Capitolo 1

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Due anni prima

Roma, 18 giugno

Alessia fissa i suoi occhi chiari nei miei, sta mangiando dei fagiolini, ne prende uno con la forchetta e portandolo alla bocca, lentamente, lo fa scivolare tra le labbra carnose ricordandomi il favoloso pompino che mi ha regalato sotto la doccia prima di arrivare a casa dei nostri amici.

Sorrido alla sua sfacciataggine e per risponderle in modo chiaro con la punta della lingua lecco il labbro superiore inviandole un messaggio chiaro e preciso di quello che l'aspetta appena ce ne andremo da qui. Messaggio che recepisce sorridendo maliziosamente tornando a mangiare soddisfatta.

«Allora che si fa quest'anno?» Chiede Anna ignara dei nostri scambi a luci rosse.

«Perché per una volta non andiamo in montagna? Vallate, tanto verde, escursioni in bici, aria fresca...» Propone Tommaso seduto davanti a me posando il braccio sulla spalla della moglie.

«Cibo e vino ottimo...» Aggiungo

«Esatto, amico mio, tu sì che mi capisci». Sorrido al mio migliore amico e alla faccia schifata di Anna che è perfettamente in sintonia con Alessia che detesta la montagna.

«Oppure, che ne dite di dividerci, io e Anna potremmo dedicarci a calde e noiosissime giornate sotto un sole tropicale mentre voi maschietti potrete dedicarvi a bellissime passeggiate in montagna mangiando buon cibo e buon vino, così saremmo tutti contenti no?». Anna scoppia a ridere e Alessia abbassa lo sguardo con un sorrisino nascosto.

«Non ti mando al mare da sola». Precisa Tommaso guardando di traverso la moglie.

«Allora non c'è problema, è deciso, mare!» Esclama Alessia sollevando il bicchiere vuoto in aria.

«Sei una subdola iena...» Affermo guardando la mia ragazza negli occhi. Dio quanto la amo. È la donna più provocante, sicura di sé e sexy che io abbia mai incontrato, ed è mia.

«Ha ragione Edoardo, sei una iena! E a tal proposito...si può sapere cos'hai fatto al novellino? Ogni volta che t'incontra tra i corridoi del commissariato sbianca spaventato!» Domanda Tommaso divertito archiviando il tema vacanza. Alzo un sopracciglio rivolto a Tommaso che mima con le labbra il cognome dell'ultimo agente arrivato in commissariato. Non lo conosco proprio, forse l'ho incontrato qualche volta per i corridoi e non mi sembra un elemento degno di nota. Evidentemente però mi sono perso qualcosa.

«Nulla, gli ho solo chiarito un concetto».

«Che concetto scusa?» Rimbecca Tommaso che ridacchia. Lui sa già tutto al contrario di me e la cosa un po' m'infastidisce, perché a lui dice tutto e a me no? Alessia, infatti, lo fissa assottigliando gli occhi, sa perfettamente che Tommaso ha tirato fuori la questione perché io non ne so niente.

«Che le donne che fanno il nostro mestiere non possono essere catalogate solo in due cliscé». Precisa Alessia diventando seria. I capelli corvini lasciati sciolti sulle spalle le incorniciano il viso a tratti spigoloso mettendo in risalto dei luminosi fanali azzurri che conosco alla perfezione nelle varie sfumature del blu, blu che vira diventando più scuro quando come ora qualcosa la innervosisce o azzurro come il cielo quando gode sotto il mio corpo che la scopa.

«Quali cliscé?» Chiede Anna con la bocca piena.

«Che le donne poliziotto o sono lesbiche o sono frigide». Risponde Alessia nervosa.

«Se me lo avessi permesso avrei potuto parlargli io chiarendogli che non sei nessuno delle due cose e che sei la mia donna». Pronuncio serio ricordandole la discussione che si era scatenata tra di noi giusto qualche ora prima. Nel nostro ambiente lavorativo più che in altri, per il sesso femminile è sempre stato difficile farsi rispettare come tutori della legge. Era per questo che spesso discutevamo, volevo aiutarla, proteggerla, ma Alessia era una combattente non accettava consigli sul lavoro e preferiva sempre sbrigarsela da sola anche a costo di subirne le conseguenze. Era testarda e secondo il mio parere a volte esagerava nel valutare le situazioni, ma l'amo. Amo tutto di lei, specialmente se poi per fare pace mi raggiungeva sotto la doccia nuda ed eccitata.

AMORE SOSPESODove le storie prendono vita. Scoprilo ora