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Lui sembrò percepire la mia paura. I suoi occhi, rosso sangue, sembravano analizzare ogni dettaglio del mio corpo. Mi si avvicinò. "mi chiamo James Carter" disse spostando lo sguardo tra i miei occhi e il mio collo. La sua voce era melodiosa, rilassata e ipnotica. "cosa vuoi da me?" chiesi spaventata. "ti ho notata. Hai un odore meraviglioso" disse lui. Era sempre più vicino e mi ritrovai a pochi centimetri da lui. Guardai le sue labbra, che sembravano essere perfette. "James, lasciala stare" disse una voce, che conoscevo bene. Luis era tra me e James, come a evitare qualcosa. "Alice, scappa" disse Luis, senza guardarmi. Lo ascoltai e corsi via, fuori dal centro commerciale. Era notte. Arrivai a casa mia e aprii la porta. Le luci erano spente. Capii che mia nonna era sicuramente a letto. Mi chiusi la porta di casa dietro e andai in cucina. Sul tavolo trovai un biglietto e un contenitore di plastica.

La cena è nel contenitore. Ti avevo aspettato ma ho visto che non tornavi.
Ti voglio bene nipotina.

Presi il telefono dalla tasca e guardai l'ora. Erano le 22. Presi il contenitore e mangiai ciò che conteneva. Ero affamata.

Dopo un po', andai a fare una doccia e misi il pigiama. Andai a chiudere la finestra e seduto sul davanzale, trovai Luis.

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