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Era appena tornato da una dura giornata di lavoro ballando su una corda tesa tra le certezze dell'esistenza sulle allucinanti immagini di Desolation Row. Aprì la porta ed entrò nel suo universo personale, il muro tangibile di cose tra se stesso e il mondo si stava distruggendo. Davanti a lui un cielo fatto di crudeli orchidee d'eterna fattura, quando cadde in un buco più nero dell'orchidea più crudele, e intanto, come se niente fosse, cantava i Beatles. Cercò d'aggrapparsi al bordo, ma il bordo cedeva e s'espandeva e trovò un tetto del buco.
Cadde per un tempo(?) si trovò in un posto(?) non visibile. Non si vedeva assolutamente niente. Vedeva solo se stesso, parti del suo corpo, si intende, che si metteva davanti agli occhi.
A un certo punto vide tre sagome avvicinarglisi nell'oscurità. Uno di loro sembrava grigiastro, con un clone, che erano più freddi delle orchidee, stavano in in piedi e sembravamo indossassero abiti da ufficio, e stava anche uno che era un cane, sempre a quattro zampe, con il collo orrendamente deformato per tenere la testa costantemente a guardare sopra. Gli dissero che era caduto nel Crivello e che il suo compito era accogliere gli altri che cadevano e dirglielo. Pensò che non si sarebbe mai piegato al loro volere.

Spazio di quello che scrive
Se sono ripetitivo ed utilizzo un linguaggio relativamente semplice evitando i sinonimi è perché sono fermamente convinto che ogni singola parola esista per uno scopo e abbia una sua collocazione precisa all'interno dell'immenso tappeto di vocaboli che ogni giorno calpestiamo. Per questo rifletto molto sul significato di ogni singola parola, ma dato che mi occorrerebbero ore di ricerche e riflessioni per ogni singola parola, se usassi un linguaggio leggermente più vario sarei fottuto.
ATTENZIONE: Gli stupidi sono pregati di andare via (gli Idioti no, restate, ve ne prego) e anche se so che per rigor di logica quest'avviso è del tutto inutile, la popolarità nella pop culture popolare del popolarissimo Albert Einstein anche tra chi non conosce nemmeno la formula dell'accelerazione ci insegna che se dai dello stupido a qualcuno sembri intelligente. (Due cose sono sicure al mondo: la morte e la stupidità umana, anche se della prima non sono del tutto sicuro cit. Enstein)

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