Simone stava facendo pausa fuori dalla facoltà di medicina, ascoltando la conversazione di qualche studente, del suo stesso corso. Stavano discutendo sull'incapacità di un professore a spiegare bene alcuni argomenti. Quella mattina, c'era fermento per tutto il polo, visto che era nata la prima associazione per la votazione dei capi corso e dei ragazzi erano appostati lungo ogni angolo dell'edificio, a distribuire volantini con tutte le informazioni. Simone non aveva granché voglia di andare a votare. Uno, non lo interessava quella politica che millantava parole e poi non prometteva, ormai da circa tre anni, si era abituato a quelle modalità. E due, non aveva voglia di fare la fila, lunga da almeno un'ora, davanti a un'aula striminzita con almeno un centinaio di posti, per più di cento persone votanti. La gente si ammucchiava in gregge per eleggere qualcuno che non conosceva e solo per suggerimento di colleghi o per favori di amici che frequentavano i corsi.
Simone avrebbe preferito di gran lunga ritirarsi in biblioteca e cercare di essere produttivo, almeno lì.
Dopo aver ascoltato l'ennesima lamentela, gettò via il torsolo della mela che aveva appena finito di mangiare, dentro il bidone dell'umido. Si disinfettò le mani, dopo essere andato al bagno. Con la tracolla universitaria che gli ricadeva su una spalla, decise infine e davvero di impiegare quelle due orette di pausa, per studiare dal suo libro di Genetica medica.
Mancava sempre meno all'esame e tra appunti e capitoli, aveva soltanto fatto metà programma.Smettila avanti, lo sappiamo tutti che prenderai un voto più che decente.
E poi se fosse riuscito a riprendere sul manuale di testo, avrebbe potuto scrivere a Manuel.
Prevedibile.
La verità è che ripensava ancora al bacio di due sere fa. Ed era stato abbastanza fiero di averlo fatto, perchè lo sentiva. Simone si era trovato l'altro così, in stato vulnerabile, sul divano di casa e aveva pensato che non avrebbe trovato un occasione più giusta di quella.
Simone sospirò, trattenendo la vocina in testa che gli sussurrava come un mantra il nome di Manuel nella testa, lo scontrarsi delle loro labbra e i respiri affannati. La testa proiettava quelle immagini da un po' e ci sarebbe davvero voluta una distrazione efficace, per far smettere Simone di pensarci. Immerso tra quei pensieri, le sue gambe si mossero e in modo quasi istantaneo, gli occhi gli finirono su una macchina parcheggiata fuori, una volta affacciatosi fuori dall'edificio, per raggiungere la biblioteca degli studenti. Fermo sulla rampa, sgranò gli occhi.Non può essere.
Il modello della macchina era quello. Era nera. Il guidatore non era dentro la vettura però. Simone rimase fermo, nascondendosi in un anfratto di spazio, dietro una delle colonne su cui reggeva il porticato del polo.
Simone è tutta suggestione.
In più quel giovedì, lui aveva una conferenza fuori città. C'era questo nuovo scrittore che promuoveva il suo libro a Roma, e Manuel era così entusiasta di andarci. Si era preso anche due ore libere da scuola.
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Dipinti nudi
Fanfiction« Simone, significa che si sta nudi, senza vestiti l'uno di fronte all'altro » Sì, mi sto tuffando nell'esperienza più imbarazzante della mia vita per un tuo capriccio. Ma andrà bene. - - - Che succederebbe...