«μέμησο, μή φόβος σε νικάτω φρένας»
"ricorda: la paura non vinca i tuoi sentimenti"***
Non credeva che avrebbe mai avuto Harry così vicino, di nuovo.
È presto. Louis lo sa. Hanno ancora mezz'ora, prima che suoni la sveglia, ma loro due hanno gli occhi aperti già da un po': Louis tiene una mano tra i suoi capelli ed Harry, con la testa sul suo stomaco, accarezza la coscia nuda lentamente, di lato, quasi soprappensiero. No, no. Sicuramente sta pensando a qualcosa. Louis lo sa da come respira in maniera regolare, ma profonda, dall'angolo della stanza che sta guardando con un'insistenza calcolata, da come non smette di muovere le dita su di lui. È assorto, non si muove, e Louis, che sente nelle coperte calde e nella stanza i loro profumi di nuovo mischiati, non si azzarda nemmeno, a rompere tutto quel sottile schema che si muove attorno a loro, come un mammifero vivo che respira a boccate faticose, quel fragile andar tutto bene finché non usciranno di lì. Dedicando occhiate di odio ai suoi vestiti a terra, prega che la sveglia non suoni.
Harry prende un solo respiro, poi: ''Non mi alzerò di qui finché non mi avrai detto tutto.''
''No.''
''Sì.''
E' stato un botta e risposta molto veloce, il loro. Louis ha chinato il mento e l'ha guardato ed Harry ha alzato la testa per fare lo stesso, e adesso si stanno fronteggiando. Louis già sa che Harry ha distrutto tutte quelle cose che aveva messo su per resistergli e tenerlo lontano, e anche in maniera abbastanza veloce, considerando che lui lontano da Harry non ci sa stare, non quando non ha scappatoie. E allora gli è bastato davvero poco, per riportarlo al suo fianco e confermargli quello che già sapeva, ossia che aveva finto tutto, ma non è questo il punto. Il punto è che ha ancora qualcosa su cui resistere, ed è esattamente quello.
Harry, però, non lo lascia continuare: preme i palmi sul materasso dalla copertura arricciata e si alza, osservandolo, le mani ai lati del suo corpo. ''Questa missione è totalmente diversa dalle altre, Louis. Va bene o no, cambieranno delle cose. In peggio. Se l'Eden scopre i piani dell'MI5 e li blocca'' inizia alla sua occhiata, parlando lentamente ''Gli andrà contro. E sappiamo che questo è l'unico scenario inevitabile. Se vinciamo, rovesciamo le più grandi forze della Gran Bretagna, e dopo loro dovremo rendere conto direttamente alla Corona, che formalmente non ha idea di chi siamo noi e può rigirarci come traditori della patria. Non avremo nessuno disposto a difenderci e la massa chiederà le nostre teste. Se perdiamo, è praticamente la stessa cosa, solo molto più veloce. L'Eden potrebbe anche far esplodere tutta questa cosa e poi andarsene per qualche mese, ma ci troveranno lo stesso, prima o poi.''
''Capisco che intendi'' inizia con accondiscendenza ''E hai ragione. Ma tu devi-''
''No, Louis, tu devi lasciarmi parlare. Cosa che da quando mi hai lasciato non hai fatto. Hai sempre parlato tu e gettato altre stronzate sulle parole che provavo a farti arrivare, senza il minimo successo. Adesso basta. Stai zitto e ascolta.''
Su questo non può davvero contestare: scivola poco più su, si alza anche lui e sta seduto, contro la testiera del letto. Respira. ''Va bene.''
''Bene'' gli occhi seri di Harry lo fissano mentre trascina il lenzuolo, così da avere il grembo coperto, prima di legarsi i capelli in uno chignon e abbandonare le mani all'indietro. In quella posizione, inclina il capo e domanda: ''Sai a cosa penso spesso?''
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Keep Me Safe ||L.S.||
FanficIn linea teorica, l'Eden non esiste. Anche se tutti sono convinti che ci sia davvero, questo braccio del governo britannico che agisce quando la legalità non può essere rispettata, per la massa, se mai fosse un'organizzazione reale, lo é nel momento...