L'interrogatorio - capitolo 1

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"Joel, per di qua!" dissi correndo col fiatone.
Ero entusiasta all'idea di rivedere mio fratello dopo quattro anni.
"Jodie non sono un cavallo da corsa! Così mi farai mancare il respiro." rispose Joel decisamente stanco.
"Cole è importante per me! Quindi ora stai alle regole e andiamo! Ti starà simpatico!"
Lo rividi di nuovo, era circondato da una mandria 'putrefatti' così li chiamavano all'ospedale.
Insieme ad uno strano ragazzo senza occhio con un cappello da sceriffo.
Tutto successe in fretta, lanciai un coltello nella tempia di uno dei putrefatti, stranamente in quel momento avevo una buona mira.
Ma erano così impegnati che non mi notarono, neanche Cole.
Il ragazzo con il cappello da sceriffo spinse mio fratello "Scappa! Sopravviverò anche da solo! Muoviti!"
Vidi Cole titubante sulla scelta "Non ti dimenticherò!" sparò ad un altro putrefatto e se la diede a gambe.
"Joel salviamolo!" Joel mi guardò e annuì.
Uccisimo i putrefatti restanti.
Il ragazzo mi guardò spaventato "G-grazie.." balbettò.
Lo fulminai con lo sguardo, lo presi dalla maglia. "Dov'è andato mio fratello!? Dov'è Cole!?"
E tutto d'un tratto svenne.
"Non c'era bisogno di essere così aggressiva, Jodie."
"Non mi interessa! Portiamolo alla cabina!" E Joel annuì un'altra volta.
Lo prese in spalla e ci avviammo.
Camminammo per qualche minuto e arrivammo alla cabina.
Aprii con forza la porta, presi una sedia e una corda per legarlo.
Sembrava morto, non si svegliava da mezz'ora ormai.
E nel preciso momento che rientrai nel salotto si svegliò.

********

Mi avvicinai a lui da dietro mettendo il coltello attorno al suo collo.
Sentii il suo respiro affannarsi.
«Che cosa vuoi da me? Che cosa ti ho fatto?»
«IO ti faccio le domande, non tu. Dov'è mio fratello? Rispondi!»
«Chi? Tuo fratello? Ma se neanche ti conosco!»
«Cole! Il ragazzo che ti stava dietro prima!»
Joel entrò.
«Dai Jodie, è solo un ragazzo! Non fargli del male, se non lo minacci di morte ti risponderà sicuramente.»
«Scusa Joel ma non sono affari tuoi! Lui lo sa e l'avrebbe già detto!»
«Dopo l'ospedale non voglio più uccidere nessuno. Non lo fare.» Disse Joel per convincermi.
Lasciai il ragazzo dalla presa e mi girai verso Joel.
«È solo colpa tua! Sono morti per colpa tua! Io sarei dovuta morire in quell'ospedale! La mia vita avrebbe avuto un senso, e non ti perdonerò mai per questo!» Una lacrima percosse il mio viso e non appena vidi lo sguardo di Joel me l'asciugai.
«Scusa. Non volevo veramente dirti queste cattiverie.»
Joel mise una mano sulla mia spalla.
Mi girai verso il ragazzo, presi una sedia e mi sedetti davanti a lui.
«Vedi questo? Se non mi rispondi subito di sgozzerò senza pietà.»
Il ragazzo deglutì.
«Non hai considerato di essere meno aggressiva?» Chiese il ragazzo
Mi alzai e puntai il coltello al suo occhio.
«Se non fai quello che ti dico ti cavo anche l'ultimo occhio che ti resta.»
Lui annuì.
Mi sedetti di nuovo.
«Come ti chiami?»
«Carl, e tu sei Jodie?»
«Jodie è per gli amici, e tu non sei un amico. Chiamami Jodene.»
Joel si fece avanti.
«Io sono Joel Miller, "padre" adottivo di Jodie.» gli slegò le mani e gli porse la sua.
«Se ti muovi solo di un millimetro, di stacco la testa.» minacciai.
La porta si spalancò.
«Abby non fare tutto questo casino!» Disse Joel.
«Ho portato da mangiare, e tu cos'hai portato JJ?» Chiese Abby.
«Grazie per il cibo. Ho portato questo Carl che sa dov'è mio fratello, e forse anche un accampamento.»
«Si sta bene qui. Cosa si fa se non dice la verità? Lo mangiamo?» Abby guardò Carl con uno sguardo serio.
«Mangiarmi!? Perché dov-»
«Sto scherzando! Secondo te ti avrei mangiato?» rise Abby.
«Si sta bene ma non durerà a lungo. Non è un posto sicuro.»
«Beh hai ragione. Se non ci vorrà dire dov'è andato tuo fratello verrà con noi.» Disse Abby.
«Dai smettetela! Così lo spaventate.»
Guardai Carl.
«Dov'è mio fratello?»
«Posso guidarvi! Non volevo far del male a Cole, lo giuro. Qua vicino c'è una comunità, "Alexandria" gli ho detto di andare lì.»
Guardai Joel. «Dobbiamo fidarci?»
«Diamogli una possibilità.»
Mi girai verso Carl.
«Alzati. Portaci ad Alexandria.»
Carl era entusiasta.
«Mi piace portare persone nuove, anche se si hanno poche provviste.»
Abby si mise a ridere.
«Chi sei, un buon samaritano?» Chiese Abby.
Uscimmo di casa e iniziammo a camminare.
«Quasi.» Sorrise.
«Senti un'attimo, ce l'hai già la fidanzata?»
«Beh, più o meno.»
«Cavolo! Mi dispiace JJ, non credo troverai mai l'amore della tua vita.» Rise ancora.
«E che me ne frega a me, preferisco sopravvivere e pensare a me, non ad un'altra persona.»
Carl mi guardò con uno sguardo ironico.
«Non è male.»
«Lo so che non è male.»
«La ragazza in questione prima dell'apocalisse aveva un fidanzato molto simpatico e bello, non è vero?» Disse Abby.
«Non era il mio fidanzato, io gli piacevo ma lui non piaceva a me.»
Carl rise.
«Sembri senza emozioni.» Disse Joel.
«Forse per tutte quelle persone che ho perso?»
Arrivammo ai cancelli.
«Questa è Alexandria?» chiesi.
«È piuttosto grande.» Disse Carl.
Ci aprirono le porte ed un uomo con la balestra apparve.
«Carl tuo padre ti deve parlare.»
«Oh certo, ho portato gente nuova. Mi hanno salvato quindi ho voluto ringraziarli»
Joel porse la mano all'uomo.
«Io sono Joel Miller, lei Jodene e questa ragazzona Abby.»
«Io sono Daryl Dixon, spero che siate al vostro agio qui ad Alexandria.»
«Vi siete trovati un bel posto eh?» Dissi a Carl.
«Certo. Abbiamo una casa vuota da molto tempo, per me sarà difficile non sgattaiolare nella finestra di quella casa, dovrai convivere con me qualche volta. È soltanto che quella casa è bellissima! Convincerò mio padre a farvi restare, ora devo scappare!» Disse Carl correndo verso casa sua.
«Aspetta! Non abbiamo ancora decis-»
«Fidiamoci, Jodie. Sono buone persone.»
Guardai Joel e annuii.
Diedi un pugno sulla spalla a Daryl.
«Hai per caso visto un ragazzo con i capelli biondi aggirarsi per Alexandria? Si chiama "Cole".»
«Dovresti avere modi più gentili per riferirti ad un uomo adulto. Si comunque l'ho avvistato. È andato da Rick.»
«Grazie, ma Rick chi è?»
«Hai conosciuto Carl e non Rick? Hai proprio una testa vuota a pensare che quel ragazzo vaga da solo per i boschi.»
Guardai Daryl in cerca di risposte.
«Quindi?»
«Ah, si scusa. È suo padre. Vai insieme a Carl se devi vedere Cole. Joel, Abby, potrete restare qui ad aspettare.»
Il mio cuore iniziò a battere a mille.
Corsi più forte che potessi.
"Cole! Rivedrò Cole!" Pensai.
Spalancai la porta.
«Cole!» Corsi nelle sue braccia.
Il suo sguardo era sorpreso, incredulo.
«Pensavo di aver fallito nel proteggerti..»
Iniziò a singhiozzare.
«Sei rimasta la principessa di sempre.»
Mi staccai.
«Non ti lavi da tanto, vero?» Chiese accarezzandomi la testa.
«Zitto!»
Mi guardai intorno.
«Vivono in un bel posto, vedo. Dove sono loro? Intendo Rick e Carl.»
«Sono andati in un'altra stanza a discutere.»
I suoi occhi si illuminarono.
«Dov'è Abby? È rimasta con te?»
Sorrisi.
«Sei proprio innamorato perso di quella ragazza.»
Fece una faccia imbarazzata.
«È ancora fuori, sta aspettando con Joel. Non credo che abbia ancora collegato il cervello, non ha chiesto niente di te. Forse pensa che sia uno scherzo.»
Cole sorrise.
«Chi è Joel?»
«Quando ti persi, Trovai questo tizio. Ormai lo vedo come un padre. Mi vuole bene, spero che lo vorrai bene anche tu.»
«Willy? Lui dov'è?»
Non risposi.
William Anderson.
Era l'amore della mia vita, ma fu morso da quei putrefatti.
«Non ne voglio parlare..»
Il mio sguardo si fece cupo.
Cole si rattristò.
Mise un braccio sulla mia spalla.
«E la tua "carriera" musicale? Scrivi ancora canzoni?»
«Certo! Però sono triste. Era bello suonare la chitarra.»
«Poi me le fai leggere. Le tue canzoni sono sempre state profonde.» Risimo insieme.
La porta dello sgabuzzino si spalancò.
«Quante volte ti ho detto di non fare di testa tua!?»
«Papà te lo giuro son brave persone!»
«Quella ragazza stava per ucciderti!»
Si girò verso di me.
«Parli del diavolo..»
Gli porsi la mano.
«Mi chiamo Jod-»
Estrasse delle manette e mi ammanettò alla ringhiera della scala.
«Cole? Cole! No!»
«No aspetta Rick!» Disse Cole.
«Che problemi hai!?» Chiesi.
«Tua sorella stava per uccidere MIO figlio! Resterà ammanettata lì finché non deciderò di liberarla.»
«Vaffanculo, tu non capisci! Liberami da sto schifo di manette!» Urlai.
Continuavo a tirare finché il paletto della ringhiera non si staccò.
Corsi da Rick che era di schiena e iniziai a colpirlo.
Cole mi fermò.
«Ma che cazzo fai!?» Chiese Carl.
«Dovete andare! Ti ho detto che non possiamo fare affari!» Disse Rick.
«E tu impara a non picchiare le persone.»
Iniziai ad arrabbiarmi.
«No, vaffanculo! Tu mi hai ammanettato!»
Cole mi mise dietro di lui.
«Certe volte potresti stare ferma.» Disse Cole.
La porta si spalancò.
«Jodie che succede? Ho sentito urlare.» Chiese Joel.
«Scusa Rick, non sono riuscito a fermarlo!» Disse Daryl.
«Che cazzo sta succedendo!?» Abby si fece avanti.
«Succede che la tua amica ha cercato di uccidere mio figlio!»
«Abby..?» Cole balbettò.
Ad Abby si inumidirono gli occhi.
«Oh mio dio, Cole!»
Mi feci indietro.
