capitolo 1 [REWRITING]

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Non appena vidi la scuola, sorrisi appena, soddisfatto.
Non sono un secchione, a me piace andare a scuola e studiare.

Come da Routine, scesi dall'affollatissimo bus del mattino con la cartella su una spalla e tenendo le dita di mia sorella ancora dentro all'autoveicolo, stando attento a non farmela scappare. Una volta successe che mi scappò e non riuscì a scendere.
Nezuko finì davanti alla stazione Osaka, e dopo quel giorno, mia sorella mi tiene la mano per tutto il tragitto casa-scuola e viceversa.

Ma quando io ho Il corso di Karate, la mamma viene a prenderla con la macchina e, se nemmeno lei può, mia sorella Nezuko resta in palestra a guardare i miei allenamenti.

«bene» dico non appena sento che mi affianca «mi sa che dobbiamo separarci» la guardò e semplicemente annuisce.
Mia sorella non ama particolarmente parlare, per non farlo, porta una mascherina con la faccia dell'orso Rilakkuma.

Apro il mio porta-pranzo dandole il suo «l'hai dimenticato sulla tavola» spiego.

Nezuko, molto probabilmente, sorrise e se ne va dopo aver notato che una sua compagna di classe la stava chiamando sbracciandosi.
Richiudo il porta-pranzo, rimisi la tracolla in spalla e mi diressi all'ingresso.

Per poco non cadei quando una ragazza mi spinse.
Era infuriata e bagnata.

«BRUTTI BASTARDI» sbraitò ad un gruppo poco più lontano che stava ridendo di lei.

Potei solo vedere che aveva i capelli corti, in un caschetto disordinato di un innaturale colore blu (probabilmente, sicuramente li aveva tinti) ma le radici erano del colore naturale nero inchiostro, mentre gli occhi verdi e grandi, le labbra rosa.

Mi limito a commentare lo scherzo molto di cattivo gusto e, vedendo che la ragazza era già andata via senza che io potessi chiederle come stava, mi dirigo verso la scarpiera.

«buongiorno» annuncia una voce gracchiante ed ancora assonnata.

Sorrido alzando lo sguardo «buongiorno Zenitsu-kun».

«puntuale come sempre» commenta sorridendo.

«già» dico «sei pronto per questa sera? Abbiamo le prove per le gare nazionali» chiedo gasato come non mai.

«n-no, a tal proposito; v-vacci piano» commenta però Zenitsu nervoso. «lo sai che non sono bravo».

«oh andiamo, al corso proprio per imparare» commento io «e poi sai che io non sono nessuno per giudicare».

«lo so Tanjiro-Kun ma... » il biondo si tormenta le mani indeciso su che fare.

Sospiro «ne riparliamo» dico semplicemente, più che altro per farlo calmare mentre ci dirigiamo nella nostra classe.

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La giornata trascorse tranquillamente.
C'erano molti assenti, probabilmente attirati dalla giornata estiva per andare al mare.
All'ora di pranzo, presi il mio bento e mi diressi fuori.
Volevo pranzare con Nezuko ma l'ho vista parlare con delle sue amiche e non volevo intromettermi.

Camminando, mi trovai sulle scale usate per salire sul tetto.
Mi sedei sul gradino, presi le mie bacchette e, con esse tra le dita, recitai una breve preghiera.

Sorrisi, misi gli auricolari e feci partire una delle mie playlist mentre pranzavo.
Ho 45 minuti di libertà, perché non approfittarne?.

stavo per spezzare le bacchette quando giuro di aver sentito un pianto od un mugolio simile.
Mi tolgo un auricolare ma non sento nulla,

"il troppo silenzio" penso ma, non appena lo rimetto, riparte il pianto.

Mi giro verso la rampa di scale che va su. «c'è... qualcuno?» chiedo.

lo ying e lo yan (Inotan) [REWRITING]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora