Capitolo 4

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«Grazie Anna era tutto veramente ottimo». Pronuncio con una mano sulla porta di casa dei miei amici.


Avevamo terminato la cena ed eravamo tutti seduti al tavolo per mangiare il dolce preparato da Anna che non avevo assaggiato e che non volevo assaggiare, aveva un profumo talmente dolce da cariarmi i denti solo con l'olfatto. Stavo giusto per inventare una balla e andarmene quando un tuono, ci aveva azzittati tutti. Ho preso la palla al balzo dichiarando l'evidenza...stava per piovere...ero con lo scooter...dovevo andarmene...subito, prima del caffè.


«Ma perché non ti fai accompagnare da Monica e lasci qui lo scooter?». Insiste Anna ad un altro tuono che si fa sentire in lontananza. Guardo male Tommaso che scuote la testa come a giustificarsi dell'insistenza della moglie che vuole a tutti i costi appiopparmi questa donna.


«Per me non c'è problema». Precisa quest'ultima.


«Ti ringrazio ma domani lavoro e non saprei come tornare a riprendere lo scooter se lo lasciassi». Mento.


«Può passare a prenderti Tommaso». Aggiunge Anna speranzosa.


«No! Non posso, non ti ricordi amore? Domani devo lasciare la macchina al meccanico». Interviene Tommaso. Anna lo guarda malissimo sapendo bene che mi sta reggendo il gioco. «Perché non prepari un caffè e terminate il dolce, io accompagno Edoardo nel frattempo».


«Ti avrei accompagnato volentieri... magari la prossima volta». Dice la donna di cui ho scordato nuovamente il nome.


«Si certo». Rispondo cercando di essere cortese mentre Tommaso sussurra "Aspetta e spera!" precedendomi nell'uscire dal suo appartamento.


Me ne vado prima che Anna s'inventi altro e una volta in strada inizio a ridere come sta già facendo Tommaso.


«Preparati perché se mi sbatte a dormire sul divano domani sono cazzi tuoi!»


«Hai fatto tutto da solo amico mio». Ribatto tirando fuori le chiavi dal borsone.


«Ah, pure? Dovresti solo ringraziarmi!» Esclama Tommaso mentre dall'alto mi guarda divertito. Sto sfilando la catena dalla ruota posteriore dello scooter quando un fulmine ci illumina a giorno attirando i nostri sguardi. «Fossi in te approfitterei del passaggio». Aggiunge alzando lo sguardo al cielo.


«Ma tu non sei me.». Preciso con un sorriso. «E a proposito di questo. Vi voglio bene ragazzi, davvero, ma...»


«Ma niente più cene con appuntamenti al buio. Capito. Però dai, questa non era male, io una ripassatina me la sarei fatta dare volentieri». Era vero, la donna che avevo appena respinto era carina, più che disponibile a un breve incontro, aveva un bel corpo e sul piano intellettuale non era nemmeno una stupida ma sapevo perfettamente che il problema non era lei.


«Ho notato gli sguardi che ti lanciava secondo me la tipa non disprezzerebbe nemmeno te». Affermo per cambiare discorso.


«Ovvio che no, sono più bello di te». Si pavoneggia con ragione tirando su il colletto della polo scura alla Tony Manero. Tommaso era alto quanto me, fiscalissimo per la forma fisica e non passava di certo inosservato. In commissariato ci chiamavano la bella e la bestia e la bella non ero io. «Purtroppo per lei sono impegnato ma fossi un single come te non ci penserei due volte».

AMORE SOSPESODove le storie prendono vita. Scoprilo ora