Capitolo II

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"le onde ci accomunano"

Arte. L'etimologia della parola arte sembra derivi dalla radice ariana ar- che, in una delle lingue più antiche che appartengono alla famiglia delle lingue indoeuropee, significa andare verso. Arte è artefare. È la modificazione della cruda realtà. Per me, è sempre stata una via di fuga dalla solita monotonia, dalla solita routine che si ripete giorno per giorno.

Ho sempre amato dipingere sin da quando ero piccola e nemmeno quando finii in Istituto, per un solo secondo, smisi di disegnare. Era la mia cura, la mia medicina. Tendevo sempre a rappresentare scenari immaginari, volevo solo dare sfogo alla mia mente, rappresentare quello mai, in vita mia, avrei potuto sperimentare. Già alla sola età di cinque anni, sapevo che non avrei più passato il Natale in famiglia, in quell'atmosfera che si crea e il profumo di biscotti appena sfornati. Lo sapevo, e per tale ragione, volevo che i miei dipinti rappresentassero, quello che per me era, oramai, impossibile avere.

Come di consuetudine mi ritrovo davanti alla tela bianca: ultimamente non ho molte idee per la testa, come se avessi già espresso tutto quello che porto dentro.

"Azzurra" "ehi ci sei? Mi stai ascoltando?" sento una voce riportarmi alla realtà. "Eh? Oh, si si" "quindi quale metto: questo azzurro oppure questo fucsia che mette in risalto l'abbronzatura?" mi chiede Adele dalla parte opposta del telefono. Sono circa le 19.00 e siamo in video chiamata per capire cosa indossare; mentre lei è ancora in alto mare, io ho deciso. Credo di optare per una tutina bianca e dei sandali senza tacco, alla schiava. Un outfit molto tranquillo, giusto per stare comoda.

Dopo neanche 40 minuti dalla videochiamata, Adele suonò al campanello di casa mia, facendo abbaiare Charlie. Sapevo già prima che suonasse che fosse lei. Oramai la conosco. Se dobbiamo uscire alle 20, si presenta sempre venti minuti prima.

A quanto mi ha detto il falò si sarebbe tenuto a Castelletto, giusto dopo la galleria, nonché a cinque minuti da casa ma, visto che, volevamo cenare fuori, siamo riuscite a prenotare in un ristorante non molto lontano, sul lungo mare.

"allora sei pronta?" mi dice tutta euforica "si guarda non ne vedo l'ora" "suvvia non essere così ostile nei suoi confronti, d'altronde non l'hai mai sentito cantare. Scommetto che ti piacerà"

La cena devo dire che è stata abbastanza tranquilla, e adesso, ci stiamo dirigendo verso la spiaggia che dista non meno di cinque minuti dal ristorante in cui eravamo. In lontananza si potevano già sentire le voci delle persone che stavano cantando oppure chiacchierando liberamente sugli scogli in riva al mare.

Non appena ci avvicinammo alla folla, Patrick ci venne in contro, salutandoci vivacemente e chiedendoci cosa ci facessimo lì. Adele nel suo solito stato di trans, nel quale entra ogni qualvolta che Patrick le rivolge parola, rimane ammutolita; per cui tocca a me rispondere. "oh abbiamo sentito che canterà Ultimo, e Adele, essendone innamorata, ha voluto esserci a tutti i costi". Non disse più nulla e ritornò sui suoi passi a braccetto con una ragazza brunetta. "Se n'è andato, ora puoi ritornare a respirare" "Ahh finalmente" "sai prima o poi dovrai parlagli, se vuoi che ti noti devi fare qualcosa" "lo so, lo so ma non è ancora arrivato il mom" non fa in tempo a terminare la frase che impetuosa la interrompo "il momento giusto? E che vuoi fare? Aspettare che si sposi e nel momento in cui il prete chiede se qualcuno fosse contrario a quell'unione che parli ora o taccia per sempre, alzare la mano e dire io mi oppongo?" ci tengo a Adele e non voglio assolutamente che ci rimanga male; mi duole ammetterlo ma credo che questa, sia per lei l'occasione di andare avanti e dimenticare Patrick. "no solo che, in questo momento, inteso come adesso, voglio solo godermi la serata" "mmh va bene dai, avviamoci che tra poco dovrebbe iniziare".

C'è una farfalla bianca che prova a nuotare, ha l'aria di chi sa che il mondo mente.

Queste sono le parole che più ho impresse nella mente. Alla fine, quel cantante non era così male, anzi devo dire che – a parte l'avere la voce simile ad una che ho già sentito – è stato piuttosto bravo. Adele aveva ragione. A proposito di Adele, non la trovo più, è da circa 20 minuti che giro in spiaggia nella speranza di trovarla ma nulla: al telefono non risponde e nemmeno ai messaggi. Non faccio in tempo a dire nulla che il mio cellulare squilla e sul display compare il nome di Adele, la quale mi dice che ha incontrato un ragazzo e che è andata con lui a fare un giro per il lungo mare. E pensare che io stavo girando come una pazza nel tentativo di trovarla; allora, mi lascio scivolare su uno dei tanti scogli, cercando di mettermi comoda e guardare le stelle. Ho sempre amato farlo quando non c'è nessuno, perché si crea un'insolita atmosfera in cui ci siamo io, le onde e le stelle. Stelle. Quando ero piccola, ero convinta che i miei genitori fossero diventati delle stelle, che mi sorvegliassero dall'altro cosicché potessero vedere tutto; con il passare degli anni ho appreso che non era così ed essendo che i corpi non furono mai trovati, non ebbero nemmeno una degna sepoltura.

un'estate che non finirà - ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora