La terra era un posto incredibilmente pacifico. Riusciva a comprendere tutti i biomi possibili, nutrire tutte le bestie del regno animale e alimentare e soddisfare intere civiltà di umani sviluppati. Ogni acro dei campi che comprendeva questa terra era completamente fertile ed ogni anno i contadini e gli agricoltori rimanevano sempre più soddisfatti e contenti del raccolto che ogni anno risultava più fruttifero. Non c'era nessuno a capo della civiltà e tutti convivevano con le altre persone in modo armonioso e pacifico. Tutti erano contenti e non esisteva guerra né conflitto che potesse rompere tale armonia. Ma cosa stava alla base di questa felicità? Che cosa provocava la fertilità dei campi in tal maniera da sfamare intere generazioni? Un albero.
Un albero così stabile, così maestoso e colossale che anche le creature più grandi del regno animale si sarebbero visti ridicolmente minuscole in confronto ad esso. Questo albero era sempreverde, sempre forte e non perdeva mai il suo incommensurabile splendore. Le radici di questo magico albero pendevano nel vuoto mentre erano nutrite costantemente da una cascata infinita di acqua pura e limpida. L'albero era sollevato da una forza superiore e che alcuni definivano divina, che se avesse cessato di esistere per solo un secondo la stabilità di tutti i regni e dell'universo sarebbe crollata.
Le popolazioni che abitavano intorno a questo albero lo lodavano giorno e notte e lodavano la forza che reggeva l'albero e reggeva la loro civiltà. L'albero era così puro e pulito che appena gli abitanti delle civiltà si avvicinavano o passavano vicino al suo irrompibile tronco venivano riempiti da una sensazione di intima lietezza e i loro polmoni si gonfiavano di un'aria infinitamente pulita che faceva venire i brividi anche ai più robusti e forti.
Un giorno però la pace del regno venne stravolta e interrotta da una forza maligna, una forza che nessuno poteva vedere perché si presentava così impercettibilmente che nessuno poteva fare nulla per fermarla. Era come se ogni volta crescesse sempre di più fino a diventare quasi inevitabile da sentire. La gente cominciò a notare i cambiamenti quando le radici del maestoso albero si andarono ad accorciare per dare spazio ad un mucchio di sporcizia che diventava sempre più numeroso e notabile.
All'inizio gli abitanti non capivano cosa fosse a causare tale male oscuro e cosa lo avesse fatto arrivare e penetrare all'interno della loro armonia. Presto però, si resero conto che il problema non proveniva dall'esterno ma bensì dall'interno della loro società.
Si resero conto che piano piano il dono fatto dalla grazia divina veniva lodato sempre di meno, si ringraziava e si lodava comunque l'esistenza dell'albero ma non con lo stesso entusiasmo e passione di prima. Ogni tanto si poteva vedere gente che buttava la loro spazzatura dentro l'abisso della cascata oppure tagliare l'essenza delle radici per farci opere pubbliche oppure beni personali. La gente cominciava a vedere l'albero come se fosse una pianta come altre e quindi la stabilità aveva subito una specie di fratturata in un suo punto. Ben presto l'albero perse lo splendore e la gente era depressa e molto triste. I campi non erano più fertili come solevano essere una volta. La terra cadde in un carestia e la popolazione divenne molto povera. Si resero conto di ciò che avevano solo quando lo persero.
I saggi di quella terra si domandavano quale fosse il motivo del loro malessere e si resero ben presto conto di ciò che accadeva. Il problema erano loro che per mesi o addirittura anni hanno visto l'albero come un albero qualsiasi. Si decise quindi che chiunque avesse intorpidito o contaminato l'acqua della cascata sarebbe stato punito severamente perché a quei tempi era quasi inevitabile farlo almeno una volta nella vita.
Il problema però non veniva risolto. La gente aveva ancora fame ed il popolo cominciava a lamentarsi sempre di più arrivando anche a chiedere consiglio dai saggi. Questi rispondevano che l'unica cosa che li avrebbe salvati sarebbe stato seguire alla lettera la legge imposta, ma non funzionava, doveva esserci qualcosa di più. Le leggi venivano quindi modificate quasi ogni settimana arrivando anche a dire che chiunque avesse avuto contatti con l'albero o ne avesse tratto beneficio personale sarebbe stato punito e incarcerato.
L'albero oramai era appassito e l'ambiente che una volta era verde, colorito e felice ben presto divenne uno scenario pietoso, costellato da fame, infelicità e caos tra la gente.
Quest'ultima iniziò a seguire le leggi alla lettera ma non tanto perché si preoccupavano di tornare a come erano prima o della vita dell'albero ma perché avevano paura di essere puniti ed imprigionati. I cittadini iniziarono ad avere il sospetto che i saggi volessero controllarli e che una volta che l'albero sarebbe rifiorito lo avrebbe usato per i loro scopi segreti. Ovviamente non era così, ma la tensione tra gli abitanti era così forte e densa che gli essi non sapevano più che cosa credere o che cosa fare per far tornare la loro situazione come erano prima. Avrebbero fatto qualunque cosa pur di respirare ancora una volta quell'aria fresca e pura
L'albero quindi riprese la crescita e presto riprese lo splendore che aveva all'inizio ma i campi erano comunque freddi ed incoltivabili. I contadini non si spiegavano il perché. Alcuni diedero di nuovo la colpa ai saggi accusandoli di rubare la linfa divina dell'albero per farne proprio beneficio. Altri credevano invece che l'albero non sarebbe più tornato com'era prima e persero la speranza.
Un giorno mentre guardavano l'albero, alcuni cittadini si resero conto che sulla corteccia dell'albero era stata incisa una scritta. Dalla struttura dove si trovavano non si riusciva a leggere cosa ci fosse scritto quindi uno degli uomini prese un binocolo e lesse.
"Una volta che si perde qualcosa, si cerca di recuperarla in tutti i modi, perché i rimpianti sono più forti della gratitudine".
I cittadini quindi capirono. Ognuno era stato egoista a pensare soltanto a sé stesso e ai danni che la violazione delle regole gli avrebbe portato. Nessuno si preoccupava veramente dell'albero che era la sola cosa che all'inizio li aveva rallegrati e aveva sollevato le loro anime riempiendole di felicità e gioia. Piansero quindi tutti un fiume di rimpianti e rimorsi che scorse lungo una valle di tristezza ed infelicità.
L'albero subito splendette come non aveva mai fatto prima colorandosi di fiori variopinti. La cascata cominciò a far scorrere specchi d'acqua nell'abisso che pulivano da ogni macchia le radici dell'albero.
La terra presto si ripopolò e i campi producevano il doppio del raccolto di prima e la pace tornò di nuovo sulla terra.
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Racconti da Ogni Tempo
FantasyQuesto è un insieme di tante piccole storie di eroi, leggende, draghi, guerrieri, tesori, statue e tutto ciò che si possa immaginare quando ci si riferisce alla frase "Racconto Fantastico". Saranno trattate diverse epoche della storia umana si passa...