capitolo tre

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Salgo in macchina e in poco tempo mi ritrovo davanti al locale in cui dovrò lavorare questa sera, file di persone aspettano il loro turno per entrare, il mio sguardo ricorre su Alek che nel frattempo sta prendendo il borsone con il necessario.

Avvicinandomi a passi svelti, noto che la discoteca non è altro che un grande capannone ristrutturato, il mio cuore pulsa nel notare quanto sia simile all'officina in cui mio padre mi costringeva a lavorare.

Entrando le luci abbagliano la mia vista, un ragazzo con la scritta staff sulla maglietta si avvicina, portandoci nel lato opposto a tutte le persone che aspettano il concerto, non posso fare a meno di sentirmi fuori luogo, file di persone sono indaffarate a preparare il necessario per iniziare la serata e io cerco di non infastidirli mentre passo facendo lo slalom.

- Siamo quasi arrivati, le quinte sono un posto magico vedrai

Annuisco mentre spero di finire il più possibile il mio compito, dopo diversi minuti arriviamo finalmente ai camerini, un gruppo di altri tre ragazzi va in contro ad Alek mentre io rimango qualche passo indietro.

- Ehi ragazzi lei è Alya, l'amica di Yve.

Faccio un lieve sorriso mentre Alek cerca di presentarmi alla band, il primo che noto si chiama Edwin, capisco che è il batterista per le bacchette che continuano a girare tra le sue mani, capelli castani circondano il suo viso cupo che dà spazio a due iridi completamente nere, la mia mente si ferma ad un dettaglio sul suo viso però, una lunga cicatrice che attraversa perpendicolarmente il suo occhio destro arrivando fino al suo sopracciglio.

Il secondo a presentarsi si chiama Eltas, che nome particolare penso, mentre ammiro la sua chioma rossa e i suoi occhi color cielo, non di certo il mio prototipo di ragazzo, ma sono sicura che non abbia difficoltà a trovare qualche ragazza da portarsi a letto.

Il mio cuore si perde un battito alla vista dell'ultimo membro degli Hell's Angels, Altair, non ha bisogno neanche di dire una parola per presentarsi, conosco tutto su di lui, i suoi capelli sono scuri, quasi neri, strano, penso, un tempo era biondo, ma forse lo preferisco così.

I nostri sguardi si incrociano, verde nel verde, capisco che mi ha riconosciuto, in fondo come non potrebbe, figlio illegittimo del migliore amico di mio padre, da sangue nero nasce sangue nero, presumo, continuando ad osservare il ragazzo di fronte a me.

Il mio corpo è immobilizzato, dentro di me una tempesta sta distruggendo la mia mente mentre penso a come io abbia fatto tutti questi sacrifici per essere qui e ritrovarmi ancora al punto di partenza.

Quando mi risveglio dal mio stato di trans mi accorgo che il biondo mi ha lasciato il borsone tra i piedi e che tutti i ragazzi stanno per iniziare il concerto, cercando di evitare il mio corpo ancora immobilizzato. 

In fretta cerco di ricompormi, corro sotto al palco per scattare le foto ai ragazzi al meglio, la serata fortunatamente dura abbastanza poco e il tempo scorre veloce, non avrei sopportato ancora un minuto quelle ragazze urlanti dietro le mie spalle.

Ormai esausta e con ancora la Canon penzolante al collo, mi dirigo verso il bancone del bar ordinando un Whiskey freddo con il ghiaccio, le gambe incrociate mi permettono di restare seduta sullo sgabello mentre penso che sia uno dei più scomodi che abbia mai visto.

Mentre rimugino a quanto sia scomoda questa sedia non pongo attenzione a ciò che succede, dopo pochi secondi, la mia attenzione si pone su Alek che sorseggia una coca cola accanto a me.

-Ci si rivede vero Alya?

Dietro alla mia sedia Altair sorseggia uno shot di Whiskey.

La sua voce percorre tutto il mio corpo, non la sentivo da troppo tempo, percepisco la sua presenza oltre le mie spalle.

hell's angels (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora