Ragazzo di strada

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La città era silenziosa nella penombra del primo mattino: se non si faceva caso al rumore dei passi di quelle poche persone che andavano al lavoro a piedi, si aveva l'impressione di trovarsi in una landa desolata. Poiché il sole, nella sua ascesa verso il cielo, ancora non aveva superato gli alti palazzi, alcuni vicoli erano pregni di tenebra come se al loro interno fosse stata imprigionata la notte. La maggior parte della gente si teneva lontana da quelle zone, ma c'era un ragazzo che aveva scelto di sposarsi temporaneamente con l'ombra, così da potersi nascondere in attesa del momento giusto per muoversi. Levi Ackerman era il suo nome: era basso per i suoi vent'anni, ma possedeva il fisico magro, asciutto e scattante di chi è sempre in movimento (e come non esserlo, vista la situazione in cui si trovava?); sotto il cappuccio della felpa tirato a nascondergli il viso celava setosi capelli corvini rasati sulla nuca e occhi a mandorla, dall'iride grigia come il ferro.
Scrutava la strada con attenzione, quel ragazzo appena diventato uomo, in attesa che si affollasse maggiormente: a quel punto ci avrebbe pensato la folla a nasconderlo mentre faceva ciò che doveva.
C'erano un sacco di uffici e negozi lungo il marciapiede; non ci sarebbe voluto molto...
Passarono altri venti minuti, poi il palcoscenico di pronto.
Levi scrutò le persone in movimento con cura, cercando qualcuno con la borsa semiaperta, l'aria distratta o magari le cuffie alle orecchie. Erano tutti soggetti facili da fregare, quelli, e ormai lui lo sapeva bene: era un anno o giù di lì che, oltre a lavorare come un cane dalla mattina alla sera, era costretto pure a borseggiare per cercare di racimolare i soldi necessari a pagare i debiti che quell'ubriacone di suo padre aveva lasciato prima di sparire nel nulla.
Si era indebitato con mafiosi e trafficanti di droga, quel coglione, solo per poter passare una sera in più alla sala giochi o a sbronzarsi, e quando il conto da pagare era diventato troppo salato aveva pensato bene di svignarsela lasciando tutto in mano al figlio... anche la sua figlia più piccola.
Levi non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succedere a Petra, se quella gentaglia con cui erano indebitati avesse perso le staffe, ed era per proteggere lei, più che se stesso, che faceva tutte quelle cose, anziché essere all'università come tutti i ventenni normali...
Improvvisamente i suoi occhi vigili individuarono il soggetto ideale: era un ragazzo probabilmente non tanto più piccolo di lui, camminava fissando il vuoto e dalla tasca laterale del pantalone sporgeva l'angolo del suo portafoglio in pelle.
Sarà una passeggiata, pensò Levi, e lentamente strisciò fuori dal vicolo.

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