8 - parte uno

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«Imprigionarlo?» ripeté Amelya, «che intendi dire?»

«Non possiamo ucciderlo, quindi gli tenderemo una trappola» rispose Jaxon.

«Perché non possiamo?» domandò istintivamente la ragazza.

Non che volesse uccidere qualcuno, era solo curiosa di capirne il motivo, considerando che l'ultima volta che Jaxon e Logan si erano visti e affrontati nel bosco, i due sembravano molto intenzionati a eliminarsi a vicenda senza alcuna particolare restrizione.

«Vige una sorta di tregua tra i Divium, un trattato di pace che è stato stilato millenni fa, dopo la Grande Guerra.»

«La Grande Guerra?»

«Sì, esatto. Più di tremila anni fa, Demoni e Angeli si scontravano liberamente, uccidendosi a vicenda, usando la Terra come campo di battaglia. Questo aveva portato gli esseri viventi dell'epoca quasi all'estinzione. Così si è deciso di porvi fine e redigere un trattato di pace tra le due fazioni. Adesso sono pochi i motivi per cui ci viene permesso di scontrarci a vicenda o addirittura ucciderci. Uno di questi motivi è se nel caso in cui un Demone dovesse provare a far del male fisico ad un umano, noi Angeli siamo autorizzati a ucciderlo. Per questo nella foresta ti ho salvata, credevo fossi umana e che lui stesse infrangendo le regole» spiegò Jaxon.

Amelya annuì pensierosa, ora molte cose avevano più senso. «Come lo catturiamo?»

«L'idea più sicura sarebbe aspettare che lui venga a cercarti nuovamente, ma non possiamo farlo. Potrebbe rivelare la tua posizione agli altri Demoni in qualsiasi momento. Quindi dovremmo andare noi da lui.»

«Ed esattamente come facciamo ad andare da lui?» domandò Amelya, mentre nella sua testa si delineava l'immagine stilizzata della Divina Commedia con Dante che si faceva il suo personale tour all'Inferno.

«C'è un club umano che negli ultimi anni è diventato un ritrovo di Demoni. C'è un'alta possibilità che Logan sia lì.»

«Quindi andiamo in un club?»

«Non io, tu» rispose Jaxon titubante.

Amelya lo fissò con un cipiglio stranito, cercando di capire se fosse uno scherzo di poco gusto oppure se il ragazzo dinanzi a lei avesse semplicemente perso il senno.

Jaxon sospirò. «So cosa stai pensando, ma non posso avvicinarmi al club o tutti i Demoni all'interno avvertiranno la mia scia celestiale e scapperanno.»

«Jaxon,» iniziò Amelya, comprendeva il motivo per cui l'Angelo non poteva entrare nel club, ma l'idea di gironzolare da sola in un posto pieno di Demoni non le faceva di certo fare i salti di gioia.

«Amelya,» la anticipò lui, poi le afferrò entrambe le mani e la guardò con convinzione negli occhi. «Devi fidarti di me. Lo so che ti chiedo molto, ma non ti succederà nulla, te lo prometto.»

Jaxon staccò la mano destra da quella di lei e la levò fino ad averla alla stessa altezza della visuale di Amelya, poi con un gesto appena percettibile del polso, una piccola sfera dorata con delle bellissime e intricate incisioni che ne solcavano la superficie liscia, apparve tra le sue dita.

«Cos'è?» chiese Amelya, osservando l'oggetto davanti ai suoi occhi con interesse.

«È un Sonaglio. Ogni Angelo ne ha uno. Portalo sempre con te» disse e afferrò il polso destro della ragazza solo per poggiargli la sfera dorata sul palmo. «Ogni volta che sei in pericolo, stringi la sfera tra le mani e pronuncia Invenias Me. Fallo e ti troverò ovunque sarai» mormorò, mentre i suoi luminosi occhi verdi si perdevano in quelli di lei.

From Darkness To AshesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora