Harleen entró nell'aula poco illuminata. Lui stava seduto davanti ad una scrivania, uno sguardo serio, assente. Era stretto in una camicia di forza che lo mummificava alla sedia.
Gli occhi si spostarono sulla bella dottoressa bionda, una coda alta ed i profondi e grandi occhi azzurri.
Sorrise, con lo sguardo perso.
Harleen notó subito l'occhio nero.
Cosa gli era successo?
-Buongiorno-.
Disse lei.
Si sedette proprio davanti a lui.
Joker le rispose:-Buongiorno Signorina Quinzel-.
-Spero che questo nostro incontro le sarà utile-. Si affrettó Lei, porgendogli dei fogli ordinati in una cartellina viola.
-Vorrei che durante il suo tempo libero mi compilasse questi-.
L'uomo sembrava un po' perplesso e fece una smorfia:- Ne ho fatti tanti di test, dopo un po' diventano noiosi-.
-Posso capirla-. Rispose Harleen.
-Purtroppo mi servono per conoscerla meglio-.
La voce le tremava un po'. Per quanto innocuo e sedato, in quel momento stava davanti alla leggenda del crimine di Gotham, colui in grado di portare la follia e lo scompiglio ovunque. Era molto agitata.
Cercó di contenersi il piú possibile, attendendo una sua reazione. Joker sbuffó: - State cercando di punirmi per ció che è successo ieri sera?- Domandó.
Quinzel notó chiaramente la noia negli occhi del suo paziente, nonostante il suo sguardo fisso su di lei, quasi in maniera ossessiva e spaventosa.
Harleen fece un profondo respiro e, senza mostrare il suo timore interno, rispose al criminale: - Nessuno vuole punirla, purtroppo non ho materiale per poterla valutare, vorrei solo conoscerla meglio-.
Joker sorrise, le labbra distese e fece: - Io le piaccio, signorina Quinzel?-.
Nervosamente, Harleen si sistemó una ciocca di capelli cadutale sul viso.
-Lei è un mio paziente, il nostro rapporto si ferma a questo-. Rispose.
Joker non aggiunse altro.
Sembrava essersi improvvisamente incupito.
-Ma parliamo di lei-.
Riprese Harleen.
-Cosa ha fatto oggi di bello?-.
Joker sembró pensarci un attimo:- Signorina Quinzel, stamattina ho preso un caffè nel refettorio con alcuni colleghi, ho conosciuto una certa ragazza verde, molto carina. Tuttavia ero piú interessato alle zollette di zucchero, non mi piace il caffè amaro-.
Sembrava perso, lo sguardo un po' assente.
-Ah certo-. Riprese.
-Poi un tale mi ha tirato un pugno, vede il mio occhio malconcio? Mi ha fatto male-.
Assunse un atteggiamento da cucciolo ferito, alchè Harleen non potè che provare pietà per quel malvivente. Dopotutto era sempre un essere umano.
-Posso sapere il motivo dell'aggressione?-.
Domando la bella dottoressa.
Joker la guardó dritta negli occhi e fece per parlare ma una guardia irruppe bruscamente nella saletta, puntando una pistola contro il detenuto.
-Non si muova-. Ordinó.
La Dottoressa cadde come dalle nuvole, sobbalzó e si giró verso l'uomo armato.
-Che succede?-. Domandó.
-Signorina si allontani subito-.
Fece la guardia, mentre altri due uomini entravano armati di altre due pistole.
-Il paziente 001, nasconde un'arma-.COMMENTATE PER FARMI SAPERE SE LA STORIA VI STA PIACENDO. X -
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Harleen Quinzel
FantasíaQuesta è la storia di come Harley ha affrontato Gotham, del suo incontro con Joker e di tutto ció che l'ha trasformata nella famosa e folle criminale! Liberamente ispirato a fatti della DC ma non fedelmente riportato,