lei

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mi addormentai fra le braccia di rič, papà.
mi sentivo così spensierata, nonostante mi fossi addormentata in un mare di lacrime, le sue braccia non lasciavano il mio piccolo corpo e mi sentivo al sicuro, così tanto che non mi resi conto che esso si fosse ormai alzato, credo che quel giorno fosse il suo giorno libero, che molto volentieri lo passava con me e con i miei fratelli, i quali non erano figli ad esso, ma che comunque riusciva a farli sentire tali, sentire amati, come se fossero i suoi bambini.
non potevamo permetterci un granché, visto la bolletta della luce, le tasse, la benzina, l'acqua, costava tutto, li la vita è molto più costosa e per quel che riusciva a fare rič, ci accontentavamo notando quanto comunque esso ci buttava sudore, fatica ed ore della propria vita e ci bastavano due fette di pane con formaggio ed un bicchiere d'acqua.
rič era quella persona con una costante forza, con una malinconia interna che non mostrava mai, quell'uomo che soffriva così tanto da non farlo notare, quell'uomo che sentiva il peso di quel che sarebbe arrivato da lì a giorni dopo, lui era quel padre degno, degno di essere chiamato tale.
giocammo per tutto il resto della mattinata senza neanche l'ombra di mia madre.
immaginate non sentire il 'buongiorno' da parte di una madre? o meglio, non vederla neanche e non sentire la sua mancanza nella sua assenza?
beh eccomi, sono l'esempio di persona che può descrivervi il tutto, non sentivo la sua mancanza, specialmente quando c'era rič, o forse era solo frutto di abitudini toste, non la odiavo, affatto, ma odiavo come faceva sentire lui e i miei fratelli e neanche il quarto figlio riuscì a cambiarla.
io e i miei fratelli insegnammo a camminare all'ultima arrivata nel silenzio di una famiglia a pezzi, le insegnammo tante cose e la prima cosa che lei disse non fu 'mamma' o 'papà' ma bensì il nome di mio fratello, il quale essendo più grande, che ormai alle batoste di quel che era lo schifo di quella vita era così abituato da farne corazza, a lui non importava niente di nessuno, a meno che quelle persone non eravamo noi, è sempre stato disposto a tutto pur di continuare a camminare sulla nostra strada e per quanto lui continuasse ad inciampare nei duri fossi della vita, non ci ha mai fatto notare quanto male si fosse fatto cadendo così tante volte, era più alto il numero delle volte in cui esso cadeva che la sua età, ma non ha mai avuto alcuna intenzione di far cadere noi.
lui essendo come detto in precedenza il più grande, vide una scena molto più pesante per i suoi occhi, per il suo piccolo cuore e credo che quella scena gli abbia fatto scoppiare la lampadina interna, mantenere quel vuoto buio colmato da eco di grida strozzate, la mente sofferma sulla scena di una madre che prova a gettare la propria vita con scarsi risultati, che prova a passare ad un mondo migliore secondo essa, davanti ad occhi di un bambino di piccola età che uardava spegnersi, guardava gli occhi di mio fratello spegnersi, riempirsi di stupide lacrime che ben presto scivolavano via lungo il suo piccolo viso e l'unica cosa che sperava, era che il dolore scendesse via alla loro stessa velocità, e lei non provo neanche a scacciarle via, lo fissava con la stessa faccia di una che non nutre alcun tipo di sentimento nei confronti di qualsiasi forma di vita, si comportava come se quella scena non restasse impressa nella mente di ša come se quella scena non potesse in alcun modo trascinare la vita di mio fratello facendolo scivolare le sue piccole mani che stringevano il suo cazzo di pantalone fino a posarle sul suolo freddo di un pavimento, privo di forze nelle proprie braccia e con la tanta voglia di fare ciò che lei voleva fare a se stessa.
come può? quale fottuta madre lo farebbe? quale fottuta madre metterebbe al primo posto se stessa, il suo cazzo di lavoro, quel cazzo di alcol e la sua droga di merda, al posto dei propri figli?
a questa domanda ho solo una risposta?
ed è lei.

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⏰ Last updated: Mar 02, 2022 ⏰

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Frammenti di una vita a pezzi.Where stories live. Discover now