L'incontro

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Era finalmente felice di essere riuscito ad accettarsi e voleva confidarsi con il suo migliore amico. Inizialmente sembrava che accettasse la sua omosessualità ma quando erano insieme ad altri lo insultava per divertirsi. Jack capí che aveva sbagliato a confidarsi e quindi decise di tenere il suo piccolo segreto per se ma il suo "migliore amico" sparse la voce per tutta la scuola.
Un giorno mentre entrava in classe due ragazzi lo spinsero ma lui pensò che non l'avessero fatto volontariamente e lasciò perdere ma la cosa si ripeté.
Gli spintoni si trasformarono subito in calci, insulti e pugni e i suoi compagni lo escludevano.
Jack continuava ad incassare, chiudendosi in se stesso e nei suoi pensieri.
Un giorno, dopo i soliti insulti, all'uscita della scuola un ragazzo più grande si avvicinò a Jack, gli chiese se fosse gay e ad un "si" da parte sua gli tirò un pugno in piena faccia.
"Così imparate voi froci!" disse correndo.
Jack rimase a terra piangendo ma ad un certo punto si avvicinò un ragazzo:

"Mio Dio cosa ti é successo"
"Nulla..."
"Come nulla! Quel livido in faccia non credo sia uscito da solo! Su dimmi cosa é successo"
"Mi hanno picchiato...ma lascia perdere. Ormai ci ho fatto l'abitudine"
"Bastardi... Vieni subito con me. Comunque mi chiamo Andrew piacere"

Andrew portò Jack da sua madre che era un dottore. Dopo aver constatato che non ci fosse nulla di grave, Andrew accompagnò Jack a casa sua. Durante il percorso i due si presentarono e parlarono di se stessi:

A:"Beh spero che ora stai meglio! Comunque non mi hai ancora detto come ti chiami"
J:"Giusto...mi chiamo Jack piacere. É da un bel po' che una persona non mi rivolge la parola..."
A:"Ecco...perché ti picchiano e ti escludono? É successo qualcosa di particolare? Naturalmente puoi anche non dirmi nulla"
J:"É una storia lunga...se te la raccontasse sicuramente avrai la stessa reazione degli altri"
A:"Non lo farei mai! Ero nella tua stessa situazione: subivo atti di bullismo perché sono gay ma per fortuna alcune mie amiche e dei professori mi hanno aiutato a ribellarmi e ora le stesse persone che mi insultavano mi rispettano"

Jack rimase molto colpito dalla storia di Andrew, voleva chiedergli qualche altra cosa ma arrivò a casa. I due si salutarono ma mentre Andrew si allontanava Jack gridò:"ANDREW POTREMMO INCONTRARCI E PARLARE ANCORA?" "CERTO!" rispose Andrew gioiosamente.
Jack entrò in casa e subito si recò in camera sua cercando di coprire il livido sulla parte sinistra del suo volto. Una volta a letto pensò all'unico ragazzo che l'aveva soccorso, quel ragazzo che aveva i suoi stessi problemi...insomma, l'amico che cercava da tempo.
Tra un pensiero e una lacrima Jack finalmente si addormentò.

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