suo gesto di galanteria: si tolse la parte di sopra di quel completo elegante e anche contro le mie proteste me lo appoggiò delicatamente sulle spalle.
Quando lui fu intento a guardare la luna, io approfittai di annusare il colletto della sua giacca.
Non sono strana, va bene?
Quel profumo di pino fresco mischiato con l'odore del tabacco mi inebriò le narici.
Mi sentii un po' in imbarazzo quando lo feci ma la curiosità di sapere di cosa odorassero i suoi vestiti prese il sopravvento su di me in quella situazione.
Quando mi resi conto di averla fatta franca da quel gesto che non sarei riuscita a spiegare, decisi che volevo scoprire perché una persona così influente avesse bisogno di me per avere un'amica.
Gli poggiai una mano sulla camicia ormai umida e cercai un contatto visivo nell'intento di farlo sbloccare siccome era evidente che avesse bisogno di sfogarsi.
"Allora si può sapere chi ti ha fatto arrabbiare?"
Lui sorrise in modo forzato e notai l'accrescersi di quelle rughette particolari che gli si formavano vicino gli occhi.
"Solo ora ti posso dire che mi sento un po' in imbarazzo nell'averti chiamato."
Sentii le guance avvampare, non sapendo a dove sarebbe voluto andare a parare.
"Non fraintendere! Quella sera al cinema ho adorato parlare con te e quando mi hai dato quel bigliettino ho riso tantissimo dentro di me."
Mi fece uscire un sorriso in quella situazione un po' tagliente.
"Il giorno dopo quando ti ho rivista non sapevo cosa pensare ma il tuo panico si notava a dieci metri di distanza. Ma quando i giorni passavano..." Distolse il contatto visivo e si inumidii le labbra "...sentivo una specie di mancanza che non riuscivo a capire da dove potesse provenire, succedevano cose e inspiegabilmente avevo voglia di raccontatele. Eppure è così prematura la cosa."
Io all'improvviso sgranai gli occhi non sapendo di cose stesse parlando.
"Sei la spensieratezza in persona e mi metti di buon umore, sempre."
"Grazie?" Osai dire ridendo. Ero totalmente confusa per quella situazione che non riuscivo a dare un titolo ai miei sentimenti. Speravo tanto che non mi stesse dicendo in parole povere che fosse interessato a me perché loro potevano avere chiunque e io di certo non mi sentivo all'altezza degli standard.
"Sono stufo della gente che pretende cose da me, stufo delle persone false e stufo che mi sento limitato in questa vita."
Pronunciò questa frase con tono così triste che per un momento riuscii a percepire le sue emozioni.
Io lì per lì mi sentii impotente e titubante su quello che avrei potuto dirgli per confortarlo. Alla fine non ne sapevo niente di quel Mondo ma potevo immaginare lo stress di non avere un totale controllo della propria privacy.
"Da ogni situazione derivano complicanze e benefici. Sta a te se guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Le persone false, poi, esistono ovunque. Ma per la privacy sì, è una bella merda."
Lui si girò, guardandomi negli occhi sorridendo. La sua espressione esprimeva tranquillità, sensualità e nervosismo.
"Parlami un po' di te." Disse tutto d'un fiato. "Sono curioso."
All'improvviso mi sentii un po' impacciata perché sicuramente la mia vita non era frenetica e interessante come la sua.
"Non saprei cosa dirti, tutto nella norma."
"Hai incluso così tanti dettagli che mi hai fatto sentire il vivo della storia."
Percepii la sua nota di sarcasmo e il suo tono autoritario mi portó a pensare gli "High-moment" della mia vita.
"Come già saprai sono Italiana. Nella mia vita non ho mai combinato niente di definitivo. Il mio futuro mi è sempre parso nero e impreciso forse perché fondamentalmente non so in cosa sono brava ma nel contempo mi piace fare tutto. Ho cercato di trovare un posto nella società, di seguire le regole ma per una donna a volte è difficile siccome tutti si aspettano che prima o poi finirai con un bimbo in grembo, sopratutto se vivi in un paese pieno di pregiudizi. Ma la mia vera ispirazione è viaggiare, conoscere gente di diverse culture, conoscere le sfumature gastronomiche del mondo e altro." Ad un certo punto terminai così la mia piccola introduzione della vita non sapendo più cosa dire.
"Hai lasciato comunque la tua città e ti sei trasferita da sola in una metropoli così grande e caotica. Sei da ammirare!"
In quel momento sentii la pelle d'oca infondersi nella mia epidermide. Quel contatto visivo che si era, di nuovo, instaurato mi fece trasalire nonostante avessi anche la sua giacca addosso.
Mentre osservavo la lucentezza dei suoi occhi nonostante la scarsa illuminazione del posto, lui si limitò a sistemarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi sfiorò leggermente la guancia e sentii il calore delle sue mani. Dovetti ricordare a me stessa di respirare siccome quel gesto fu così inaspettato che il corpo smise di funzionare per qualche secondo.
Notai che i suoi occhi accarezzarono le mie labbra in un istante prima di guardarmi nuovamente negli occhi.
Volevo riuscire ad avere la forza di volontà a bloccare quel momento in qualche modo anche se avessi voluto assaggiare quelle labbra ma avrei voluto conoscerlo meglio, come amico.
Ripetei dentro di me quella parola molteplici volte fino a dimenticarne il significato.
Era affascinante e lo sapeva, vedevo come giocava con il suo lato carismatico.
"Sai.." iniziò a dire "Devo dirti la ver-" D'un tratto si bloccò, rimanendo in ascolto di rumori che arrivarono anche al mio orecchio.
Quando ci girammo vedemmo delle molteplici figure nascoste nella penombra.
"Paparazzi" mormorò semplicemente.
Mi prese la mano, facendomi alzare dalla panchina e mi strattonó verso un ponte che portava direttamente al parcheggio.
Iniziai a notare i flash alle mie spalle e ripetei di non girarmi per nessun motivo. Una delle tante cose che non mi era mai riuscita nella vita era quella di essere fotogenica. Al momento mi trovavo con uno degli uomini più sexy della terra e il giorno dopo non avrei voluto vedere le mie brutte facce su una rivista, così aumentai il passo seguendo Tom verso la sua vettura.
Quando chiudemmo le portiere con forza ci guardammo ridendo e notammo entrambi un velo di sudore che si era formato a causa della corsa.
"Un buon motivo per correre!" Cercai di sdrammatizzare quella situazione.
Lui mise in moto e mi accompagnò verso casa su mia richiesta.
Avevo bisogno di rimanere in silenzio e sola per capire meglio quella situazione che si stava creando fra di noi.
Durante tutto il tragitto ci limitammo a sentire della musica e cantando, a volte, qualche strofa insieme a squarciagola.

"Grazie per la bella serata." Aprii la portiera con la mano destra e cercai di spostarmi verso di essa. Volevo evitare avvicinamenti e contatti fisici che potevano portarmi a decisioni irresponsabili.
"Ora hai il mio numero, quando vuoi puoi anche chiamarmi tu se hai bisogno di parlare." Si limitò a dire e mi fece comunque capire, in modo indiretto, che gli sarebbe piaciuto uscire di nuovo. Come amici.
"Buonanotte." Quando chiusi la portiera della macchina e iniziai a salire le scale notai con la coda dell'occhio che era ancora lì a guardarmi. Quando non fui più nella sua area visiva sentii l'allontanarsi della sua macchina.
La prima cosa che fui in grado di fare appena varcata la soglia della porta principale del mio appartamento fu buttarmi sul divano con la faccia rivolta verso un cuscino.
Quando mi trasferì in questa città non avevo preso in considerazione che potessero succedermi certe cose. Sì avrei potuto conoscere un ragazzo e eventualmente innamorarmi ma mai a pensare che lui avesse potuto provare qualsiasi forma di sentimento nei miei confronti.
Quando immersi mio volto nella stoffa del divano cercai forse in qualche modo di sparire ma con mio grande insuccesso ero ancora lì titubante e totalmente confusa sugli episodi appena accaduti. Dovevo muovermi con cautela e cercare comunque di non rovinare il tutto. Mi immersi così profondamente tra i miei pensieri che il giorno dopo mi svegliai ancora su quel maledettissimo e scomodissimo divano.

Quando aprii gli occhi in qualche modo mi sentivo stranamente felice forse sì questa era la descrizione appurata per il mio stato d'animo.
Quella sensazione che si prova quando ti senti padrone della tua vita, almeno nel mio caso una sensazione passeggera perché sparí quando oltrepassai la soglia dell'ufficio del mio lavoro. Meredith mi aspettava vicino alla scrivania più accigliata del solito. Indossava i suoi soliti pantaloni cargo color "Avventura nella savana" e una semplice t-shirt bianca che le faceva intravedere leggermente e non in modo provocatorio il reggiseno bianco in pizzo che indossava.
"Muoviti, abbiamo del lavoro da fare."
Disse prima di girarsi a prendere le sue attrezzature dal suo ufficio. Roteai gli occhi al cielo e sentii la voce di Stephanie "Buona fortuna novellina."

𝑼𝑵𝑹𝑬𝑨𝑳𝑰𝑺𝑻𝑰𝑪.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora