Per la terza volta in quella giornata Kaily mi risvegliò dai miei sogni fugaci. «Quanto manca?» domandò. «Poco» fu la mia risposta finale. Dopo più di dieci minuti giungemmo davanti al famoso bar “dalla nonna Giada”. Era degradato proprio come tutto il distretto. Sull’insegna attaccata solo per metà si leggevano lettere scomposte. La targa ora recitava: “alla nona Gia”. Era ridotta così da anni ormai, ma tutti noi sapevamo il nome originale. Come dimenticarselo? Appoggiai la mia mano sul pomello in ottone della porta. Kaily proruppe in un gemito di disgusto. La ignorai. I miei occhi erano tutti per un ragazzo intento a scappare da due guardie vestite di verde. Il ragazzo indossava solo pochi stracci scuri e impolverati. Da sotto di essi sbucavano due lunghe gambe. Era molto magro, troppo magro. Anche Kaily si voltò. Dopo pochi istanti il ragazzo svoltò a destra, sparì con le guardie alle calcagna. Ci rinconcentrammo sulla porta. Entrammo e la porta cigolò. La campanella dorata emise il suo solito scampanellio. La rossa fece un passo in avanti e si mise a scrutare decisa tutti i tavolini del bar. Poi speranzosa si diresse verso un tavolo a cui sedevano due ragazze. Entrambe indossavano stivali bianchi alti fino al ginocchio. Scossi la testa e agguantai Kaily per il braccio. La portai davanti ad una ragazza coi capelli lunghi color nocciola. Avvicinandoci notammo tutte e due il crespo che le circondava il viso. Toccai la spalla ad Annabeth che si girò con aria irritata. Sul bancone davanti a sé aveva tre bicchieri vuoti e uno pieno. Dall’odore sembrava tequila. «Questa chi è? L’hai rapita dal continente» esordì. Kaily si voltò velocemente facendo ondeggiare la sua chioma rossa. «Piacere Kaily Alison Grace» tese la mano curata. Annabeth mi squadrò incuriosita, sillabò le parole figlia di papà e qualcosa che assomigliava molto a sarà una ricca viziata. Kaily si voltò verso di lei. Inutile dire che le due si odiavano già. Si scambiarono occhiate fiammanti. «Un sorso di tequila, ne ho bisogno» disse. Annabeth ghignò. Poi prese il bicchiere e se lo scolò tutto d’un fiato. Non ne rimase neppure una goccia. Con un gran tonfo appoggiò il bicchiere sul bancone davanti a lei. Il conteggio dei bicchierini salì a quattro. Inaspettatamente sentimmo un grande botto. Ci voltammo tutte e tre. Dalla porta arrugginita del retro entrò il ragazzo vestito di stracci che prima stava scappando dalle guardie. Guardandolo attentamente notai una cicatrice che gli attraversava tutto il volto. «Adam?!» esclamò Annabeth «Pirce?» grugni il ragazzo. Tutto d’un tratto Annabeth si avvicinò al ragazzo sfigurato. Gli prese il viso tra le mani e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
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DOPOTUTTO
Fiksi Ilmiah«Ogni tentativo di fuga verrà punito con morte istantanea» con: @_-giuly-_ Istagram: _giulia.gambarri_ ♡︎ @Aur_mong_tog Istagram: _Aury_gym_ ♥︎ @Diego