CAPITOLO 7 prima parte

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KRYSTELLE

Come previsto, Andrew non è venuto.

Sono finalmente rilassata. Sto finendo di sistemare e pulire, mentre gli ultimi clienti stanno pagando. Mia cugina ha già terminato il turno e se ne è andata con Michael anche questa sera. Comincio a pensare che le piaccia. Mah, contenta lei! Mi dà solo un po' fastidio averla vista quasi indifferente a quello scherzetto del rum, come se fosse stata una cosa da poco.

Stanotte faccio la chiusura insieme a Giulia.

«Krys, hai bisogno di un passaggio?» mi chiede la mia gentilissima collega.

«No, grazie Giulia. Ho la macchina.»

«Chicca è uscita con Michael? Mm quei due non me la raccontano giusta.»

Sorridiamo complici.

«Ragazze, se avete finito, chiudiamo e ce ne andiamo a casa. Forza!» ci esorta George. «Krys questi sono per te.» Mi passa la banconota e raggiunge Wanda che ci sta aspettando all'uscita.

Saluto e mi incammino verso la cinquecento parcheggiata, per precauzione, in un posto auto appartato. Non è tardissimo, la serata è stata un po' moscia, ma io sono esausta come non mai. Per tutto il tempo sono stata in perenne tensione, con l'adrenalina pronta a esplodere in attesa di vedere lui. Andrew. Ora, che l'evento non si è verificato, il rilassamento che ne è conseguito mi sta dando una leggera sonnolenza. Una parte di me è contenta che non sia venuto, invece l'altra parte è delusa: mi è mancata la sua presenza, avrei voluto osservare i suoi occhi fissi su me, avrei voluto sentire la sua voce accarezzarmi.

«Bel cappello.»

La voce che tanto desideravo ascoltare mi raggiunge improvvisa alle spalle, provocando un terremoto di emozioni.

Mi volto sorpresa.

«Ciao, Krystelle.»

Il mio cuore perde qualche battito. «Andrew! Mi hai fatto prendere un colpo...» Adesso ha ripreso a battere andando a mille e non solo per lo spavento: vederlo mi sta provocando un'emozione incontrollabile. Direi che prevale la felicità sulla paura.

«Come ti sei vestita? Non siamo mica a Carnevale!» Fa la battuta e gli viene da ridere.

"Oddio quant'è bello vederlo sorridere." Dovrei cacciarlo, dirgli di andarsene, che avrebbe dovuto rispettare quello che avevo scritto nel biglietto, ma non ce la faccio e il mio istinto mi fa ricambiare il sorriso.

«Sento che sei in vena di complimenti!» ribatto ironica. «Mi stai dicendo che sono una maschera? Che c'è non ti piaccio?» Mi metto in posa e con una mano gli indico la mia figura fasciata in un paio di jeans attillati a zampa di elefante e in un maglioncino aderente con sopra un giubbino corto; con l'altra mano sposto il cappello mettendolo un po' più obliquo.

Andrew, in un istante, annulla la distanza che ci divide, afferra i miei fianchi e mi attira a lui. «Mi piaci da morire...» mi sussurra prima di cascare sulle mie labbra.

È uno dei suoi baci audaci, esigenti, penetranti e io lo accolgo insinuando le mie dita fra i suoi capelli. Ci baciamo per un lungo momento, ritrovando quell'intimità che avevamo creato una settimana fa e che sembra non essersi mai interrotta né raffreddata, come se non ci fosse mai stata una separazione netta e senza alcun contatto.

Quando ci stacchiamo, i suoi occhi languidi di passione cambiano in modo repentino: prendono a scintillare come succede a chi ha un'ispirazione. Con una mossa veloce, prende il cappello sfilandolo dalla mia testa e calzandolo nella sua. Ride. Ride come un ragazzino e io con lui, mentre cerco di riprendermelo. Si mette a correre per sfuggirmi e io lo inseguo.

«Ehi, ridammi il mio cappello!»

«Vieni, vieni a prenderlo se ci riesci, no!»

Arresta la sua corsa proprio di fianco alla mia macchina, si leva il cappello e lo solleva in alto sopra la sua testa. Mi slancio per afferrarlo, tuttavia lui è molto più alto di me e i miei sforzi hanno l'unico risultato di farmi scontrare contro il suo torace.

«Il tuo cappello per un passaggio» mi dice e, con il braccio che non è sollevato, mi cinge impedendomi di allontanarmi per non interrompere il contatto che abbiamo stabilito.

Divento seria e un lampo di preoccupazione attraversa i miei pensieri.

«Che c'è? Non vorrai lasciarmi qui, a piedi. I miei amici mi hanno mollato più di un'ora fa e sono rimasto al freddo, ad aspettarti paziente.»

Si abbassa a baciare la base del mio collo, provocando intensi brividi di piacere, risale su sfiorando la mia pelle con le sue labbra, fino ad arrivare all'orecchio.

«Allora, me lo dai questo passaggio?» sussurra con voce roca.

Non capisco più niente e mi sento persa, vittima del suo incantesimo e stasera non ho nemmeno la scusa di aver bevuto, nel mio sangue non c'è una stilla di alcool; eppure, di nuovo il desiderio prende il sopravvento sulla ragione.

«Sì che te lo do...»

Chris&KrysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora