Ti ho fatto solo piangere

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La mattina seguente Izuku si alzò presto per andare al lavoro; Bakugou uscì poco dopo.

Il giovane Midoriya arrivò in centrale, salutò gli agenti presenti quella mattina e chiese quali fossero i compiti che gli spettavano. I poliziotti che lo accolsero erano sempre gli stessi: purtroppo il personale di polizia scarseggiava in quanto tutti cercavano di diventare eroi e non "raccatta-villain", specialmente le persone che possedevano un quirk, mentre chi non ne aveva preferiva lavori più tranquilli, come insegnare o semplici impieghi d'ufficio.

Il detective Naomasa Tsukauchi, oberato di lavoro, aveva un disperato bisogno di aiuto, in quanto l'agente che lo assisteva e lo aiutava era dovuto partire e tornare dalla sua famiglia, dato che la madre non stava molto bene. Pensava di riuscire a fare tutto da solo, ma in realtà stava impazzendo: per questo motivo si decise e chiese ai suoi superiori di essere affiancato da qualcuno. Sfortunatamente, vista la carenza di personale, tutti gli agenti erano impegnati, e il massimo a cui potesse ambire era una nuova recluta. Naomasa accettò, a condizione che gli assegnassero quella più brillante: la scelta ricadde quindi su Izuku. Glielo comunicarono il giorno stesso, cosa che lo mandò al settimo cielo: finalmente poteva dire addio alle scartoffie e dedicarsi al lavoro di polizia vero e proprio, e avrebbe addirittura affiancato il grande detective Tsukauchi! Deku già lo conosceva, almeno di nome, poiché era risaputo essere un grande collaboratore di All Might, avendo lavorato parecchie volte insieme tanto che precedente Eroe Numero Uno sembrava fidarsi ciecamente di lui.

Izuku si recò nell'ufficio del suo nuovo capo per presentarsi ufficialmente, bussò ed entrò.

Il detective era seduto dietro una scrivania piena di fascicoli impilanti l'uno sull'altro. Nella stanza vi era un altro tavolo, anch'esso pieno di fogli, e, appesa al muro alle sue spalle, spiccava una bacheca di sughero molto grande, con alcune foto appese e post-it colorati con appunti vari.

«Detective Naomasa, sono Izuku Midoriya, mi hanno detto che ha chiesto di me per affiancarla. Non la deluderò, signore!»

Il tono del giovane era deciso. Fosse stato qualche anno prima , sicuramente sarebbe finito a balbettare e incespicare tra le parole, ma ormai aveva imparato a controllare l'emozione, tanto che riuscì a iniziare e concludere la frase senza intoppi.

«Ti avverto, ragazzo: c'è molto lavoro da portare a termine.  Sicuro di potercela fare?»

«Non mi aspettavo il contrario, signore. Non si preoccupi: ce la farò.»

Il detective notò che lo sguardo di quel giovane lì di fronte a lui, era deciso, non mostrava un accenno di esitazione. Erano in pochi a prendere sul serio il lavoro da poliziotto, anche gli agenti stessi, dunque vedere un ragazzo così fiero di essere lì lo rese veramente orgoglioso.

«Bene, per stasera puoi andare, inizierai domani mattina. Ci vediamo alle 8:00, mi raccomando: puntuale.»

«Sì, signore, non tarderò.  Grazie per questa opportunità. A domani.»

«A domani.»

Izuku fece un piccolo inchino e si congedò. Non vedeva l'ora di tornare a casa per chiamare sua madre e raccontarle della meravigliosa novità.

Anche quel giorno Bakugou non era ancora rientrato e Deku, senza neanche pensarci, gli preparò nuovamente la cena. Mentre stava cucinando, chiamò la madre, e iniziò a raccontarle di come fosse andata la giornata.

«Ciao mamma, come va?»

«Izuku! Sto bene, e tu?»

«Sto benissimo! Ti devo dare una grande notizia.»

In quello stesso momento, Katsuki entrò in casa e si diresse in cucina. Vide che il suo amico d'infanzia stava preparando la cena anche per lui, di nuovo: avrebbe voluto dirgli che non era necessario, quando notò che stava parlando al telefono, così lasciò perdere. Deku lo salutò con un cenno della mano e tornò ai fornelli, mentre Bakugou si diresse in bagno per darsi una sciacquata. Era particolarmente stanco e più nervoso del solito: durante la giornata un paio villain gli avevano dato filo da torcere e aveva avuto bisogno dell'aiuto di Todoroki per catturarli. E lui odiava essere aiutato, specialmente da quel bastardo a metà.

Nel frattempo, Izuku continuava a parlare al telefono.

«Sì, mamma, esatto, da domani affiancherò il grande detective Naomasa Tsukauchi. Sono emozionatissimo, non so come sono riuscito a mantenere la calma oggi nel suo ufficio. È davvero un onore lavorare con colui che ha collaborato con All Might.»

«Sono veramente fiera di te, tesoro. Mi raccomando, stai attento.»

«Certo, stai tranquilla. Ora devo andare: la cena è quasi pronta. Buonanotte, mamma, ti voglio bene.»

«Buonanotte, Izuku. Ti voglio bene anche io.»

Attaccò il telefono e sistemò la tavola. Non era sicuro che Kacchan volesse mangiare in sua compagnia, ma non aveva voglia di cenare in camera e rischiare di sporcare qualcosa, quindi apparecchiò per due sperando di non ricevere troppi insulti. In ogni caso, niente poteva rovinare quella giornata: era felice, al punto da non riuscire a smettere di sorridere.

«Cos'hai tanto da sorridere, nerd?»

Bakugou si sedette e non disse nulla sul fatto che fosse apparecchiato per entrambi, Deku gli porse il suo piatto e lui iniziò a mangiare. Ma Izuku notò comunque che c'era qualcosa che non andava, così dopo un po' chiese: «Tutto bene, Kacchan? Sembri nervoso.»

Katsuki si era ripromesso di non far vincere l'orgoglio quando era con Deku, così usò tutte le sue ultime forze per non rispondergli in malo modo.

«Sto bene, sono solo stanco. Ora zitto e mangia, e smetti di sorridere: mi dà i nervi.»

«Scusa Kacchan, è che sono molto contento. Finalmente ho finito di riempire solo scartoffie, da domani affiancherò il detective Naomasa, sai, quello che ha lavorato tante volte con All Might. Sono tanto emozionato e non riesco a smettere di sorridere, ancora non riesco a crederci.»

Izuku aveva iniziato a parlare a raffica senza rendersene conto, ma quella sera Katsuki non era dell'umore giusto, e così senza pensare alle parole che avrebbe pronunciato disse:

«Rimani comunque un raccatta-villain.»

Merda. Aveva esagerato, non era riuscito a trattenersi. Merda.

Orgoglio 1 – Bakugou 0

Prima che potesse dire qualcosa, o provare a scusarsi, Midoriya senza dire una parola si alzò, mise i suoi piatti nel lavandino e filò in camera sbattendo la porta. Si buttò sul letto: credeva che Kacchan fosse cambiato, ma si ritrovò a pensare che invece lo stava solo prendendo in giro, o forse si stava trattenendo per non essere cacciato dall'appartamento. Niente avrebbe potuto rovinare quella giornata, o almeno così credeva. Chiuse gli occhi e si addormentò, con le lacrime che rigavano il suo volto.

Bakugou non sapeva che fare. Non finì neanche la cena: i sensi di colpa si erano aggrappati al suo stomaco stritolandolo. Merda, e ora? La soluzione più logica sarebbe stata quella di andare da Deku e scusarsi. Ma qualcosa glielo impediva, la stessa che non gli aveva permesso di scusarsi per come lo aveva trattato: aveva paura di non essere perdonato. Anche se i comportamenti di Izuku in quei due giorni di certo non dimostravano che lo odiasse, Katsuki pensava che il suo amico d'infanzia stesse cercando di evitare una sua eventuale arrabbiatura, pensava che in realtà Deku avesse ancora paura di lui. Avrebbe trovato un modo per scusarsi senza dirlo a parole: in fondo era più bravo nel dimostrare ciò che provava con i gesti, anche se molto spesso le sue azioni erano fraintendibili, dato l'elevato livello di incazzatura con cui le metteva in atto. Lavò i piatti di entrambi e andò a dormire anche lui. Si era ripromesso di non trattare più Izuku come faceva un tempo, eppure era riuscito a farlo piangere di nuovo.

Non sono mai riuscito a odiartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora