4. Dating someone

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Aprii quell'enorme porta nera che indicava l'entrata del suo ufficio.
Yang Hyun-suk, era seduto sulla sua sedia mentre era intento a scrivere al computer, egli possedeva qualsiasi incarico importante nella YG Entertainment, controllava ogni promozione di qualsiasi idol, programmava le prove e gli allenamenti, organizzava ogni "comeback", scegliendo la data e il modo in cui si sarebbe svolto, metteva molteplici provini in alcuni parti dell'Asia e ne gestiva la programmazione.
Chinai immediatamente il capo in segno di saluto, non mi rivolse nessuno sguardo, come se non avesse nemmeno notato la mia presenza.
Si affrettò solo a parlare con voce roca. "Bene Jennie, siediti pure"
Lo ascoltai e concentrai tutta la mia attenzione sulla comunicazione che stava per farmi, mentre mi sedetti sulla sedia di fronte alla sua scrivania.
Essendo una persona paranoica, stavo pensando al peggio immaginabile senza darmi pace.
"Quello che sto per dirti non è qualcosa su cui puoi controbattere, è già stato tutto programmato"
Ero in una confusione totale, quell'affermazione mi aveva parecchio spaventata.
"La nostra compagnia e quella della SM Entertainment hanno stabilito vari accordi"
Non tirai fuori nessuna parola, ero concentratissima sulla conversazione.
"Per la promozione della tua canzone e quella del gruppo musicale "Exo", abbiamo deciso di formare una strategia di ascolti"
Ero ancora più confusa di prima, non avevo bisogno di nessuna strategia, il Ceo dubitava di me già prima dal rilascio della canzone.
"Hai presente Kim Jong-in?"
Lo guardai confusa, non avevo idea di chi fosse.
"No, signore"
"Il suo nome d'arte è Kai, è un membro degli Exo, il gruppo musicale di cui stiamo parlando"
Il suo nome mi passò subito alla mente, sicuramente ne avevo già sentito parlare essendo anche un membro di un gruppo con una fama ragionevole.
Annuii la testa in segno di approvazione senza proferire parola.
"Bene"
Sistemò le infinite carte presenti sulla scrivania mentre teneva lo sguardo fisso sul sottile monitor del computer.
Fece un sospiro e continuò il suo discorso.
"Abbiamo organizzato un finto fidanzamento tra voi due, in modo da creare ascolti facilmente".
Improvvisamente il suo sguardo freddo incontrò il mio, ero ferma immobile seduta su quella dannata sedia, mentre cercavo di realizzare e mettere bene in chiaro la situazione.
"È un strategia di ascolti per farvi conoscere alla gente e farle interessare alle vostre canzoni"
Aggiunse, vedendo che non riuscivo a riferirgli nemmeno un segno di comprensione alla conversazione.
"È stato già tutto programmato, non puoi controbattere in alcun modo"
Mi riferì quelle parole fredde e distaccate guardandomi con aria superiore, non facendomi sentire in grado di dire nulla.
L'atmosfera in quella stanza si era fatta sempre più tesa, non mi accorsi nemmeno del silenzio infinito che dominava l'aria.
Un casino nella mia testa stava facendo spazio tra tutte le mie infinite preoccupazioni, come farò a sopportare tutto ciò? Come potrò fare finta di avere una relazione con una persona che nemmeno conosco?
Nervosamente guardai nella sua direzione trovandomi il suo sguardo serio intento a mettermi solo a disagio, pretendeva una risposta o un segno di approvazione impazientemente.
"Non credo di volerlo fare". Risposi nell'unico modo che mi girava nervosamente per la testa.
I suoi occhi si fecero sempre più cupi. "Ti ho detto che non puoi controbattere".
Mi sentivo impotente di ogni mia scelta, come se il mio cervello si fosse spento completamente.
Pensavo solo a quanto fossi insignificante per lui a tal punto da farmi costruire una vita che non ho deciso per far continuare la mia carriera.
"Renderemo la cosa ufficiale tra pochi giorni, nel mentre voi vi conoscerete"
Interruppe di colpo i miei pensieri facendomi ritornare alla realtà.
Odiavo quell'uomo, lo stesso uomo che mi ha aperto una percorso rendendolo un inferno a lungo andare.
Volevo solo andarmene da quel maledetto ufficio e rimanere da sola tra i miei pensieri, senza nessuno.
"Va bene". Mi alzai irritata dalla sedia, fingendo di essere il più cortese possibile e chinando il capo in segno di rispetto.
Mi avviai alla porta di uscita. "Jennie, tra due giorni lo conoscerai"
Mi voltai fermandomi improvvisamente sul ciglio della porta, annuii con la testa e uscii senza fiatare.

Con passo pesante attraversavo quell'enorme struttura che vedevo ogni giorno, improvvisamente tutto intorno a me si trasformò in qualcosa di insignificante, l'unico obbiettivo che girava per la mia mente era andare nel dormitorio e starmene completamente da sola, non avevo intenzione di ritornare nella sala prove con le altre.
Avevo bisogno di rinchiudermi tra i miei pensieri e fare un po' di ordine, la mia vita era completamente comandata da qualcun altro, ogni mia decisione ormai non aveva più alcun valore.
Non avevo sognato tutto questo, non l'avevo nemmeno previsto quando mi immaginavo il mio futuro con occhi lucidi e pieni di emozione.
Per cosa avevo lavorato per anni? Tutte le cose positive che vivevano nella mia mente avevano perso completamente significato, pensavo solo al negativo, la mia mente era continuamente appesa alla confusione.

Raggiunsi la porta del dormitorio e la aprii di fretta, raggiungendo immediatamente la mia stanza.
Le lacrime mi pizzicavano gli occhi, minacciando di uscire all'improvviso, avevo evitato di piangere per tutto il tragitto evitando una figura poco meritevole tra tutte le persone che giravano per la struttura.
Buttandomi di peso sul letto guardai il soffitto sopra i miei occhi lasciando che l'aria, proveniente dalla finestra leggermente aperta, mi sfiorasse il viso.
Non avevo voglia di affrontare nulla, volevo rimanere in un angolo senza preoccupazioni, lontana da tutti.
Le infinite lacrime sul mio viso lasciavano dei leggeri segni sulle mie guance, mentre la mia mente girava senza sosta tra tutti i miei pensieri.
Mi sentivo completamente inutile e impotente, non avevo intenzione di conoscere nessuno per migliorare gli ascolti sul mio solo.
Ero la prima a dubitare della mia canzone, ma sentirselo dire così chiaramente da qualcun altro era tutt'altra cosa.
Ed ecco che la mia vita risultò di nuovo ai miei occhi una semplice illusione immaginata e comandata da una persona a me sconosciuta.

Passai parecchio tempo sdraiata su quel letto con lo sguardo perso e la testa pesante, rischiavo di addormentarmi tra i miei pensieri da un momento all'altro.
La mia mente era completamente annebbiata mentre sentii un suono simile ad una porta che si stava per aprire.
"Jennie tutto bene?"
Non riuscii a riconoscere immediatamente la persona davanti ai miei occhi, riuscii solo a distinguere insignificanti tratti della figura.
"Ti stavamo aspettando nella sala prove"
Cercai di ritornare alla realtà mentre schiarivo la vista.
"...Sicura di star bene?"
Si appoggiò sul letto dove ero distesa, guardandomi preoccupata.
Schiarii la vista è finalmente riconobbi la figura femminile di fianco a me.
"Lisa?"








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My Destiny  |Jenlisa|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora