capitolo 10 <3

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guardai javon per trovare i suoi occhi, per capire se dire la verità o una cazzata. ma lui stava guardando la strada senza fiatare.
ed ora che cazzo dicevo?
jayla: t/n perché javon ha picchiato quel tizio?
t/n: i-io.. non lo so, sono arrivata dopo.
vidi la mascella di javon serrarsi.
non disse nulla. per fortuna..credo.
jayla: javon dopo te la vedi con me.

arrivammo a casa di kylee.
kylee: bye bye ragazzi e grazie per il passaggio.
le labbra di kylee arrivarono sulla guancia di javon. sentii un vuoto. che in realtà non so perché io lo abbia avuto. cioè che cazzo come facevo a provare queste sensazioni per un ragazzo che conoscevo da tre giorni minimo.
javon da quell'azione girò di scatto lo sguardo su di me, credo volesse vedere la mia reazione a quella scena.
cazzo. guardai negli occhi javon.
girai subito lo sguardo fuori dal finestrino.
javon si avvicinò lentamente al mio corpo, le sue labbra si accostarono leggermente al mio orecchio e mi sussurò:
javon: sei bellissima con la faccia arrabbiata.
io non ero arrabbiata.
cioè-SI ma lui non doveva saperlo.
madonna si notava così tanto?
girai lo sguardo su di lui e iniziai a sorridere.
t/n: non sono arrabbiata.
javon: si infatti lo sono io.
il mio sorriso svanì.
t/n: possiamo parlare dopo?
bianca: jaden metti un po' di musica mi sento la terza in comodo qui dietro.
jaden: ai suoi ordini.
javon si rimise al suo posto subito dopo quella frase.

iniziai a pensare ad hardin.
quelle mani sul mio corpo..
fino a quando la macchina si fermò.
eravamo arrivati a casa dei walton.
bianca: okey allora noi andiamo, grazie mille.
jayla: buonanotteee.
t/n: ciaoo.

arrivai davanti la mia porta.
presi la borsa per cercare la chiavi,
ma non le trovavo da nessuna parte.
cazzo e se le ho perse? pensai.
?: stai cercando queste?
quella voce era dietro di me.
mi girai e c'era lui, con le chiavi di casa
tra le sue dita.
t/n: si, pensavo di averle perse..grazie.
per fortuna le aveva lui,
mia madre mi avrebbe uccisa altrimenti.
javon: non mi chiedi nemmeno dove le abbia trovate?
non risposi a quella domanda.
javon: le ho trovate nella tasca di quel tizio.
che cazzo significava? perché hardin si era preso le mie chiavi di casa dalla mia borsa?
t/n: che cazzo stai dicendo javon.
javon: quello che hai sentito.
t/n: cosa voleva farci dio mio. non bastava dalla finestra? mo vuole addirittura entr-
javon: dalla finestra?
CAZZO.
t/n: cosa?..
javon: hai detto..non bastava dalla finestra.
t/n: ehm no?
javon: conoscevi già quella persona?
non risposi, stavo iniziando a sudare.
javon: t/n conoscevi già quel pervertito?
rispondi.
t/n: si.
javon si mise una mano in faccia e abbassò lo sguardo.
javon: io vado a dormire buonanotte.
mi diede le spalle e iniziò a camminare.
t/n: jav aspetta ti prego.
il corpo di javon si fermò, senza girarsi.
t/n: come posso rimediare?
javon: a cosa vuoi rimediare scusami?
t/n: non lo so, dimmelo tu.
si voltò e si avvicinò lentamente a me.
javon: vai rimedia.
t/n: in che senso?
veramente non capii, letteralmente cosa avrei dovuto fare?
javon: lo hai detto tu, vuoi rimediare.
quindi rimedia.
t/n: continuo a non capire, cosa vuoi che faccia?
javon: rimedio io per te?
t/n: mi piacerebbe.
javon: allora stai ferma.
feci una faccia confusa, perché avrei dovuto stare ferma?
in ogni modo io lo feci senza esitare.
avevo capito che javon già aveva la luna storta per quello che hardin mi avesse fatto..ma che non gli avessi detto che lo conoscessi penso sia stato peggio.

il volto di javon lentamente si avvicinò al mio ma..più in basso. arrivò al mio collo e mi diede un bacio..delicato. all'inizio.
oh cazzo cosa stava succedendo. il mio stomaco. stava esplodendo.
t/n: jav-
aggiunse i denti.
si staccò e guardò prima il collo per poi passare ai ai miei occhi.
javon: mi hai fatto rimediare, per te intendo. notte t/n.
t/n: ah-uhm-notte.
si girò e se ne andò a testa bassa.
notai il suo mezzo sorriso anche oltre ad un metro.
mi girai e finalmente entrai in camera, anche io con mezzo sorriso.
salii piano le scale per non fare rumori.
andai in bagno per struccarmi e notai cosa javon mi avesse lasciato sul collo. il solo pensiero delle sue labbra su esso mi faceva girare la testa.
mi struccai, andai in camera e mi cambiai.
finalmente mi buttai sul letto.

nato tutto da un gioco di sguardi. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora