Vivere con Sherlock Holms

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NOTE: Salve a tutti! Si lo so, sono passati anni e mi dispiace! Ho avuto altre ship a cui badare e perso un pò la grinta e l'ispirazione che avevo per questa coppia. Ho quindi preferito aspettare di essere di nuovo emotivamente coinvolta con loro per pubblicare qualcosa che sarebbe valsa la pena la lunga attese. Dunque... non so se ne valga la pena, ma sento ancora la Johnlock nel cuore come tanti anni fa. Quindi eccoci qui. Vi avviso che probabilmente con l'aumentare dell'età saranno cambiate le idee e il modo di scrivere, entrambi più maturi. Diciamocela per com'è, sono più vicina ai 30 che ai 20 ormai, quindi spero di essere ancora abbastanza piacevole nella scrittura. ditemi voi!

PREMESSA: Causa lavoro, vita sociale e famiglia non so quanto spesso potrò aggiornare, ma ringrazio in anticipo tutti quelli che mi hanno aspettato e i nuovi arrivati. Spero di aggiornare il più in fretta possibile, anche se probabilmente sarà una volta al mese T . T mi spiace... Comunque sappiate che NON HO ABBANDONATO QUESTA STORIA E NON HO INTENZIONE DI FARLO! LA FINIRò COSTI QUEL CHE COSTI.
E niente... buona lettura


P.S. Mannaggia a me, ancora una cosa, scusate per i possibili errori grammaticali!

Capitolo 3

Vivere con Sherlock Holmes

Dopo quella volta non hanno più avuto il tempo di risollevare la questione a causa di un dinamitardo pazzo che si divertiva a piazzare bombe addosso alla gente, facendo parlare quei poveretti al posto suo. A quanto pare questo psicopatico stava sfidando Sherlock, quindi John, non poteva fare altro che preoccuparsi, mentre la confusione persistente nel suo animo non diminuiva, anzi aumentava sempre di più.

Per quale motivo Sherlock è così importante?

Perchè a quell'uomo bastano poche parole per ferirlo e una sola parola per guarirlo?

Perchè sente il costante bisogno di proteggerlo e saperlo al sicuro?

" Cosa mi hai fatto Sherlock?"

" Perchè sento che perdere te equivale a perdere me stesso?"

" Non credevo che una persona potesse coinvolgermi e sconvolgermi in un modo così profondo e in un tempo così misero.

L'ultima settimana per John è stata parecchio critica e dolorosa, le ferite provocate al suo animo e quindi al suo corpo sono innumerevoli.

La prima è stata causata dalla morte di quella poveretta e delle conseguenti vittime presenti nel palazzo. La sofferenza e il senso di impotenza per non essere riuscito in qualche modo a salvarla, essendone a conoscenza, il rimorso di non essere abbastanza, di nuovo. Quelle morti sono costate a John un bel taglio sul pettorale destro, disseminato qua e la di brutti ematomi violacei.

Poi Sherlock, con le sue frasi prive di sentimenti e potenzialmente logiche. << Io non sono un eroe John! Gli eroi non esistono! E se esistessero non sarei uno di questi! >>

Lui diceva che pensare alle vittime non era importante, perché dispiacersi per loro? Quanto potrebbe aiutare il caso farlo?

A causa dello stress, del poco sonno e del dolore sparso ovunque sul suo corpo ormai stanco, John è dunque arrivato alla conclusione che Sherlock pensasse a quello come un puzzle, uno complicato e divertente e lui lo avrebbe risolto. Non gli importava nulla di nessuno. Quando John ha sentito i primo ematomi sbucare sul suo avambraccio sinistro e uscito di casa per andarsene da Sarah. Doveva stargli lontano, prima che qualche ferita fosse visibile.

Ormai ci ha fatto l'abitudine, scappare di casa durante un litigio, per paura di veder il volto sconvolto e disgustato o peggio curioso di sperimentare lo strano mostro, di Sherlock all'aprirsi di una ferita sul suo viso. Questo è uno dei motivi per cui il dottore porta sempre camicie a collo alto o quei strambi maglioni troppo larghi, per nascondere possibili ferite o perdite di sangue.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23, 2022 ⏰

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