Cole corse da Abby e si abbracciarono.
«Non capisco..?»
Joel si diresse verso di me.
«Rick, ti chiami così vero? Possiamo parlarne. Non dobbiamo essere così aggressivi.»
Andarono in un'altra stanza a parlare.
Daryl continuò a fissare Cole ed Abby.
«Ma loro due.. stanno insieme?» Mi chiese sotto voce.
Feci una risatina.
«Si, e anche da molto tempo. È soltanto che si persero e ora si sono ritrovati.»
«Sarà bello spiarli in giro quando vi stabilirete qui. Che ne dici? Le nuove spie di Alexandria, JJ e DD.» Rise.
«Si, sarebbe decisamente divertente.» Dissi.
«Fatti togliere queste manette. Resterai qui, mi stai già simpatica.» Disse Daryl.
Daryl mi tolse le manette.
Lo ringraziai.
Mi guardai in giro e vidi Carl da solo seduto sulle scale.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Andai verso di lui.
Mi sedetti sullo scalino.
«Che succede?»
«Che te ne frega?»
«Beh, hai salvato mio fratello alla fine. Quindi volevo ringraziarti.»
«Ho fatto un casino a portarvi qui. Volevo essere una buona persona ma si vede che sbaglio sempre tutto.»
«Tu non hai sbagliato niente.» Gli sorrisi.
«E tu che ne sai? Non sai un bel niente di me e della mia vita! Deludo sempre tutti. Sempre. Tu non sai cosa ho dovuto fare oppure visto.»
«Beh non solo tu hai riscontrato traumi.»
«Sai cosa? Puoi anche andartene. Non me ne fregherebbe una minchia.»
Se andò di sopra e sbatté la porta della sua stanza.
"Beh questo ha proprio un caratteraccio." Pensai tra me e me.
Mi alzai e tornai dagli altri.
Cole ed Abby si tenevano per mano, rossi in faccia.
«Daryl che hai combinato?»
Sicuramente gli avrà fatto delle domande sconce.
«Niente niente.» Rise.
Joel e Rick tornarono.
«Potrete rimanere qui, a meno che tu non cerchi di nuovo di uccidere mio figlio. A proposito, dov'è?»
Feci una faccia felice.
«È andato di sopra.»
«Ci daranno una casa tutta per noi! Andiamo!» Disse Joel entusiasta.
«Daryl, puoi accompagnarli? Devo riparlare con Carl.»
Daryl annuì.
Uscimmo e Daryl ci diede le chiavi.
«Sono felice che abbia deciso di farvi rimanere, gente. Siete i benvenuti. Mi state tutti simpatici.»
Arrivammo.
«Era la casa di un musicista a quanto pare, ci sono strumenti di tutti i tipi in questa casa, non sapevamo che farci quindi le abbiamo lasciate tutte qui.» Disse Daryl.
Io e Abby ci guardammo euforiche.
«SIII! Finalmente potremmo sfoggiare le nostre doti musicali!» Urlammo io ed Abby insieme.
Daryl ci guardò sorpreso.
«È stato un colpo di fortuna vero? Poi me le fate sentire alcune, d'accordo? Adesso vi lascio stare, dai su, entrate.»
Io ed Abby corsimo per la casa.
«Adoro già Alexandria!» Dissi col fiatone.
«Anche io!»
«Chi vuole dormire giù?» Chiese Cole.
«Rimango io giù. Così se qualcuno entrerà ci sarò io di guardia. Adesso andate a godervi le vostre stanze.»
Salii le scale velocemente.
Aprii la porta in fondo alla casa e trovai una stanza grandissima con un letto matrimoniale, foglie dappertutto, librerie, una batteria, una chitarra e un basso!
«Questa stanza è mia!»
«No scusa, tu non suoni la batteria!» Disse Abby.
«Dai Abby, noi dormiremo in stanza insieme, poi al massimo se vorrai suonarla, starai in camera sua, no?» Disse Cole.
«Si, hai ragione.. Ma tu la pagherai!» Disse Abby sarcasticamente.
Uscirono e mi buttai sul letto, le lenzuola saltarono e mi ricoprirono.
«Finalmente potrò stare in pace con me stessa.»
Mi venne un'idea.
Presi il mio taccuino dallo zaino.
Lo sfogliai e trovai la canzone che scrissi qualche anno fa.
«Oddio, è vero! "Me and my husband"...»
Su quella canzone avevo brutti ricordi.
Mia madre veniva maltrattata da mio padre finché non chiese il divorzio.
Ora lei non c'è più.
Diceva sempre che era un brav'uomo..
Alla fine volevo bene a tutti e due.
Presi la chitarra e iniziai a suonare.

