EUFORIA

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Vide le ultime poche firme dei contratti e percepì l'adrenalina trasalirgli per tutto il corpo. Quella sensazione che non percepiva da diverso tempo, probabilmente dall'ultima volta che aveva pippato cocaina, anche se in quel caso l'emozione non era nitida come adesso. Tremò leggermente, sentì la sua mente aprirsi ad orizzonti che mai aveva scovato in vita sua. In genere gli scrittori parlavano di un vuoto che li assaliva una volta finito il libro, per lui era l'esatto contrario, avrebbe potuto scriverne un altro la sera stessa. La pubblicazione del manufatto sarebbe stata fra due settimane precise, almeno da quanto era stabilito nel contratto. Avrebbe avuto tutto il tempo per formulare qualche altra storia magica o semplicemente per fare da correttore per qualche scrittore amatoriale. Era conscio delle sue abilità, la consapevolezza era una delle poche capacità che riteneva di possedere veramente, come aggettivi solidi da poter mettere in un curriculum, lui che nella vita nella vita ne aveva distribuiti a iosa. Quelle due settimane gli avrebbero fatto fare mente locale, si sarebbe analizzato nella sua massima nudità. Aveva tutto il tempo per pensare a se stesso.

e ai suoi debiti.

Anche quelli facevano parte solidamente nel suo curriculum, tipo "ehi sono John Mataglia, uno scrittore modesto con cinquantamila euro di debiti, anzi settantamila se ci aggiungiamo gli interessi, sai come sono puntigliosi gli strozzini". Accennò un sorriso mentre firmava quei fogli, quella sera  i pensieri non sarebbero riusciti a toccarlo minimamente.

La segretaria posta nel bancone di fianco a lui le rivolse sguardi compiaciuti ad intermittenza. Era alta, bionda con un sorriso splendente, con denti che una persona poteva considerare di ceramica. John aveva tentato più volte di flirtare ottenendo in cambio magri risultati. Rimaneva convinto che se avesse fatto successo con il suo romanzo, lei sarebbe stata una delle tante che sarebbe finita nel suo letto. Un'altra delle sue qualità solide da poter mettere nel curriculum era di essere un'abile rimorchiatore, soprattutto quando si trattava di manipolare qualche ragazza per portarla fra le sue grinfie. D'altronde non cercava l'amore, non ne sarebbe stato nemmeno capace. Le scappatelle lo aiutavano, lo caricavano come una batteria, senza mai ricaricarla completamente, perciò scendeva per andarne a cercare un'altra.

Arrivò a pagina 22, l'ultima, rimasero tre misere firme da fare.L'euforia invase lentamente il suo corpo, gli occhi si inondarono di luce. Andò dalla segretaria e sorridendo gli consegno i fogli, tenendo lo sguardo fisso i suoi occhi verdi. Lei accennò e li prese con leggiadria, poi li mise in un cassetto.

-Avrò mai modo di parlarti del mio libro davanti ad un mojito?- chiese lui.

-Guarderesti il mojito e non me?- rispose lei ridendo sotto al bancone.

-Sai benissimo che il tuo sguardo è magnetico, le battute non funzionano. Non hai comunque risposto alla mia domanda- disse John quasi con fermezza.

-Ci penserò John, con i complimenti ti porti già sulla retta via- concluse lei chiudendo il cassetto con una chiave.

I due si salutarono e John rafforzò ancor più la sua tesi che quella prima o poi se la sarebbe portata a letto. Si fidava ciecamente del suo sesto senso, soprattutto quando si trovava di trovare un'idea per lo sviluppo dei suoi manoscritti.Anche nel sesso, l'intuito svolgeva la sua parte, sia prima dell'atto che durante, essere spontaneo rappresentava la via più semplice che esisteva per rimorchiare una ragazza, e lui era consapevole del suo fascino, perché mai avrebbe dovuto obliterare se stesso. Scese quel palazzone di nove piani, e percorse gli scalini che portavano dritti alle porte quadrate di vetro. Quella era la sede principale della Well Writers, la seconda casa editrice più famosa d'America, che sicuramente non badava a spese. John sorrise pensando all' ottanta percento che prendeva da ogni vendita del suo libro, in cambio di marketing e produzione.

grazie al cazzo che non badate a spese

Non comprese il motivo, ma rise cosi tanto da parere inquietante. Andò al parcheggio sotterraneo dove trovò immobile la sua Peugeot del 2000, che ormai si sorreggeva a malapena. John pensò che se il libro avesse fatto successo, ne avrebbe comprata una nuova. Era consapevole che la sua storia era originale e intrigante, ma era altrettanto consapevole che l'ambiente editoriale non era meritocratico e la gloria derivava più dal culo che dall'effettiva qualità. Il successo di un romanzo poteva nascere da un semplicissimo passaparola, magari anche da interviste accattivanti che inducevano persone all'acquisto. La casa editrice gliene aveva programmata qualcuna e la sua presenza ne avrebbe sicuramente giovato ai fini della campagna promozionale. L'ultimo suo romanzo gli aveva portato nelle tasche cinquemila euro e lui aveva bisogno di molto di più per rinascere. Era il primo, una storia scritta più dal dovere che dal piacere(era costantemente minacciato per piccoli debiti accumulati da delinquenti di mezzo calibro) e non aveva avuto nessun tipo di sponsor. Lessero il libro per pura casualità e lo misero  immediatamente sotto contratto, stupiti della bravura di uno scrittore amatoriale. Ora aveva più certezze di prima, confidava in una maggior riuscita, economicamente parlando.

Entrò in macchina e pensò a quello che avrebbe fatto da lì fino a notte fonda: sarebbe andato al ShyMoon e avrebbe cercato qualcuna da portare al suo cospetto per quella notte. Aveva voglia di godersi quel successo, seppur effimero, che ora dominava la sua testa. Lo ShyMoon era una garanzia di riuscita, anche se le ragazze non lo attizzavano troppo, per via dell' estrema semplicità con cui se le portava a casa. Bastava una polverina, una canna o un qualche bicchiere e quelle finivano sotto al letto a dimenarsi come pazze. L'unica rottura derivava dalle false promesse che dava alle sue conquiste sul proseguo della loro "relazione". Per lui mentire a loro significava mentire a se stesso, distruggendo quel pizzico di dignità che gli restava. Riluttò un po' quel sadico pensiero nella testa, poi fece una smorfia simile a quelle che esprimi dopo una botta e accese il motore del veicolo, quella sera sarebbe stata una festa.

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