La storia di Andrew

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"JACK! JACK SVEGLIATI!" gridò la mamma di Jack. Era stranissimo, Jack era un ragazzo sempre puntualissimo ma oggi era stranamente in ritardo. Si alzò, si preparò e subito scese in cucina da sua madre; ma non si ricordò di un dettaglio: il livido sul suo volto.
Entrò in cucina e si sedette a mangiare qualche biscotto e a bere del latte mentre la mamma preparava del caffè ma quando si girò si spaventò a morte:

M:"MIO DIO JACK COSA TI É SUCCESSO!!"
J:"Cosa? Ah il livido... Ieri sono caduto ma per fortuna un ragazzo mi ha aiutato... Beh ora vado a scuola, ti voglio bene"

Disse baciando sua madre.
Uscì da casa e per fortuna prese il pullman in tempo. Arrivato alla scuola vide Andrew nel cortile e subito corse da lui:

A:"Ehi Jack! Tutto bene?"
J:"Diciamo...mia madre ha visto il livido e si é spaventata molto ma credo di essere riuscito a rassicurarla..."
A:"Capisco... Le madri sono sempre molto premurose ahahah. Io ho avuto la fortuna di avere una mamma che mi aiuta ancora oggi nella lotta contro il bullismo e l'omofobia"
J:"Bellissimo..."

Jack non ebbe neanche il tempo di finire la frase che la campanella suonò. I due si salutarono ma mentre Jack si dirigeva verso la sua classe, Andrew lo raggiunse:

A:"Jack se vuoi dopo possiamo incontrarci e parlare ancora...
J:"Certo! Incontriamoci nel cortile della scuola così ritorniamo a casa insieme"

Jack salutò di nuovo Andrew ed entrò in quella classe dipinta di giallo targata come "2D".
La classe non é solo una stanza, la classe é prima di tutto composta da ragazzi che si supportano a vicenda. Per Jack non era così, infatti durante la ricreazione i soliti bulletti iniziarono a deridere Jack prima con battutine ironiche, poi con insulti veri e propri. Però questa volta non si stette zitto, rispose a tono ma, naturalmente, uno dei bulli si arrabbiò e cercò di colpirlo ma proprio in quel momento entrò la prof. Di italiano.
"Ci vediamo dopo scuola e vedremo se farai ancora lo sbruffone con me brutto frocio di merda" disse sussurrando cercando di spaventarlo ma Jack si sentiva più sicuro sapendo che in cortile lo avrebbe aspettato Andrew.
Le sei ore passarono velocemente e come promesso nel cortile antistante l'entrata della scuola c'era Andrew. Del bulletto nessuna traccia.
Jack raggiunse subito Andrew e appena usciti dal cancello si recarono al parco comunale per parlare un po e rilassarsi:

A:"Allora come é andata la giornata?"
J:"Piuttosto bene...tranne per i soliti insulti."
A:"Ribellati! Tu sei molto meglio di loro!"
J:"Questa volta sono riuscito a rispondergli a tono"
A:"Bravissimo!"

Rimasero qualche secondo in silenzio fino a quando Jack, imbarazzato, porse una domanda:

J:"Posso chiederti una cosa? Come ti sei dichiarato ai tuoi genitori?"
A:"É stato lungo...feci coming-out quando mia mamma scoprì i segni causati dal bullismo e dal..."

Andrew si fermò di colpo, all'inizio Jack non capiva perché, poi osservò: Andrew stava piangendo:

A:"...dall'autolesionismo. Un giorno andai in bagno, presi quella maledetta lametta e mi tagliai ... Ma il taglio fu troppo profondo. Perdevo molto sangue, non sapevo casa fare e ad un certo punto caddi in terra. Mia madre sentí il tonfo, corse in bagno e mi trovò in una pozza di sangue. Infine le spiegai tutto e le confessai la mia omosessualità sperando che mi avrebbe accettato...per fortuna così fu."
J:"E tuo padre?"
A:"Padre? Non ho un padre. Mia mamma fu stuprata quando aveva solo diciassette anni e rimase incinta di me."
J:"Quanto mi dispiace..."

A un certo punto Jack, commosso dalla storia di Andrew, decise di liberarsi:

J:"Andrew...ti devo dire una cosa... Anche io sono gay. La causa di tutto questo é la mia omosessualità."

Disse piangendo. Ma, ad un certo punto, Andrew lo abbracciò. Si sentiva strano... In quel momento dimenticò tutto, ora esistevano solo lui ed Andrew.
Era amore.

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