Dopo aver preso quel foglio andai a vedere cosa ci poteva essere in giro per la casa prima di andare. Vagando per casa vidi uno zaino:
"Che cos'è questo coso? È pesante." Vedendo lo zaino vidi il suo peso e poi trovai un foglio: "quando dovrai andare a scuola porta questi libri"
Questo era quello che c'era scritto, vabbè. Visto che era mattina presi una fetta di pane e mangiai, ero esausto, stressato, arrabbiato, triste, stavo letteralmente morendo dentro. Mentre prendevo il coltello per tagliare il pane mi fermai; stavo con il coltello in mano ma io non volevo tagliare il pane.. io volevo tagliare me. Stavo per tagliarmi ma subito dopo ripresi di nuovo i sensi: "MA COSA STO FACENDO?! PERCHÉ STAVO PER TAGLIARMI?!" iniziai ad urlare e mi tirai uno schiaffo fortissimo; presi il pane, me lo ficcai in bocca e mangai, poi mi chiusi in camera e mi misi sul letto. Non sapevo che fare, ero esausto. Poi mi ripresi un po' e vidi l'orologio, erano le 4:00 del mattino. Uscii di casa a fare la solita carità, ma ero veramente troppo stanco per fare la carità. Vidi una signora di un età tra i 30 ai 40 anni, lei mi vide, si avvicinò a me e mi disse:
"Hey piccolo, dove sono i tuoi genitori?"
"Mio padre è scomparso anni fa e mia madre è stata rapita" dissi io, essendone consapevole.
"Oddio mi dispiace, tieni questi, ti potranno servire" mi disse dandomi 20€.
"Veramente? È seria? Veramente tutti questi soldi?" Dissi io pensando fosse uno scherzo.
"Si piccolo, sono seria. Comunque, come ti chiami?" Mi disse la signora accarezzandomi il viso.
"Mi chiamo Michele, lei come si chiama?" Dissi io prendendo più confidenza.
"Il mio nome è Grace, vengo dall'America" disse.
"America? Non ne ho mai sentito parlare in vita mia" dissi io, quasi sorpreso.
"Oh piccolo, un giorno lo scoprirai, te vai a scuola?" Mi disse per sapere meglio come ero in situazioni culturali.
"No, ma ci devo andare a settembre" dissi quasi impaurito.
"Bene, spero che ti troverai meglio lì! ciaoo" esclamò andandosene.
"Emh.. grazie (?)" Dissi io suppongo sorpreso.
E ora che ci faccio con 20€? Posso comprarmi cibo, o vestiti nuovi. Non so che fare, 20€ sono tanti, ma che ci faccio?
Cioè, sono utili, ma non so come spenderli. Rimasi fermo nel mio punto a fare la carità e nascosi i 20€ per non farmeli prendere, dopo un po' un signore si avvicinò e mi disse:
"Hey ragazzetto, che ci fai qui?"
"Niente, sto facendo la carità" dissi
"Ooh, quanto vuoi?" Mi chiese
"Emh, faccia come vuole, mi dia i soldi che vuole darmi, non c'è un prezzo specifico" risposi
"Te ne bastano 10?"
"A me va bene, faccia come vuole" risposi, di nuovo.
"Ok, tiè. Ciao bello!" Mi disse correndo
Ma che cosa? Ma che cavolo di problemi ha? Un manicomio ci vorrebbe qui.
Beh la carità non è tanto normale, ma non è da manicomio, è semplicemente triste.(Il giorno dopo)
Buongiorno mondo, che noia, ogni giorno è sempre uguale.
Mi alzo dal letto, vado in cucina e prendo da mangiare.
"Ho molta fame.. ieri non ho cenato." Dissi tra me e me.
Dopo aver mangiato mi misi le scarpe e uscii di casa a fare la carità. Ormai è una cosa di routine. Passarono 5 ore e avevo ricevuto 5 euro, niente male.
Andai a quella scuola dove dovevo andarci e vidi che era chiusa, strano, di solito è aperta. Non c'era praticamente nessuno, ma che giorno è oggi? Non lo so, non voglio rifarmi la strada di casa per vedere il mio calendario e poi sapere che giorno è, ma poi la scuola non è aperta sempre? Tipo ogni giorno?
Passarono altre 2 ore perché erano suonate le campane della chiesa, di solito suonano alle 6 quindi sono le 6 del mattino. Mi manca la mamma, i giorni con lei erano meno tristi, mamma perfavore ritorna, non ce la faccio più.
Ritornai a casa sconsolato sapendo di non essere stato utile nemmeno oggi. Mia madre deve essere delusa di un tale fallimento come me. Presi una mela e dell'acqua, ecco il mio pranzo.
"Non voglio mangiare, è tutto quasi scaduto, non ho i soldi per comprare cibo, che faccio?" Parlai tra me e me, perché ormai la mia voce dopo anni si doveva far sentire,no?
Alla fine mangiai tutto, per rendere felice mamma e scesi di casa.
Vidi un grande cartellone con su scritto:
"Agenzia per la Caritas, regalate tutto ciò che potete per persone povere, senza casa o famiglia."
Wow, una mano per vivere, e che fanno? Mi danno dei regali? Non so perché, ma della Caritas ne ho già sentito parlare in giro, vabbè, io vado a vedere di che si tratta.
"Hey ciao, io sono un bambino povero, non ho né madre ne padre, perfavore aiutami" dissi io sconsolato.
"Hey ciao piccolo, i tuoi genitori non ci sono, perché?" Mi chiese
"Mio padre è scomparso anni fa e mia madre non è più in Italia per lavoro" dissi.
"Ok.. non hai i loro documenti suppongo, quindi ti faccio vedere delle donazioni, ma prima, come ti chiami?" Mi chiese
"Michele Rossi" risposi
"Ok Michele, cosa vorresti? Ci sono molte cose: cibo, vestiti, soldi. Di che cosa hai bisogno?" Mi disse con voce educata.
"Voglio quello! Voglio quello!"
"Questo? È un po' vecchiotto... Ma se ne hai bisogno, tieni" disse.
Era un fantastico vestito da militare fatto apposta per me. Lo presi, ringraziai il signore e me ne andai felice.
Ritornando a casa non lo misi, decisi di metterlo al primo giorno di scuola. Appunto, ma la scuola? Me ne stavo dimenticando, meno male che mamma aveva preparato le cose, cosa farei senza di lei.
Ma... Manca ancora troppo a la scuola, siamo ad Aprile.. il 29 Aprile.[Spazio scrittrice]
Hey ciaoo! Scusate l'assenza ma la scuola mi uccide, ecco il terzo capitolo. Come andrà col prossimo? Michele andrà a scuola?
Questo solo se seguirete la serie!
Ciao ciao ragaaa!
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Il bambino con gli occhi rossi
AcciónMichele, un bambino di 10 anni, vive solo con la sua mamma, Stefania. Loro sono poveri e la madre, con quei pochi soldi che ha, riesce a far andare a scuola Michele. I suoi compagni lo bullizzano ma lui li ignora come se non esistessero. Lui però er...