– Giura solennemente che mi dirai quando i miei scherzi ti faranno stare male.
– Lo giuro.
Il giuramento appena stretto rimbombava ancora pesante nella testa di Loci. Si sentiva più agitata e nervosa del solito, come se quelle parole le avessero spezzato un meccanismo interno.
Celeste, d'altra parte, non aveva smesso di sorridere per l'intera serata. Aveva un'espressione soddisfatta anche in quell'istante, mentre dormiva. Sembrava essersi tolta un peso che la opprimeva da tempo.
Loci la osservava invidiosa, non aveva mai sentito la mancanza del sonno, anzi aveva sempre compatito le creature che dovevano dormire per sopravvivere: le sembrava un'enorme perdita di tempo. Eppure, quella sera, mentre si ritrovava costretta a fare la guardia, avrebbe tanto voluto essere una creatura che dormiva. Doveva essere bello lasciarsi cadere storditi a terra per ore, senza ricordare nulla, senza pensare, senza soffrire. Celeste aveva sempre quell'espressione rilassata e felice mentre perdeva conoscenza. Anche Loci avrebbe voluto una pausa, anche più lunga delle dodici ore che si prendeva Celeste. Dormire per giorni e giorni, forse anche per anni, era questo che desiderava in quel momento.
Mentre questi pensieri scorrevano nella sua testa, Loci abbassò lo sguardo e vide una minuscola creatura dalla pelle color tè verde. Stava strisciando lentamente verso Celeste. Senza battere ciglio Loci fece un rapido gesto, dei rivoli di sangue le spuntarono dalle venti dita, sinuosi come dei serpenti si allungarono fino a circondare la creatura. Con un movimento deciso Loci se li staccò dalle dita e li afferrò con la mano. Tirò con forza, la creatura cominciò a strillare, producendo un rumore di piccoli vetri infranti. Loci non si fermò, stringendo ancora di più la presa.
– Che cosa stai facendo? – Celeste si era svegliata, e la stava guardando agitata. – Mollalo, è solo un Pensiero di Vetro!
Loci, colta di sorpresa da quella reazione, lo lasciò andare. Celeste, rapida, prese una scarpa e lo schiacciò.
– Lo stavi torturando...
Loci rimase in silenzio. Gli occhi che correvano da tutte le parti.
– Non sapevi che sono semplicissimi da uccidere?
Ancora silenzio.
– So che sono molto pericolosi se ti raggiungono la testa, ma, davvero, basta una scarpa o un sasso.
Silenzio.
– Loci?
Loci si era piegata su se stessa, le mani sulle orecchie. Sentiva ancora il ronzio di tutto quel vetro che le risuonava dentro la testa, le parole di Celeste si ripetevano veloci nel suo cervello. "Lo stavi torturando", "mi dirai quando starai male?". Ogni sillaba rimbombava sempre più forte.
Il sangue di Loci stava diventando instabile: lo sentiva ribollire sotto le dita, quasi pregandola di creare frecce su frecce, di essere scagliato contro qualunque creatura le si parasse davanti. Sentiva le gru di carta che frinivano dentro la sua testa e sbattevano quelle loro piccole ali graffiandole i pensieri. Il suo intero corpo sembrava in rivolta, animato da un solo pensiero: uccidere.
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Giallo Citrino
Mystery / ThrillerIl suo sangue nero le colava lungo il braccio, freddo come il metallo. La piccola creatura grigia le fece un sorriso gelido prima di dissolversi e lasciare una piccola patina ai suoi piedi. Loci si chinò per togliere le tracce di quell'essere dalle...