Sit down in the corner, watching you kiss her
And I'm right over here, why can't you see me?
And I'm giving it my all, but I'm not the guy you're taking home.
I keep dancing on my own
So far away, but still so near
The lights come up, the music dies
But you don't see me standing here.
Era passata circa una settimana dal licenziamento di Arianna e ancora non era riuscita a trovare nulla che potesse andar bene. Aveva fatto delle ricerche sul computer, camminato per ore tra i negozi alla ricerca di qualche annuncio in cui si cercava personale e aveva lasciato curriculum ovunque, sperando che qualcuno la chiamasse.
Quella mattina però aveva dovuto sospendere la ricerca poiché era indietro con lo studio, mancava poco al prossimo esame e doveva assolutamente dedicarvisi, non poteva rischiare di essere bocciata anche lì. Dunque si era alzata di buon'ora e aveva raccattato i quattro libri di letteratura moderna, recandosi in cucina.
Prima di iniziare preparò la caffettiera: la giornata non poteva cominciare senza caffè.
Una volta pronto se ne versò una tazza abbondante e si accomodò al tavolo. Tirò fuori l'evidenziatore dall'astuccio, iniziando a sottolineare con la mano sinistra le parti più importanti, mentre l'altra si infilava ripetutamente nel pacco di Pan di Stelle, afferrando per poi mangiucchiare un biscotto dietro l'altro.
Dopo circa due ore piene di studio ininterrotto, però, l'attenzione della ragazza iniziò a calare. Lo sguardo scorreva sulle parole senza realmente leggerle, strani e svariati pensieri senza alcun senso iniziarono a prendere forma nella sua testa... Insomma, era arrivato il momento di fare una pausa.
Sfilò una sigaretta da un pacchetto abbandonato su una mensola e se la posizionò tra le labbra, accendendola da uno dei fornelli, poi uscì in balcone.
Una leggera brezza le scompigliò i capelli, e alcuni ciuffi sfuggirono allo chignon scompigliato.
Aspirò una lunga boccata di fumo, persa a scrutare l'orizzonte. Il cielo era limpido oltre le case che affollavano la zona. Una signora stava stendendo i panni, dei bambini stavano giocando a pallone nel giardino di fronte.
Di tanto in tanto era piacevole guardarsi intorno, sentirsi un semplice spettatore del mondo circostante, beandosi dell'innocenza, della spensieratezza, della semplicità di ogni piccolo gesto.
Una coppia si teneva per mano, camminava lungo un viale poco frequentato.
Quest'ultima immagine la portò a pensare che fino a qualche mese prima anche per lei era lo stesso, quel gesto era stato per anni la sua quotidianità.
Un rumore proveniente dalla cucina la fece sobbalzare.
Persa nelle sue riflessioni, non si era accorta della presenza di Marta, che si era appena svegliata e ora si aggirava come un fantasma tra frigorifero e credenza, alla ricerca di qualcosa con cui fare colazione.
«Mi hai fatto prendere un colpo!» Esclamò, portandosi una mano al cuore, che piano piano tornò a battere ad un ritmo normale.
«Non è colpa mia se sei sempre tra le nuvole.» Borbottò Marta, ancora assonnata.
«Sempre meglio quello che assomigliare ad una mummia.» Ribatté a tono l'amica, che ricevette una smorfia antipatica in risposta.
«Stavi studiando?» Chiese poi, indicando con un cenno del capo il libro aperto abbandonato sul tavolo.
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FREEDOM
RomanceLibertà. Era proprio questo che Arianna, Simona e Marta stavano cercando e si sa, la vita non regala nulla, così avevano deciso di prendersela con le loro forze, con la loro volontà, con la loro voglia di vivere appieno quell'età, di godersi quei v...