"occhi blu"

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È un giorno come tutti gli altri alla torre.
Neanche il tempo di alzarmi dal letto e sento subito qualcuno che bussa alla porta della mia camera
"Chi è?"
"Eli sono io posso entrare?"
Riconosco la voce, solo mio padre mi chiama Eli.
Apro la porta per vedere cosa voleva di prima mattina e mi disse che Steve ci voleva parlare
"Ha detto che ci vuole presentare un suo amico"
"Va bene adesso scendo"
Prendo i vestiti e vado a farmi una doccia per rinfrescarmi dopodiché scendo e faccio colazione
"Ora, tutti sapete che vi ho collocati qui per presentarvi un mio caro amico e spero ci facciate amicizia perché non è molto aperto alle persone"
Steve apre la porta del salone e fa entrare il suo amico ma io ero girata di spalle, mi stavo godendo un tè caldo e non avevo nemmeno voglia di parlare con nessuno.
Tutti si presentano a questo tizio e da dietro la schiena sento dei passi lenti sempre più vicini
"E tu sei?"
Sentì una voce profonda senza allegria che mi parlava,
Mi giro e vedo questo ragazzo alto con i capelli lunghi e castani che gli ricadevano delicatamente sulle guance, aveva un giubbotto di pelle e dei guanti nonostante fossimo in piena estate, ma subito mi persi nei suoi occhi color oceano sembravano finti.
Allungai la mano per presentarmi
"Sono Elisabeth"
"Bucky"
Nel momento in cui toccò la mia mano sentì un brivido che mi arrivò fino alla spalla, non ho mai avuto questa sensazione prima.
Continuavo a fissarlo negli occhi come una stupida e non riuscivo a lasciargli la mano
"Pronto?"
Scossi leggermente la testa e guardai in basso subito dopo staccai la mia mano dalla sua.

Ho già capito cosa sarebbe successo.

Mi rigiro verso il tavolo e finisco il mio tè.

Dopo aver fatto colazione torno in camera mia con un leggero sorriso stampato sulla faccia, non sapevo cosa mi stesse succedendo,
in quel preciso momento iniziò a piovere e io subito mi fiondai vicino la finestra a guardare la pioggia, mi dà tranquillità.

Noi Avengers pranziamo sempre insieme, siamo come una famiglia, ma adesso si è aggiunto un componente e non sarà più lo stesso,
ci sediamo tutti a tavola e casualmente io sono seduta davanti a lui, Bucky, per mangiare si tolse i guanti e notai subito una cosa, aveva un braccio di metallo, sono rimasta abbastanza scioccata da questo, non ci diedi tanto peso e distolsi lo sguardo.
Ogni tanto però mentre mangiavo gli davo delle occhiate e mi rigiravo subito, ma nella mia testa passava sempre questa domanda: perché ha un braccio metallico?
sembrava scortese chiederlo ma non ho resistito
"Bucky"
Dissi con una voce abbastanza curiosa ma allo stesso tempo impaurita
"Si?"
Alzò la testa e i suoi occhi splendevano come un raggio di sole
"Non vorrei essere scortese o offenderti ma, posso chiederti perché hai un braccio metallico?"
Non mi rispose subito, sembrava offeso, non avevo questa intenzione ero solo curiosa ma sapevo di aver detto una cazzata.
"Non amo parlarne"
Non aveva emozioni, sempre la stessa espressione, sembrava spento
"Se ti ho offeso non intendevo farlo mi dispiace"
Nemmeno il tempo di finire la frase che si alzò da tavola e se ne andò, mi sentivo una stupida.
"È il suo carattere, vedi che cambierà quando vi conoscerete meglio"
Steve cercava di tranquillizzarmi ma con poco successo.

Finiamo di mangiare e non esito ad andare da Bucky per scusarmi.
Per fortuna camera sua era quella vicino alla mia così non rischiavo di perdermi per l'edificio.
Mi avvicino alla porta, mi faccio coraggio e busso, sento dei rumori in quella stanza poi la maniglia che si abbassa e la porta che si apre lentamente, sembra quasi di stare in un film horror.
"Che c'è?"
Ogni volta che sentivo la sua voce mi rattristavo perché era così cupa e spenta
"Volevo chiederti scusa per prima, possiamo parlarne?"
Esce dalla camera e si chiude la porta dietro dopodiché mi dice di seguirlo e mi porta sull'unica terrazza che c'era nella torre, ma come faceva a sapere come si arrivasse lì?
"Volevo solo dirti che mi dispiace, se ti ho offeso non era mia intenzione, ero solo curiosa"
"Non ti preoccupare, non devi chiedermi scusa"
E allora per quale motivo si era alzato da tavola in quel modo? Gli avevo per forza fatto qualcosa.
"Pensavo ti fossi arrabbiato o infastidito visto che ti sei alzato all'improvviso"
Si voltò verso il nulla guardando il cielo e io continuavo a guardarlo come se fossi incantata
"La mia vita è piena di domande e priva di rispose"
Cosa poteva mai significare quella frase...
mi girai anche io a guardare il cielo
"Quindi non vuoi dirmi perché hai quel braccio?
Voglio dire.. non sei obbligato, solo se vuoi"
Si volta lentamente verso di me e io faccio altrettanto, ci guardiamo dritti negli occhi e
"Sono caduto da un treno"
Feci una faccia confusa
"C'è un continuo o finisce qui...?"
"Il treno viaggiava più o meno all'altezza di questa torre,
cedendo ho cercato di attutire la caduta con il braccio sinistro ma senza successo, ho perso il braccio e subito dopo degli uomini mi presero e mi portarono in un laboratorio dove mi misero il braccio robotico e diventai la loro cavia per esperimenti"
Dopo la frase che disse rimasi pietrificata e feci due passi indietro se non di più.
"Scusami non volevo spaventarti..."
Si avvicinò e mi porse le sue mani come per dire che gli dispiacesse.
Non sapevo cosa dire ma dopo quello che ha detto sono piena di domande da fargli.
Continuavo a fissarlo negli occhi e aveva una faccia abbastanza nervosa, credo che fosse così perché magari mi aveva spaventata, ed era vero, ma non volevo farlo sentire in colpa
"Sai assomigli tanto ad un mio vecchio amico"
Cosa intendeva con quella frase?
"Non ti seguo"
"Potresti dirmi un attimo il tuo cognome?"
"Stark" dissi
Fece una faccia abbastanza seria e la cosa mi preoccupava
"C'è qualcosa che non va?"
"Sei la figlia di Tony?"
"Si perché?"
Abbassò lo sguardo come se fosse dispiaciuto.
Aggiustò i suoi bellissimi capelli scuotendo e alzando la testa
"Suppongo che Tony ti abbia parlato di Howard Stark"
Aspetta quel suo vecchio amico era mio nonno? Quanti anni ha questo?!
"Si, ma- posso farti una domanda?"
"Certo"
"Non per qualcosa ma... quanti anni hai?"
Mi guardò preoccupato
"Se te lo dico non mi crederesti"
Perché non dovrei credergli? Sto iniziando a preoccuparmi
"Ti crederò"
Si strofina nervosamente le mani l'una contro l'altra
"Ne ho... 107"
Lo guardai a bocca aperta dalla testa ai piedi senza però farmi notare
molto
ero letteralmente senza parole.
Io personalmente gli avrei dato intorno ai 30, non me lo aspettavo.
"So che probabilmente adesso mi vedrai come un alieno sceso sulla terra ma è vero"
io continuavo a fissarlo negli occhi finché lui non mi prese la mano e disse con una voce calma
"Stai bene?"
"Si sto bene"
Sembrava preoccupato per me anche se non ci conoscevamo ancora.

Till death do us apart - Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora