Il Tramonto

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Il sole mi abbagliò, mi svegliai sotto il leggero lensuolo che mi copriva, vidi il cielo alle prime luci del mattino, amavo guardare i paesaggi di mattina, erano l'unica cosa che riuscissi ad amare nella mia solita vita fatta di manga e videogiochi.
Alzandomi notai che la stanza era sempre come al solito, i vestiti buttati su una vecchia poltrona color aragosta e il tappeto, ormai vecchio di una ventina d'anni, era come sempre ricoperto da i giochi di mio fratello.
Luca aveva solo otto anni, era sempre stato diverso dagli altri, di solito a otto anni si sta fuori a giocare a pallone, lui invece preferiva giocare sul talppeto, amava stare davanti alla tv a guardare gamball e imitarlo nei sui comportamenti, certe volte mi sono chiesto il perchè fosse diventato così.
Appena mi alzai, notai che il letto di Luca era vuoto e disfatto, così mi incamminai verso la cucina dove trovai mia zia Andreaa.
Io e mio fratello abitavamo con lei da circa dieci anni, appena siamo arrivati in Sicilia avevo solamente quattro anni, lasciai mia madre per andare con mia zia, a quei tempi la vita in Romania non era una delle migliori, ricordo vagamente il viso di mia madre, l'unico ricordo che ho di lei e la collana che mi ha regalato dove c'è un ciondolo a forma di lucertolina, e l'unica cosa che di lei.
Così ci affidò a mia zia e al suo compagno Costantin, in modo che almeno io e mio fratello potessimo avere una vita migliore.
Quando entrai in cucina notai che erano le undici del mattino, come sempre mia zia stava cucinando, di solito mi alzavo sempre prima per aiutarla nelle faccende di casa ma quella sera rimasi tutta la notte sveglio a guardare il telefono.
~"Buongiorno Dormiglione" mi disse mia zia appena notò la mia presenza in cucina.
~"Luca dove é? Ho notato che il letto e vuoto" andai verso di lei oer baciarla sulla guancia e poi mi sedetti sulla sedia, sapevo già quale sarebbe stata la risposta ma gli è lo chiesi comunque.
~" Ha detto che andava da Andrea a giocare, gli ho chiesto se sarebbe ritornato prima delle undici, ma non ho fatto in tempo a chiederlo che già era fuori casa"- si girò e prese il bicchiere mezzo pieno di vino rosso che c'era sul bancone, di lato c'era la bottiglia a metà, fin da piccolo ero stato abituato alla vista di mia zia che beveva, una volta da piccolo gli chiesi il perchè lo facesse, ero incosciente di cosa gli avessi chiesto.
Mi rispose "Ale, quando sarai più grande capirai il perchè lo faccio", quando me lo disse aveva le lacrime agli occhi, avevo solo sei anni e non penso nemmeno ora che per grande si intenda avere quattordici anni.
Ogni volta che beveva si riduceva in uno stato pietoso, piangeva sempre, ricordo di avere passato delle notti in bianco solo per provare ad aiutarla un pò, ma la vedevo sempre triste, come se ci fosse qualcosa che l'affliggesse é che l'alcool fosse l'unica via d'uscita.
Non riuscii mai a capire il senso del bere.
Mi alzai dalla sedia, evitando di ripensare di nuovo al passato, l'abbracciai e andai verso camera mia.
Presi i primi indumenti che trovai, me li misi addosso e uscii dalla porta, scesi le scale tutto di fretta e passai uscii dal portone.
Non pensavo che da quel giorno la mia vita potesse cambiare così tanto.

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