Un tempo, cadde una persona.
Era una che lui non conosceva, non di certo una dei suoi beniamini con cui passava le giornate ("Ah sì? Come sta andando al lavoro? E con i bambini, tutto bene?") conversando e osservandole.
Quell'accadimento ridestò un ricordo, se così si poteva definire una lievissima sensazione di aver provato una sensazione in passato. Nel momento esatto in cui cade(eva)ndo nel buco, una sensazione sottilmente erotica di penetrazione e di essere penetrato e di rimescolamento -come avere l'aorta perforata dalla bocca di un Nosferatu- che gli aveva provocato un brivido contorto che lo aveva attorcigliato per un attimo di fatto infinito.
Nel punto nel tempo (?) nel quale la donna era caduta per un lasso di tempo infinitamente ristretto, ci fu un'ombra che riecheggiò, o meglio una luce che riportò (d'altronde è questo quello che fa la luce no) la magica essenza di quel periodo dell'anno in cui, senza capire come né perché, all'improvviso la vita diventa leggera ed equivale ad un soffio di vento sotto la maglietta, il cielo diventa un unico bellissimo lapislazzulo tagliato ad arte, la natura si mostra in tutto il suo splendore (e la sua paradossalità) i bambini passano le loro giornate allegramente, gli adulti smettono di lavorare e le ragazze vanno in giro in minigonna.
L'aria in città profuma di salsedine portata dal mare in auto e di roccia nuda delle montagne rinfrancate.
Da quanto era lì?
Non si ricordava il tempo che era quando era caduto. Il mese, il giorno, l'anno. Però per
Un punto!... così passeggero
che in vero passò non raggiunto
gli apparve
Le Plaisir vaporeux fuira vers l'horizon
Ainsi qu'ne sylphide au fond de la coulisse
il mondo. Vide il mondo esattamente com'era sopra, solamente molto più bello e senza tutti i suoi abitanti. Vide il mondo esterno diventare grigio attraverso il buco per un attimo.
Cominciò ad odiare il mondo per rubare colore al suo.