I steal a few breaths
From the world for a minute
And then i'll be nothing forever
And all of my memories
And all of the things i have seen
Will be gone
With my eyes and my body with me
"But me and my husband?
We're doing better.
It's always been just him and me
Together.
So i bet all i have on that
Furrowed Brow,
And at least in this lifetime
We're sticking together.
Me and my husband?
Were sticking together."
And i am the idiot with the painted face
In the corner, taking up space
"But when he walks in, I am loved, I am loved.
Me and my husband?
We're doing better.
It's always been just him and me
Together.
So i bet all i have on that
Furrowed Brow,
And at least in this lifetime
We're sticking together.
Me and my husband?
We're sticking together.
Me and my husband..?
We're doing better...."

Sospirai.
Mi mancava tantissimo mia madre.
Molte volte volevo che ritornasse in vita solo per poterle dire addio..
Ma era impossibile.
«Se solo Cole... Lasciamo perdere. Oggi niente pensieri tristi.»
Volevo solo che non lo avesse fatto.
Lei soffriva di depressione, e io lo sapevo.
Volevo starle accanto tutto il tempo.
Poi persi anche mio padre.
Odiai la mia vita fino all'ultimo.
«Oggi farò qualcosa di produttivo invece di rattristarmi su cose passate.»
Lo sapevo che poteva sembrare strano parlare da sola, ma era una terapia per me.
Ora nella mia vita erano entrate nuove persone, e le altre sono passate.
Dovevo abituarmi.
Alzai la manica della felpa che portavo.
Guardai il morso a lungo.
«Perché non sono potuta morire io?»
Il morso aveva ben tre anni.
Quanto avrei voluto morire io al posto di Willy.
Si meritava di continuare a vivere.
Ma guarda un po', pochi giorni dopo della sua morte, scopro di essere immune!
Che vita di merda.
Mi rimisi sul letto, guardando il soffitto.
Contro voglia, i miei occhi si chiusero.

*********
2 ore dopo (19:25)
*********
«Cazzo!» Imprecai.
«Come ho fatto ad addormentarmi?»
Mi strofinai gli occhi e mi alzai correndo giù.
«Che ore sono? Perché nessuno mi ha svegliata?»
Guardai che a tavola c'erano anche Carl e Rick che stavano mangiando.
Diventai rossa.
«Scusate..»
«No no tranquilla, Jodie. Ho visto che eri stanca quindi ti ho lasciato dormire.» Disse Joel.
Traballai per arrivare al tavolo.
Carl mi guardò storto.
«Ma tu... Sei stata morsa..?»
Rick estrasse la pistola dalla fondina.
Guardai il braccio e vidi che la manica era ancora alzata.
Caddi a terra.
«No aspetta!» Disse Joel.
Abby si mise davanti a me per proteggermi.
«Stai fermo..» Disse Cole.
«Posso spiegare! Questo morso ha tre anni!»
«È impossibile!» Disse Rick.
Mi alzai lentamente.
«Guardalo! Ti sembra nuovo?»
«Allontanati JJ..» Disse Abby.
«Sono immune!»
Rick e Carl si guardarono increduli.
«Io.. io ero stata morsa quando una mandria si fece avanti.. era stato morso anche un mio amico, li uccisimo e ci sedemmo a terra.. lui si trasformò prima di me, e dopo qualche giorno capii che non mi sarei mai trasformata. La maggior parte dei putrefatti mi ignorano da quel giorno..»
Lacrime scesero ma le asciugai senza farmi vedere.
Rick rimise la pistola nella fondina.
«Grazie Jo. Credo che ci basti questa giornata movimentata. Ci vediamo domani.»
Carl mi fulminò di nuovo con lo sguardo.
Uscirono.
«Cazzo.. che casino.»
Camminai verso la porta.
«Vado a prendere un po' d'aria.»
Abby stava per parlare ma Joel la fermò.
Uscii, e notai che avevo il mio taccuino in tasca.
«Già che ci sono posso scrivere una canzone, no?»
Presi la penna che combaciava con il taccuino e scrissi il titolo.
...
Non mi veniva granché.

"Francis..."
"Francis Forever."

I don't know what to do without you
...
I don't know where to put my hands
...

Rimisi il taccuino in tasca.
Non mi veniva nient'altro in mente.
Ero vuota in quel momento.
Pensavo soltanto allo sguardo che mi aveva fatto Carl.
Era pieno di rabbia.
Come se avesse voluto che morissi in quell'istante.
«Che me ne frega?»
«Parli da sola?» mi girai di scatto.
Carl.
«Che vuoi?»
«Niente, volevo solo controllarti, se quel morso ha "tre anni" come dici tu voglio vedere.»
Sospirai.
«Non puoi semplicemente lasciarmi in pace?»
«Non credo proprio.»
«Hai una ragazza, giusto? Bene, vai a rompere il cazzo a lei.»
«Tornata aggressiva?»
«Vai a farti fottere.»
«Da chi?» Rise.
«Smettila, non fai ridere.»
Non potevo neanche fare una passeggiata tranquilla che arrivava questo a "controllarmi".
«Sai cosa? Me ne torno a casa.»
«Fai bene.»
Camminai verso casa.
Sentii lui guardarmi ancora.
«Vaffanculo...» Sussurrai.
Rientrai e vidi piatto sul tavolo.
Sentii che c'era qualcuno in bagno che si stava lavando.
Mi sedetti e iniziai a mangiare.
Da quanto non mangiavo la pasta...
«Che bontà!»
Dopo quasi venti minuti finii anche il pentolone.
«Ora si che sono piena.»
Andai di sopra e aprii la porta della stanza di Cole.
Mi appoggiai al muro.
«Vi siete stabiliti?»
«Si, abbiamo due letti separati. Lei è giù a lavarsi.»
C'era qualcosa che non andava.
«Cos'hai?» Chiesi.
«No no niente.. Alla fine avevo ragione. Ho fallito nel proteggerti. Tu..tu sei stata morsa. E ora capisco perché non volevi parlare di Willy. È colpa mia. Se vi avessi protetto non sarebbe successo..»
«Non farne una tragedia. È stato tre anni fa. E poi io non sono morta.»
Mi sedetti accanto a lui guardando la parete bianca.
«Sono io che ho fallito. Lui era tutto, per me. E per te soprattutto...
Mi manca tantissimo.»
Ci abbracciammo a lungo.
«Non ci credo ancora che sei viva.»
«Beh dovrai fartene una ragione.» Risi.
«Hai stretto amicizia con Carl?»
Spalancai gli occhi.
«Ma ci vedi? Scherzi? È il ragazzo più rompi coglioni del mondo, mi tratta come se dovessi morire.»
«Forse perché hai picchiato suo padre?»
«Ma che potevo fare io in confronto a lui? Molto probabilmente non gli avrò neanche fatto un livido.»
«Forse si sarà arrabbiato.»
Mi alzai.
«Vabbè senti non ho voglia di sprecare il mio tempo per parlare di lui. Vado in camera, fai bussare ad Abby quando ha finito di lavarsi.»
Cole annuì.
Chiusi la porta della loro stanza e tirai un lungo sospiro.
«Quindi domani dovrò conoscere tutti?»
Andai in camera e posai il taccuino.
«Vediamo un po' cosa hanno lasciato i vecchi proprietari..»
Aprii l'armadio e vidi, camicie giganti, vestiti, magliette, pantaloni larghi..
Il mio modo di vestire insomma.
«È come se avessero previsto il mio arrivo.»
«Credo di farmi un pisolino.»
Spensi la luce e mi buttai fra le coperte.
«Buonanotte?»
«Buonanotte.»
Ripetei fra me e me.
E calai nel sonno più totale...

**********
Va bene, allora, STO ADORANDO QUESTA FF CHE STO SCRIVENDO.
Giuro che continuerò anche Inside His Eyes ma per ora vorrei continuare qui
La sto adorando 😋
Le canzoni non sono mie, soprattutto quando arriveranno quelle parti delle canzoni consiglio di ascoltare magari
Al prossimo capitolo 👹

It all started with hateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora