Superato dicembre partì anche gennaio, i giorni iniziarono a passare così in fretta che Mattia poteva a malapena distinguerli uno dall'altro, sommerso com'era da libri, appunti e commenti a bordo pagina che lo perseguitavano anche nelle sue poche ore di sonno. Era piuttosto stressante, soprattutto perché Francesco era impegnato a preparare i suoi esami e Dario era terribile come compagno di studio, non faceva altro che parlare e trovare distrazioni mille volte più divertenti, così Mattia aveva dovuto cominciare a studiare da solo e, insomma, non era bravo a fare le cose in solitudine. Forse aveva ragione Daniele quando gli diceva di essere troppo drammatico, ma avrebbe voluto vedere lui al suo posto, con programmi interi da studiare e l'ansia come compagna di vita. Forse stava andando un po' fuori di testa.
Alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo quando sentì delle voci al piano di sotto. I suoi occhi si spostarono inconsciamente sulla sveglia che segnava le nove e mezza di mattina, e la sua pancia brontolò perché da quando si era svegliato non aveva ancora mangiato nulla. Probabilmente prendersi una piccola pausa non l'avrebbe ucciso, così si liberò dalla coperta in cui si era avvolto e traballò fuori dalla sua camera e poi giù per le scale.
«Oh, ecco il festeggiato!» canticchiò sua mamma, che era ferma vicino all'ingresso insieme a qualcun altro.
«Il cosa?» chiese confuso Mattia, ma non fece in tempo a sperare in una risposta che Giulia l'aveva già raggiunto per stritolarlo in un abbraccio.
«Il mio bambino!» si esaltò la donna, mentre Mattia le dava qualche pacca sulla schiena con espressione spaesata
«Mio Dio, cresci così in fretta, Amore. Sei il mio batuffolino di felicità e hai già ventun anni!»
«Eh?» Mattia si distaccò dalla madre ma lei non parve accorgersi del suo smarrimento, perché gli stampò un bacio sulla fronte e poi si avviò felice in cucina.
«C'è l'essere ignobile alla porta per te, quando hai finito con lui vieni a fare colazione!» cinguettò allegramente Giulia, dopodiché sparì alla vista.
Mattia doveva ancora capire che cosa stesse succedendo.
«Ma che cazzo?» sbottò, voltandosi verso l'ingresso. Aprì la bocca e poi la richiuse quando si accorse che li a pochi metri da lui c'era Christian, bellissimo nella luce del mattino e avvolto nel suo cappotto scuro. Il chiarore proveniente da fuori accarezzava il suo viso, rendeva quasi trasparente il marrone dei suoi occhi. sfiorava le sue labbra e i suoi ricci morbidi facendolo somigliare a un angelo.
Mattia abbassò lo sguardo su se stesso e sul suo pigiama con i maialini.
Okay, quel giorno iniziava già nel modo sbagliato.Per qualche motivo, però, Christian lo stava guardando come se non avesse mai visto niente di più spettacolare al mondo.
«Ciao, Matti» lo salutò il riccio, la sua voce era roca e più morbida del pigiama con i maialini.
Okay forse questo poteva evitare di pensarlo.«Ehm, ciao?» buttò lì Mattia, ancora piuttosto confuso su tutto. Si accorse di avere un foglio in mano e lo fissò cercando di capire da dove fosse arrivato.
«Ti sei appena svegliato?» gli chiese Christian, riscuotendolo dolcemente.
«Eh? Ah no, io... non sono proprio sicuro di aver dormito.» rispose Mattia.
Il moro aggrottò la fronte e avanzò verso di lui, togliendogli delicatamente il foglio dalle dita e appoggiandolo sul mobile vicino all'ingresso. Averlo di nuovo all'interno del proprio spazio
personale rese Mattia ancora più frastornato, perché nelle ultime settimane si erano visti a malapena un paio di volte. Per lo più avevano
messaggiato nei ritagli di tempo, che almeno per Mattia non erano molti.
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Soulmates || Zenzonelli
Fanfiction"Sai, nel mondo ci sono tante persone... eppure qualcosa mi dice che, a prescindere da tutto, avrei comunque incontrato te. Credo che tu sia quella persona che la gente sogna, quella capace di aiutarti e farti male allo stesso tempo; sei quella pers...