5. Tears

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"Ti aiuto ad alzarti"
Le testa mi faceva maledettamente male.. In quel momento avrei davvero voluto addormentarmi e cadere in un sonno profondo così da risvegliarmi il più tardi possibile.
"Lisa non ti preoccupare, lasciami in pace"
Mi alzò delicatamente mettendomi appoggiata alla parete fredda della mia camera, continuava a tenere quell'espressione preoccupata seduta sul letto davanti a me.
"Perché stavi piangendo?" Mi chiese quasi bisbigliando.
Non le risposi, continuavo ad osservare la finestra socchiusa della stanza, solo il sole riusciva a illuminare leggermente l'ambiente circostante.
"Jennie rispondi"
Continuava ad insistere mentre io ero terribilmente confusa, la testa continuava ad essere pesante e gli occhi bruciavano fastidiosamente.
"Lisa voglio stare un po' da sola, per favore"
Tutto a d'un tratto si appoggiò di fianco a me, lasciando che i nostri corpi si sfiorassero solo con le spalle.
"Sembra che se ti lascio da sola potresti stare ancora peggio"
Finalmente rivolsi lo sguardo verso di lei con fare interrogativo.
"Non credo" le risposi infastidita.
In realtà l'idea di rimanere nuovamente da sola in quella camera non mi convinceva molto, mi ero facilmente accorta di essere totalmente distrutta.
Anche lei si girò verso di me."Guarda come sei ridotta"
Rimasi incatenata nel suo sguardo per qualche secondo, avrei potuto descrivere mille volte quanto i suoi occhi, in quel momento, erano magnifici.
Non avevo mai messo in luce nella mia mente questi suoi dettagli, non l'avevo mai studiata con lo sguardo, l'avevo sempre vista nello stesso modo.
"Allora? Che hai?" Insistette ancora.
Ripresi a guardare a vuoto i mille oggetti che avevo nella mia stanza mentre nella mia mente si faceva luce lentamente ogni mio pensiero.
"Che voleva il Ceo?" Mi chiese inaspettatamente.
"Niente di che, mi ha parlato un attimo riguardo al mio debutto da solista"
Odiavo mentire, ma in questo periodo non facevo altro che dire bugie su bugie, una in più non fa mai male, pensavo.
"Jennie smettila". Il suo tono si fece improvvisamente cupo e infastidito.
"Dimmi perché stavi piangendo, anche le altre sono preoccupate, ti stavamo aspettando nella sala da ballo"
Sentivo il suo sguardo rimanere fermo su di me, anche se non la stavo guardando direttamente, potevo percepire la serietà presente nei suoi occhi.
Le lacrime ripresero improvvisamente a scorrere sul mio viso mentre cercavo con tutta me stessa di non farlo notare a Lisa.
"Non pone nessuna speranza in me"
Tenevo lo sguardo in basso, mentre lasciavo che le mie lacrime scorressero senza sosta.
Sentii all'improvviso il tocco di Lisa sulla mia mano, non disse niente, mi stava semplicemente ascoltando.
"Come posso essere minimamente sicura di me stessa e della mia canzone quando il mio capo mi organizza un finto fidanzamento per aumentare gli ascolti"
Il silenzio ricoprì interamente quelle quattro mura, si percepiva solo il suono del mio leggero pianto.
Alzai lo sguardo per guardare la reazione di Lisa, che in quel momento non si azzardava a proferire parola.
Si limitava ad osservarmi con fare preoccupato pieno di tristezza.
"Quell'uomo è capace di fare qualsiasi cosa, mi dispiace tantissimo Jennie"
Mi avvolse inaspettatamente in un dolce abbraccio circondandomi i fianchi.
Appoggiai la testa sulla sua spalla, lasciandomi coinvolgere completamente in quel momento.
"Non devi basare tutte le tue sicurezze su quell'uomo, se lui pensa che la tua canzone non gli faccia guadagnare soldi, non vuol dire che sia per forza così. Probabilmente non l'ha nemmeno ancora ascoltata"
Con tocco leggero mi accarezzava i capelli mentre un pianto pesante faceva rumore dentro quella stanza.
"Quando conoscerai quel ragazzo?" Mi chiese.
"Tra due giorni, credo.."
Sospirò mentre mi teneva stretta fra le sue braccia, la sua presenza, inaspettatamente, mi faceva stare meglio.
La reputavo letteralmente come una sorella.

La porta della mia camera si aprì improvvisamente, facendo entrare dietro di essa Rosé e Jisoo.
"Oddio che succede". Entrando Rosé si sedette immediatamente sul letto di fianco a noi.
Jisoo era rimasta in piedi con fare preoccupato. "Perché Jennie sta piangendo?"
Ci staccammo da quell'abbraccio e mi appoggiai nuovamente sulla parete fredda, asciugandomi le lacrime dalla vergogna.
"Odio quell'uomo" Rispose seccata Lisa.
Rosé la guardo confusa. "Chi?
"Il Ceo" Affermò Jisoo sospirando infastidita.
Tutte alzammo sorprese lo sguardo verso di Lei.
"Che c'è? So quanto può essere spregevole quell'uomo"
"Che ti ha detto?" Mi chiese Rosé.
"L'ha costretta a fingere un fidanzamento con un membro degli Exo" Ripose al posto mio Lisa.
Le facce sconvolte delle altre e il silenzio nella stanza mi creavano una terribile sensazione di disagio.
"Per aumentare gli ascolti" Aggiunse Lisa cercando di migliorare la situazione.
Rosé appoggiò la sua mano sulla mia spalla, i suoi occhi sembravano esprimere mille emozioni di compassione e tristezza.
"Jennie.. Mi dispiace tantissimo"
Jisoo girava per la camera con passo pesante, la sua espressione era terribilmente infastidita.
"Quell'orribile mostro.. Non può farlo, quando hai firmato il contratto non hai accettato anche queste condizioni"
La guardai sorridendo dolcemente. "A quanto pare sì.."

Il desiderio di poter riottenere la normalità che possedevo in passato non spariva mai tra i miei pensieri, anche se era continuamente oppresso dalle mie passioni e dai miei desideri.
Odiavo qualsiasi tipo di emozioni riguardanti l'ansia o che provocavano uno stress pesante, odiavo quando i giudizi delle persone mi ferivano a tal punto da farmi cambiare, odiavo quando ero convinta di stare per arrendermi e quando pensavo di aver già mollato tutto.
La vita non potrà mai essere perfetta, non potrà sempre andare tutto al meglio, questo lo sanno tutti, ma questa imperfezione trascina qualsiasi persona in un buio più totale.
Odiavo me stessa e la mia terribile debolezza.

Mi rigiravo continuamente fra le coperte, il sonno dominava interamente la mia mente ma non ero capace di addormentarmi.
La luna fuori dalla finestra creava una dolce illuminazione che circondava la stanza, i miei occhi erano fissi su un punto casuale e indifferente mentre la mia mente vagava tra i mille pensieri presenti quella notte.
Dopo aver parlato con le altre per tutta la sera era arrivata l'ora di andare a dormire.
Prima amavo la notte, così solitaria, così tranquilla..
Ora la reputo terribile, un buco vuoto pieno di negatività dove rimani a guardare il "nulla" ricoperta dalle leggere lenzuola che ti coprono per metà il viso.
Una cosa predominava interamente tutti i miei pensieri, ovvero quel ragazzo che avrei dovuto conoscere tra pochi giorni.
Il Ceo mi aveva obbligata a fare qualcosa che reputavo orribile, non sarei mai riuscita a sopportare nulla del genere.
Leggere lacrime scesero di nuovo lungo il mio viso impedendomi sempre di più di cadere in un sonno profondo.
Mi arresi infastidita e allungai la mano verso il mio telefono cominciando a scorrere tra le varie canzoni di Spotify, amavo la musica, avevo ogni genere di playlist su ogni genere di canzone.
Dovevo distrarmi in qualche modo, odiavo l'idea di continuare a pensare sempre allo stesso pensiero.
Presi le cuffie e me le misi velocemente alle orecchie, feci partire una playlist calma e cominciai a leggere un libro che avevo iniziato qualche mese fa, durante il nostro periodo di pausa.
Ecco che la mia testa si fece improvvisamente leggera mentre intorno a me c'era quiete e un buio che, per fortuna, aveva cominciato a trasmettermi una strana armonia.

Continuai così per tutta la notte.

Senza mai chiudere occhio..







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My Destiny  |Jenlisa|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora