Si era divertito vedendo i pensieri della ragazza, sentendoli propri, per una notte. Eppure, adesso, lo avevano lasciato con un vuoto incolmabile dentro, ansioso di vederla.
Passò la notte ignaro di tutto quello che accadeva nella tana dei leoni, il dormitorio poco distante.Harry Potter si era svegliato nel bel mezzo della notte con un dolore alla testa ormai fin troppo conosciuto, proveniente dalla cicatrice che portava sotto ai riccioli neri dal giorno della morte della madre. Era un dolore forte, se possibile ancora più forte delle volte precedenti, un dolore inconfondibile e inarrestabile.
Sentendo il ragazzo gemere sommessamente, Ronald si svegliò e andò pigramente a vedere cosa succedeva nel letto di fianco al suo. Quando vide l'amico rannicchiato tra le lenzuola, con una mano premuta sulla testa, pensò subito alla cicatrice. Si mise a chiamare l'amico a voce alta, incurante degli altri ragazzi che stavano dormendo beatamente.Da parte sua, Harry sentiva la voce dell'amico, ma più cercava di parlargli, più sentiva il sonno prendere il sopravvento. Si ritrovò a sognare Voldemort che, prima di morire, versava un qualcosa di simile ad una lacrima e Lucius Malfoy che la raccoglieva in una dialetto simile a quelle che usava Piton per contenere le sue pozioni più pregiate.
Il primo pensiero di Harry fu quasi ovvio, così ovvio da apparire inverosimile.
Voldemort aveva lasciato degli ordini ai suoi fedeli mangiamorte, che avrebbero dovuto finire cioò che lui aveva iniziato.
Poi, di sfuggita, vide Lucius Malfoy versare nel pensatoio quella che sembrava una lacrima di Voldemort, il pensatoio che si colorava di rosso e poi il buio. Il freddo e completo buio.
Harry si risvegliò con tanti visi che lo squadravano sospettoso e la mano stretta in quella della sua migliore amica.
"È sveglio", esultò un ragazzo del primo anno.
Hermione si destò dai suoi pensieri e sorrise dolcemente ad Harry, poi chiese ai ragazzi di lasciarli soli e, stranamente, nessuno obbiettò.Dal letto accanto si alzò Ron, che si inginocchiò accanto ad Hermione, guardando anche lui le verdi iridi dell'amico.
"Come stai?", chiese apprensiva Hermione.
"Come uno che ha appena visto un fantasma.", rispose Harry, girandosi verso di lei.
"Un fantasma? Certo che lo hai visto, li vedi tutti i giorni!", asserì l'amico dai capelli rossi.
"Oh, zitto Ron, modi di dire babbani.", irruppe Hermione, piccata. "Ora raccontaci quello che hai visto."
Harry si guardò intorno assicurandosi che non ci fosse nessuno, poi iniziò a raccontare il suo sogno."Quindi Lucius Malfoy dovrebbe continuare la battaglia di Voldemort, dando la caccia ai figli di babbani, per rivendicare il potere del Signore Oscuro e avere una ricompensa dal mondo dei morti? È ridicolo", disse Ron in preda all'agitazione.
"Si, lo è.", disse Hermione asciutta, "ma dovevamo aspettarci che Voldemort non è arrendesse neanche dopo aver perso la guerra."
"Dobbiamo fare qualcosa...", disse pensieroso Harry.
"Non possiamo permettere che vengano sprecate altre vite per una causa così futile.", disse Hermione, sospirando. La sua testa non potè che viaggiare in direzione di Draco, chiedendosi il perchè lui non le avesse detto nulla di questa storia, chiedendosi perchè lui le stesse mentendo da così tanto tempo e pensando che non avrebbe più potuto fidarsi."Hermione?" "Herm, hai sentito?", la chiamò Ronald imbarazzato
"Scusate ragazzi, stavo pensando."
"Io e Harry pensavamo che se riuscissimo ad eliminare la rivalitá tra le case giá ad Hogwarts, il piano di Voldemort avrá dei seri intralci. Tutti i ragazzi non differenzieranno più "mezzosangue" e "purosangue" e..."
"E quando gli sará imposto di partecipare alla guerra uccidendo i propri coetanei i ragazzi si ribelleranno, passeranno dalla nostra parte. E nessuno vorrà mai uccidere i propri figli, neanche il più spietato dei mangiamorte.", concluse Hermione, rabbrividendo al pensiero di vedere il corpo senza vita di Draco, proprio come aveva visto quello dell'amica.
"Esattamente.", dissero all'unisono Harry e Ron.Hermione non potè fare altro che pensare a quanto fosse bello ritrovarsi in un avventura insieme, anche con tutti i rischi che correvano, perchè sapeva che ci sarebbero sempre state quelle due persone accanto a lei, perchè sapeva di essere felice anche con quel poco che aveva, anche solo con due teste ricoperte da capelli folti che si muovevano accanto a lei, pensando ad un modo migliore per difendere il mondo magico, per difendere lei.
E adesso, con tutta questa allegria in testa, si ritrovò a pensare ai capelli biondi di Draco e al suo raro sorriso che quando gli spuntava sulle labbra sottili sembrava illuminare gli occhi di chiunque avesse accanto. Si ritrovò a pensare che, se quel ragazzo non fosse sospettato di aver ucciso la sua migliore amica, sarebbe stato tutto più facile. Si ritrovò a capire che, anche con la guerra che minacciava di tornare, lei continuava a pensare al serpeverde che l'aveva cambiata, come se fosse l'unica cosa importante.
Cosa che non era assolutamente vera.
STAI LEGGENDO
L'ultima goccia [dramione]
FanfictionHermione si strinse al corpo del ragazzo con tutta la forza che aveva. Il vento scompigliava i capelli del biondo in modo che le accarezzassero il viso pallido. La velocitá sembrava tangibile, un oggetto solido chiamato firebolt. Draco guidava la sc...