Capitolo XVI

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«Jamm a ballà stasera?» aveva chiesto Melissa fermandosi davanti alla porta dello studio di Don Salvatore dopo essersela chiusa alle spalle.

Era un sabato pomeriggio di metà gennaio, Melissa era passata a salutare Don Salvatore e a parlare con lui di alcuni affari e Ciro aveva aspettato che lei uscisse dallo studio restando steso sul divano con aria annoiata.

«Stasera jamm a ballà» aveva affermato lui di rimando con un sorriso, sollevandosi finalmente dalla posizione in cui si trovava.
«O ric pur a Edoardo, a Francesco...» aveva proposto, iniziando ad elencare alcuni nomi, ma era stato interrotto da lei che aveva replicato: «Rincell a chi vuò tu, ij prenoto nu tavl ro privé»

«Puort cocc cumpagn toja amò» aveva proposto Ciro, mentre Melissa, in procinto di andarsene, stava digitando qualcosa sul telefono al fine di prenotare il tavolo.
La ragazza aveva alzato lentamente gli occhi dallo schermo del telefono e lo aveva scrutato con sguardo truce, uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo.

«E pcché l'avess e purtà? Tu c c'he a fa?» aveva infine chiesto dopo qualche istante di gelido silenzio.
Lui aveva sorriso, consapevole di aver causato la sua gelosia, incrementando con quel sorriso provocatorio il nervosismo di lei.
«Crè ciù ciù si gelus?» aveva chiesto divertito, avvicinandosi a lei per accarezzarle il viso, che lei aveva prontamente ritratto dal suo tocco.
«Ij vogl toccà sultant a te e tu o saje, nun fa a scem» aveva continuato lui abbracciandola.
«O ric p li guagliuni» aveva aggiunto, mentre lei se ne stava immobile tra le sue braccia che la avvolgevano, senza ricambiare l'abbraccio.
«E guagliuni si vonn chiavà sa sapn truvà sul na guagliona» aveva acidamente replicato lei.

«Ij song nu lupo solitario, stong bon cu me stessa e co nisciun at, perciò mi dispiace deluderti ma niente amiche» aveva infine concluso sottraendosi alla sua stretta.
«Ma qual lupo solitario, nun ricr strunzat amò, ca staje sempr cu me, Eduardo e l'at!» aveva esclamato lui ridendo e tirandola di nuovo a sé.
«E cu chest c vuò ricr?» aveva replicato lei con un tono di voce che lasciava trasparire quanto fosse infastidita.
«Vogl ricr ca i cumpagn e tien e pur e cumpagn» aveva affermato lui, sempre più divertito dalla situazione creatasi.

Lei a quel punto si era limitata ad alzare gli occhi al cielo, per poi dirigersi verso la porta e, poco prima di chiudersela alle spalle, si era voltata per dire: «A stasera Cirù»
«Oh arò vaje?» aveva chiesto lui avanzando, quasi a volerla fermare.

Ma lei era già sparita al di là della porta.

Una volta sul motorino, un sorriso le era spuntato sul volto nel ripensare a quella situazione e alla propria gelosia.


«Buonasera Piè, Ciro?» aveva esordito Melissa quella sera stessa entrando in casa Ricci.
«Sta in camera che si prepara Melì» aveva spiegato Pietro richiudendo la porta alle spalle di lei.

Era stato proprio Pietro ad aprirle la porta e, dopo aver risposto alla sua domanda, le aveva preso la mano per poi farle fare un giro su sé stessa.
«A cognat cchiu bell ro munn a teng ij!» aveva esclamato sorridendole una volta averle fatto compiere il giro.
«E o cognat cchiu bell ro munn o teng ij!» aveva replicato lei sorridendogli a sua volta per poi salutarlo con due baci sulle guance.
«Chest però nun t l'avev a dicere, pcché tu o saje già e così aumento solo il tuo ego» aveva aggiunto facendolo ridere.

«Facitv na bella pariat m'arraccumann» le aveva detto Pietro.
«Ma vien pur tu a ballà» aveva suggerito lei con disinvoltura, invitandolo così a unirsi a loro.
«Nun o sacc, teng pur ra fà stasera. Al massimo passo più tardi, ma non ti assicuro niente; in caso c truvamm là, t scriv si avess e venì» aveva detto lui, lasciando intendere quanto fosse dubbia la sua presenza durante quella serata.
«Vabbuò Piè ho capito va. Vado da Ciro. Tu arricuordt e m scrivr si avess e venì, ma tant o sacc ca nun o faje» aveva concluso lei ormai rassegnata, poi si era diretta verso camera di Ciro.

Comm a na pistola - Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora