Dipinti nudi

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Quando Simone uscì dal corso di formazione pediatrica, dopo ben tre ore, l'orologio al polso lo informava che stava già facendo tardi per tornare a casa

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Quando Simone uscì dal corso di formazione pediatrica, dopo ben tre ore, l'orologio al polso lo informava che stava già facendo tardi per tornare a casa. Aveva da poco la patente e di sicuro, non si sarebbe messo a sorpassare le macchine che correvano lungo la capitale, all'orario di punta. Se c'era una cosa che lo spaventava era la velocità. La aveva sempre considerata come un'acerrima nemica nella sua vita. Nel pomeriggio, avrebbe dovuto sbrigarsi per assistere Giorgia, la bambina dei vicini, a cui faceva da babysitter, e quindi quello gli sarebbe costato almeno una decina buona di minuti di ritardo sulla scala schematica e mentale che si era fatto. Così, mandò un vocale audio a suo padre, prima di prendere il pulsante delle chiavi, che lampeggiò, appena fu vicino all'autovettura parcheggiata. Prima però di mettersi deciso al volante, si ritrovò il cellulare pieno di messaggi di Laura, la sua migliore amica dei tempi del liceo. Simone sospirò, si ravvivò i capelli riccioluti e ascoltò a poco a poco, gli scleri della sua amica. Era tipico di lei tempestarlo di novità o comunque di abbondanti messaggi molte volte anche esagerati.

« Simone ascolta, c'è questo esperimento sociale gratis al Centro Sperimentale. Mi è stato dato un volantino pubblicitario oggi, a Trastevere. Praticamente sei ti associano con un'altra persona, ed è come se fosse un appuntamento al buio, ma non proprio. In realtà vedi l'altro, solo in un modo nuovo. »

Simone roteò gli occhi, in segno di sconforto. Era da almeno un anno che Laura stava cercando di accoppiarlo o meglio, di farlo uscire dal suo stato di ragazzo single. A lui, andava bene però. Aveva solo 23 anni - e mezzo, se contava che Marzo era alle porte -, cosa c'era di male nello stare bene da soli con se stessi? E poi, la sua dichiarata omosessualità al liceo, non gli era valsa ben pochi scherzi, nonostante avesse ormai accettato pienamente il suo orientamento sessuale. Era difficile organizzare al lampo le cose che dovevano risultare naturali. Quello lo sapeva. Simone aveva sempre messo prima gli altri che se stesso e quando qualcuno ci aveva provato con lui, si era disinteressato dopo poco. Pazienza, si era detto. Stretto il cellulare solo con le dita e il pollice libero, Simone ascoltò l'altro audio, fissando l'orologio al polso. Bene, almeno se faccio tardi so a chi dare la colpa.

« E' tutta strana, ma secondo me può funzionare eh, è che fanno fare un'attività nel mentre parli con l'altro. Il bello è che ti mostri praticamente senza filtri. In poche parole, è un incontro corpo a corpo »

Simone arricciò il naso, era confuso. Laura, che cazzo significa?
Mandò un messaggio abbastanza raffazzonato, dove le spiegava che aveva fretta e che non aveva capito l'ultima parte di questo fantomatico "esperimento sociale". Laura gli aveva risposto in modo schietto, veloce, come quando per sbaglio ti ritrovi un dito dentro la portiera della macchina o viene estirpato un pelo dalla radice con la ceretta. Simone strabuzzò gli occhi, appena lo lesse.

« Simone, significa che si sta nudi, senza vestiti l'uno di fronte all'altro »

Non se ne parla.
Laura te lo scordi.
Simone completò la risposta con una faccina che rideva e impostò il blocca schermo. Di tutte le trovate più assurde che Laura aveva mai tirato fuori dal cappello, quella era una delle peggiori. Lui, nudo, con un estraneo. Solo al pensiero Simone arrossiva come un peperone e dall'altra parte, gli veniva un rigetto totale: non era ottimale conoscere qualcuno iniziando da quello, era... era troppo intimo, davvero troppo. Forse stava esagerando, ma se c'era gente disposta ad accettare di conoscersi così, vuol dire che il pudore aveva smesso di essere una tanto positiva virtù. E poi ti immagini l'imbarazzo di spiegare ai tuoi papabili figli in futuro:

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