"il primo anno fu molto tranquillo, almeno per i miei standard: i prof crudeli come sempre e i compagni mi erano indifferenti. Nel frattempo in compenso mi ero ambientato nel mio nuovo gruppo e io e Loco ormai eravamo diventati migliori amici. Inutile dirvi che con la crescita del nostro rapporto anche la mia cotta aumentava, e non mi ci volle molto per capire che ero innamorato. L'unico evento che adesso reputo 'degno' di essere raccontato avrà più importanza in futuro e riguarda Diego, il bullo della scuola. Frequenta il secondo anno, ed è uno di quei ragazzi che si credono forti perché prendono in giro i più deboli.
Ancora ricordo abbastanza bene quel giorno; era venerdì e quel giorno avevamo in programma di andare in centro di pomeriggio e rimanere a dormire a casa di Loco.
Verso la fine della terza ora mi è venuto un attacco di panico, e visto che non volevo che tutta la classe lo sapesse andai in bagno. Neanche il tempo di arrivare a metà strada che qualcuno mi spinse contro il muro. La botta che avevo preso era talmente forte che riuscì a distinguere solo una frase detta da quel ragazzo
???: Così è questo quello nuovo eh? Si, può andare bene
Non riuscivo a capire cosa volesse dire, forse per la botta alla testa o forse per la paura, fatto sta che non riuscivo a trovare un senso a quella frase. A interrompere i miei pensieri fu l'arrivo di Phere
P: va via Diego
D: V-veronica, ciao, po-posso spiegareAveva paura, era evidente.
Mentre Phere cercava di cacciarlo mi si avvicinarono Loco e Stef. Il primo mi portò in infermeria e il secondo andò ad avvisare Marcy e Mark che ci aspettavano davanti alle macchinette per parlareN: Loco sto bene non ho bisogno di essere medicato
L: hai una ferita enorme al lato della testa, almeno fatti disinfettare.Mentre tamponava la ferita iniziò a farmi delle domande
L: è la prima volta che succede?
N: che quel tizio mi facesse del male? Si
L: e in generale?Abbassai la testa.
Non potevo a rispondere a quella domanda, almeno non ora. Non ero pronto
Mi alzò il viso con due dita per fare in modo che ci guardassimo negli occhiL: se non me lo vuoi dire va bene, però promettimi che se succede di nuovo me lo dirai, ok?
N: ci proveròSolo in quel momento mi accorsi di quanto fossero vicini i nostri volti e arrossì leggermente e notai anche le sue guance colorarsi di un rosa più acceso. A interrompere quel contatto fu la campanella della quinta ora che ci autorizzava a uscire.
Scesi dal lettino, ma prima che potessi varcare la soglia della porta, Loco mi tirò a se e mi abbracciò.
Il mio cuore stava battendo all'impazzata e le mie guance andavano a fuoco per quanto erano rosse. Mi sentivo bene tra le sue braccia, mi sentivo protetto, e per quanto non volessi più staccarmi dovevamo raggiungere i nostri amici e, a malincuore, mi allontanai."Angolo autrice:
Prima di tutto mi scuso per non aver pubblicato per più di un mese ma i prof hanno deciso di piazzarci mille verifiche e interrogazioni per avere tutti i voti prima delle vacanze di Pasqua e le uniche volte che posso scrivere sono durante le ore di scienze motorie o durante le interrogazioni di recupero.
Il capitolo è corto perché vorrei fare un capitolo a parte per il pigiama party che vi prometto completerò il prima possibile.
Detto questo vado che ho già rotto abbastanza
Addio.
P.s. non so che nome mettere al capitolo quindi non ci sarà