Eren Jaeger

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Che giornata di schifo...
Il ragazzo non riusciva a pensare altro che quella frase, mentre andava a scuola: era stato preso di mira anche oggi da Jean e tutto il suo gruppo. Non c'era un giorno che la scampasse...Nemmeno sul tragitto casa-scuola poteva stare tranquillo.  Lo trovavano sempre, sembrava quasi che lo pedinassero... 
Quel giorno, Jean, Marco e Reiner si erano divertiti a dire in giro che lui e Armin (l'unico amico che gli fosse rimasto) stavano insieme. C'erano voluti sì e no una quindicina di minuti perché tutti gli omofobi sulla strada si mettessero a prenderli per il culo, o a fissarlo come se fosse stato matto...<br> Armin se n'era fregato, suggerendo ad Eren di fare lo stesso, solo che lui non ci riusciva: era di corporatura esile nonostante avesse diciassette anni, i suoi capelli castani incorniciavano un viso dai tratti delicati sul quale spiccavano due grandi occhi verdi... anche il suo atteggiamento non era propriamente "maschio", visto che alle partite di calcio preferiva i film strappalacrime e anziché quella musica spaccatimpani piena di parolacce che tanto andava di moda in quel periodo ascoltava musica classica o sigle di anime (di cui era un grande appassionato); come se non bastasse, arrossiva per ogni minima cosa... Era naturale che tutti lo vedessero come un Gay, e lui non li contraddiva perché, in segreto, nutriva il dubbio di esserlo davvero... Però non poter fare neanche un passo senza venire deriso era stressante, demoralizzante... Non mostrava nulla della sua sofferenza quando era a scuola (sarebbe stato come darla vinta al gruppetto di bulli), ma appena superava la cancellata di quelle quattro mura maledette tutto lo sconforto accumulato durante la giornata gli pioveva addosso. Alle volte, per liberarsene piangeva, altre ancora preferiva spararsi la musica a palla nelle orecchie e danzare con essa in un mondo dove lui era tutti e nessuno a un tempo.
Quel giorno, aveva optato per la musica, e ormai era completamente schiavo di essa.
Una schiavitù così dolce...
Era un pensiero idiota ma gli piacque. Per un momento sembrò poter tornare sereno. Qualcuno lo urtò improvvisamente, ma Eren non ci fece tanto caso visto che le strade erano piene di gente. Fece per mettere la mano in tasca e in quel momento si accorse che mancava qualcosa...
Il portafogli!

Così diversi, eppure così similiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora